Recensione Doctor Sleep, (Stephen King 2013)

Doctor Sleep è un romanzo di Stephen King datato 2013 edito in Italia da Sperling & Kupfer, che ha quasi tutto il catalogo del nostro amato cantastorie del Maine.

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a cura di Matt Briar

Per pensare a una recensione di Doctor Sleep, romanzo di Stephen King datato 2013 (edito in Italia come sempre da Sperling & Kupfer), occorre fare un bel respiro e immaginarsi zio Steve che sorseggia una tazza di tisana calda immerso nel bianco inverno del Maine, mentre rimugina sulla seguente domanda: cos’è accaduto a Danny Torrance dopo essere scampato ai fantasmi dell’Overlook Hotel e alla follia di suo padre Jack Torrance?

Sì, proprio così: Doctor Sleep ambisce a raccontare gli eventi accaduti dopo Shining, ovvero uno dei più classici e riusciti lavori kinghiani prima maniera, un’icona, un mito della cultura popolare, anche (e forse soprattutto) per la sua eredità cinematografica, quello Shining targato Kubrick tanto disprezzato da King.

Impegnativa, come sfida, vero? Anche perché, va da sé, è persa già in partenza. Agli occhi dei fan (e forse anche di alcuni critici) nessuno Star Wars sarà mai buono quanto lo Star Wars originale, nonostante ci si provi in tutte le maniere. E forse, allora, nemmeno Doctor Sleep potrà mai essere buono quanto Shining. Cerchiamo di capirlo e verificarlo nelle prossime righe.

L’immagine da cui siamo partiti (King che pondera su Danny che diventa grande) ci serve proprio per prendere le dovute distanze dai paragoni sbagliati e dai giudizi affrettati. Sarebbe un errore dire che Doctor Sleep fa schifo perché non è all’altezza di Shining. Già dalle prime pagine ci rendiamo conto che a Stephen King non interessa scrivere un sequel che possa rivaleggiare con il primo capitolo, bensì raccontare un’altra storia che prende il via da alcuni elementi della vecchia, un po’ come una nuova pianta che cresce sullo stesso terreno di un’altra, molto più antica. Potremmo dire più correttamente che Doctor Sleep è uno spin-off.

Con la naturalezza e il trasporto con cui racconterebbe la vita di suo figlio, King ci prende per mano e ci porta in giro con Danny dal giorno che segnò la fine dell’Overlook e di suo padre fino al momento presente. Ecco quindi un Danny Torrance cresciuto che veste i panni del Dottor Sonno, un uomo gentile che sfrutta la luccicanza per dare conforto agli anziani nel momento del trapasso. Come sa bene chi ha letto (o visto) Shining, Danny è dotato di un potere mentale molto speciale che gli consente di penetrare all’interno di cose e persone, con il risultato per esempio di rivivere in prima persona gli eventi accaduti in un certo luogo. Più gli eventi sono terribili, più la loro eco dura a lungo e può essere captata da chi ha lo “shining”, la luccicanza.

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Mentre scopriamo la vita adulta di Danny, lo zio ci introduce gli altri personaggi che faranno parte del viaggio, in particolare il Vero Nodo, sorta di congrega di vampiri psichici (gli antagonisti), e Abra Stone, bambina dotata di un’incredibile luccicanza che ci ricorda proprio il piccolo Danny di un tempo. Il suo potere è talmente forte da intercettare quello di altri, a miglia e miglia di distanza. È così che fa la conoscenza di Dan, e tra i due nasce una singolare forma di amicizia basata su una “corrispondenza mentale”. Ma Abra intercetta anche i loschi tipi del Vero Nodo, che appena la percepiscono non desiderano altro che attaccarsi alla fonte del suo potere. Sentendosi braccata, Abra chiede aiuto a Dan, il quale per aiutarla dovrà scontrarsi un’altra volta con il suo passato. Non è un caso che l’oscuro covo del Vero Nodo sia lo stesso terreno dove trent’anni prima sorgeva l’Overlook Hotel…

Rispetto a quando era bambino, oggi Dan è in grado di controllare il suo potere. Ciononostante il primo centinaio di pagine del romanzo, incentrate sulla sua vita dopo l’Overlook, trabocca dei fantasmi dell’alcolismo, il demone che più di tutti si è portato via il padre Jack. Anche King, che ha vissuto un periodo da alcolista in gioventù, non lo ha mai dimenticato, e come vedremo questo è un punto che va tenuto in considerazione nel dare un giudizio al romanzo. Insomma Dan non se la passa troppo bene, vive alla giornata, eppure in molte scene ci sembra una persona felice. Infatti, al contrario di Jack Torrance, Dan riesce a farsi forza e staccarsi dalla bottiglia, mosso sia dal disgusto verso se stesso, sia dal prezioso ricordo di Dick Hallorann, il cuoco dell’Overlook anch’egli dotato di luccicanza.

Man mano che il romanzo procede anche gli altri personaggi acquistano più spazio. Le loro relazioni dirette e indirette cominciano a tessere l'intreccio e il lettore inizia a percepire il senso di crescente inevitabilità degli eventi. Che Dan sia diventato o meno l’uomo che ci aspettavamo, certo è che il racconto della sua vita rappresenta la parte più umana e intima di Doctor Sleep e quella che più si lega al vecchio Shining.

Abra e il Vero Nodo sono più tipici del King successivo, quello che compone tessera dopo tessera il grande mosaico del suo universo narrativo. Sono personaggi meno sorprendenti e sfaccettati, più facili da ritrovare in altri libri dello scrittore del Maine. Abra Stone è un nome suggestivo che già di suo trasuda quella potenza che sappiamo spazzerà via i cattivi. Rose, il capo del Vero Nodo, si pone come il Cristo della loro confessione, un po’ sopra le righe, e probabilmente avrebbe figurato bene in un film di John Carpenter.

Doctor Sleep è stato criticato per essere debole proprio nella rappresentazione del male. Da una parte è senza dubbio così: il Vero Nodo non fa paura, siamo ben lontani dai veri antagonisti kinghiani, per intenderci quelli con la classe di Randall Flagg e di It. La sorte che spetterà al Vero Nodo è talmente evidente sin dall’inizio della storia che non può essere davvero frutto di una così enorme disattenzione del nostro amato scrittore rockettaro.

Riflettendoci bene, se cambiamo punto di vista i cattivi, qui, non sono poi così cattivi: sono più che altro sfortunati. La loro natura demoniaca è più un fardello e Rose ce la mette tutta per rendere la vita dei suoi compagni un po’ più accettabile e degna. Il Nodo è in crisi come un’antica famiglia di nobili decaduta: non funziona più, è spacciato, King ce lo dice subito. Abra è la sola cura possibile, la panacea definitiva, ma appropriarsi di un potere così grande comporta un altrettanto grande rischio.

Doctor Sleep non parla di una calamità di proporzioni cosmiche che minaccia di distruggere il mondo. Al contrario, c’è una storia dal raggio molto più limitato che si focalizza sulle vite di Danny Torrance e Abra Stone, i loro alti e bassi, le loro difficoltà e i loro traguardi. La vera saga, qui, è quella familiare, la loro vita, ma non per questo lo zio Steve ci viene a noia, anzi. Forse intende ricordarci che le vicende personali, sebbene sembrino quisquilie rispetto alle apocalissi, hanno un'importanza intrinseca tutt’altro che trascurabile. Che le persone nella loro vita quotidiana sono al cuore di qualsiasi storia. Che è da lì che nascono i Roland Deschain e i Randall Flagg.

Allo stesso tempo lo zio non esita a collocare Doctor Sleep all’interno del suo puzzle mitologico sfruttando riferimenti espliciti, anche se non invadenti, ad altri suoi lavori. Poteri straordinari affliggono persone ordinarie come fardelli trasformandole, senza saperlo, in Pistoleri in lotta contro gli agenti dell'entropia. Mentre la figura di Jack in Shining era tragica e negativa, in Doctor Sleep Dan riesce a diventare uno dei Pistoleri, gli eroi spesso involontari della mitologia kinghiana. Chi non conosce l’universo della Torre Nera, ovvero la cornice che contiene tutto il quadro kinghiano, può leggere benissimo Doctor Sleep come romanzo a sé stante. Chi ha familiarità con il resto, però, lo apprezzerà maggiormente.

A un certo punto Dan dice che “esistono altri mondi oltre al nostro” e scopre che la morte del suo amico e mentore Dick Hallorann è avvenuta il 19 gennaio 1999, cifre tutt'altro che casuali. Per King il mondo è pieno di “vampiri” di diversa natura e con diversi appetiti, e i vampiri psichici in particolare sono già stati i nemici di Padre Callahan (I Lupi del Calla, Le Notti di Salem). La luccicanza è uno dei tanti poteri di cui sono dotati i protagonisti di molte sue storie, dai Frangitori dell’universo della Torre Nera al Johnny Smith di La Zona Morta. Il concetto di “magazzino mentale” compare anche in L'Acchiappasogni, e persino Castle Rock, una delle principali città kinghiane, viene menzionata verso la fine di Doctor Sleep.

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Dire che King scrive bene è come dire che il cielo è blu, ma in certi romanzi è capitato che si lasciasse prendere la mano senza concedersi i debiti tagli (in The Dome, per esempio). Non è questo il caso: Doctor Sleep si aggira sulle cinquecento pagine ed è ben equilibrato. Soprattutto nella prima parte si percepisce l’intenzione di riavvicinarsi allo stile più secco e diretto degli anni Settanta, ma nel complesso Doctor Sleep porta il marchio del King contemporaneo, e sappiamo bene che oggi è molto più cantafiabe di un tempo.

La forza stilistica va di pari passo con quella della trama. Per non essere travolto dal bisogno di bere e dal potere della luccicanza Dan ha bisogno di un'ancora, e questa è Abra. Allo stesso modo Abra ha bisogno di un'ancora per capire il suo immenso potere, che la rende sola contro il mondo, e la trova in Dan. Da un punto di vista letterario questo interplay è magia pura, è Stephen King al suo meglio.

Dunque, perché dovremmo NON leggere Doctor Sleep? Facile: perché fa schifo, non è all’altezza di Shining e ha pure dei cattivi penosi. Perché invece dovremmo leggerlo? Perché, a ben guardare, nella storia della redenzione del figlio di Jack Torrance troviamo un pezzettino del King più autentico, dell’uomo che vive dietro lo scrittore, che vuole esorcizzare una volta per tutte i fantasmi del proprio passato ricordandosi che è stato davvero capace di vincerli. L’uomo che scrive Doctor Sleep non può essere lo stesso che ha scritto Shining, e in questo divario risiede proprio la chiave di lettura del romanzo. Il contesto potrà anche sembrare carente di mordente o poco spaventoso, ma questo non dovrebbe distrarre dal punto centrale della questione. Cioè che mentre Shining era il ritratto delle tenebre dell’anima e della follia, Doctor Sleep è un romanzo ottimista e rappresenta la luce della redenzione.

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