Dragon Age: Absolution è la nuova serie di animazione distribuita da Netflix e realizzata da Red Dog Culture House (The Witcher: Nightmare of the Wolf) ispirata al franchise di videogiochi di ruolo Dragon Age. Poiché in questa nuova storia con protagonisti inediti si fa menzione dell'Inquisizione, possiamo già capire che le vicende di Absolution sono cronologicamente ambientate dopo il terzo e ultimo videogioco della serie, Inquisition.
Trattandosi di una serie animata che mira a riproporre una "campagna" videoludica, strutturalmente ricorda un esperimento simile, The Legend of Vox Machina (potete trovare qui la nostra recensione della prima stagione della serie), che, invece, ripropone in chiave animata una campagna di Dungeons and Dragons. A tal proposito, fra i doppiatori di lingua inglese figura, oltre a Kimberly Brooks (Mass Effect) e Ashly Burch (Horizon: Zero Dawn), anche Matthew Mercer (Cyberpunk 2077), doppiatore e Master della campagna di Vox Machina.
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Dunque, cosa c'è da aspettarsi da Dragon Age: Absolution? Scopriamolo insieme nelle prossime righe!
Dragon Age: Absolution, recensione del coinvolgente sequel di Inquisition
Dal punto di vista narrativo, Dragon Age: Absolution propone un intreccio del tutto inedito animato da una nuova compagnia di improbabili eroi, fra cui figurano membri di razze ben note ai giocatori di Dragon Age, come Qwydion, una Qunari nell'inconsueta veste di maga (i Qunari sono molto possenti, e per questo sono degli ottimi tank), e Miriam, un'Elfa mercenaria sfuggita alla schiavitù (il mondo di Dragon Age è assolutamente impietoso con gli Elfi).
Senza scendere troppo nei dettagli per evitare sgradevoli spoiler, il nostro party dovrà riuscire, in sei episodi, a impossessarsi del Circulum Infinitum, un oggetto magico molto potente, prima che venga utilizzato in modo improprio, mettendo così a rischio innumerevoli vite.
Dragon Age: Absolution - il legame con i videogiochi
L'introduzione del Circulum Infinitum come nuovo oggetto magico dai poteri smisurati propone tutta una serie di nuovi spunti narrativi, funzione assolta anche dalla scelta di far comparire alcune delle vecchie conoscenze della saga solo in modo marginale. Proprio per questo, l'aver preferito dei nuovi personaggi consente degli sviluppi narrativi del tutto inediti, oltre a essere funzionale alla struttura stessa dei videogiochi: infatti, alcune scelte del giocatore possono anche sancire la morte o un destino differente per alcuni personaggi. In questo senso, la presenza stessa dell'Inquisizione dipende dalle scelte fatte alla fine del gioco, per cui è apprezzabilissimo lo sforzo di creare una storia che fosse coerente con il videogioco Inquisition, a prescindere dalle scelte dei giocatori.
Un'altra caratteristica perfettamente preservata riguarda le diverse razze, che rispecchiano benissimo ciò che già sappiamo di loro dai videogiochi, motivo per il quale sarebbe preferibile, ai fini della comprensione di alcune situazioni che fanno da sfondo, conoscerli prima della visione della serie, anche se non è strettamente necessario.
Infine, chi conosce la saga sa perfettamente che è possibile cercare di avere una storia d'amore, sia essa etero che omosessuale, anche con più personaggi contemporaneamente. Oltre a questa opzione, è comunque possibile stringere legami sempre più saldi con i membri del proprio party compiendo determinate azioni (che, in alcuni casi, sbloccano anche delle nuove missioni secondarie). Questo sistema di gioco legate alle scelte degli utenti non può essere rappresentato in una serie che non prevede alcun tipo di interazione, ma le relazioni d'amore e di amicizia che intercorrono fra i protagonisti rivestono comunque un ruolo importante nella narrazione.
Il racconto è poi ravvivato da uno spirito umoristico che pervade le scene, in particolare quelle che vedono come protagonisti i mebri più divertenti del party. Dal punto di vista narrativo, quindi, Dragon Age: Absolution propone una storia in linea con i videogiochi, anche se per forza di cose molto più ridotta (ricordiamo che l'intero arco narrativo di questa prima stagione si svolge in sei episodi totali).
Il fresco e dinamico aspetto visivo
Se la serie è soddisfacente, narrativamente parlando, possiamo dire lo stesso anche per quanto riguarda la resa visiva generale. Le ombre sono molto ben definite, anche se si sarebbe potuto sperare in una resa migliore del chiaroscuro. La scala di colori impiegata predilige una tavolozza di colori caldi, anche se, in alcune scene, come quelle notturne, i colori diventano più freddi.
Le animazioni risultano sempre fluide, e anche le scene più dinamiche, come quelle di combattimento, sono sempre perfettamente comprensibili e mai troppo confusionarie. Insomma, per quanto lo stile grafico in sé possa piacere o meno in base ai propri gusti personali, la resa generale risulta comunque di buon livello. Anche le scene più romantiche sono dolci e coinvolgenti, rispecchiando, come abbiamo già detto in precedenza, l'importanza dei rapporti interpersonali nella saga videoludica.
Conclusioni
Dragon Age: Absolution è una interessante, nuova iterazione ambientata nello stesso mondo del popolare e amatissimo franchise videoludico targato BioWare ed EA. Proponendosi come sequel diretto del terzo e ultimo videogioco della serie principale, Inquisition, ci permette di vedere come è il mondo do la conclusione di quelle vicende. Il finale aperto, poi, lascia sperare che la storia si potrà evolvere ulteriormente in una seconda stagione.
L'amalgama con le vicende della saga videoludica è ottima, creando un senso di continuità che, si spera, potrà anche aprire alla rinascita del franchise anche in ambito videoludico, dato che Inquisition risale all'ormai lontano 2014. Potete trovare tutti e sei gli episodi che compongono questa prima stagione di Dragon Age: Absolution in esclusiva su Netflix.