Disney+: il futuro dopo l'Investor's Day

Gli annunci dell'Investor's Day Disney hanno proiettato il servizio streaming del colosso dell'entertainment verso un'incredibile evoluzione. Cosa e come cambierà Disney+ nei mesi a venire?

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a cura di Manuel Enrico

Natale è arrivato con parecchi giorni di anticipo. O almeno, questa è l’impressione che si è percepita dopo che l’evento virtuale del l’Investor's Day di casa Disney ha dato una scossa al mondo dell’entertainment, soprattutto in relazione all’agguerrita lotta in ambito streaming. Disney, pur essendo scesa in campo successivamente a due colossi del settore come Netflix e Amazon, sembra fermamente decisa a ritagliarsi il ruolo di leader del settore con il suo Disney+, grazie al suo più che invidiabile parco di proprietà intellettuali, tra cui figurano alcuni dei nomi più importanti dell’entertainment attuale.

Una lotta in cui si è inserita anche Warner con la sua HBO Max, le cui recenti politiche in merito al catalogo proposto sono state oggetto di curiosità, non ultima la decisione di offrire ai sottoscrittori del servizio la visione dell’attesa Wonder Woman 1984 in contemporanea con la proiezione nei cinema americani. Una simile iniziativa poteva spingere Disney a intraprendere azioni simili, ma quanto presentato durante l’Investor’s Day ha dato segnali differenti.

Investor's Day 2020: Disney mostra i muscoli

Parliamoci chiaro: come potrebbe essere diversamente? Disney può vantare il possesso di Star Wars, di Indiana Jones, del mondo Marvel e di altri nomi celebri, come Alien, grazie a una feroce campagna di acquisizioni che nell’ultimo decennio la hanno rese sempre più un polo accentratore. Disney+, in quest’ottica, era un passo imprescindibile. Sono lontani oramai i tempi degli accordi per le distribuzioni, come accaduto ai tempi degli urban heroes marvelliani presentati su Netflix, Disney ha tutti gli strumenti per poter agire indipendentemente, ponendosi come una temibilissima concorrente.

E ne è ben consapevole, come ha detto senza mezzi termini Bob Chapek, durante la live dell’Investor's Day:

“L’incredibile successo che abbiamo ottenuto con la nostra inimitabile offerta di servizi streaming, con più di 137 milioni di sottoscrizioni in tutto il mondo, ha spronato la nostra sicurezza nell’accelerare verso un modello di business di alto profilo. Con i nostri incredibili team creativi e il nostro catalogo di contenuti d’intrattenimento di alta qualità in costante ascesa, che rappresenta ciò che vogliono gli spettatori, crediamo di esserci attestati in una posizione favorevole per raggiungere i nostri obiettivi sul lungo periodo”

Quanto annunciato durante l’Investor's Day, dal punto di vista dell’offerta, sembra esser in linea con il pensiero di Chapek. Soprattutto, pare uno schiaffo morale verso coloro che hanno accusato, in passato, Disney+ di aver un catalogo misero rispetto alla concorrenza, che sforna una serie di nuove proposte con una frequenza maggiore. Ma quantità non sempre significa qualità, come dimostrato da Netflix, che pur presentando delle produzioni interessanti come Elegia Americana e La Regina degli scacchi, le disperde in un palinsesto in cui giganteggiano cocenti delusioni.

Certo, Netflix e Amazon Prime Video non possono vantare dei brand forti come Disney, il che li costringe a rischiare maggiormente. Per assurdo, l’unica IP di richiamo rimasta fuori dal radar Disney è Star Trek, al momento in condivisione dai due canali streaming, con Netflix in possesso di Discovery e del futuro New Frontier e Amazon che racconta le avventure del vecchio Jean-Luc Picard nell’omonima serie. Da un punto di vista delle potenzialità, quindi Disney+ sembra essere avvantaggiata, data la mole di contesti narrativi solidi a sua disposizione, ma non va dimenticato che avere una fan base pronta significa anche esser soggetti a un severo e certosino scrutinio, in cui il fan sfegatato becca ogni minima imperfezione e te la sbatte impietosamente in faccia.

Giocare su brand già fidelizzati tra gli appassionati, in quest’ottica, è un rischio che in Disney hanno accettato con coraggio, dimostrando di sapere come gestire complessi universi narrativi, dando solidità e osando senza dissacrare i dogmi delle continuity.

Star Wars su Disney+

Sino a oggi, il prodotto di punta di Disney+ è stato The Mandalorian, la prima serie live action di Star Wars, che ha tenuto a battesimo il servizio streaming della major. Esordio strepitoso, capace di far perdonare le critiche seguite all’ultima trilogia cinematografica della saga creata da George Lucas, riaccendendo una passione incredibile per la galassia lontana, lontana.

The Mandalorian è un prodotto che, alla luce di quanto mostrato durante l’Investor's Day, è stato utilizzato magnificamente come fulcro su cui far ripartire il mondo di Star Wars. In La Jedi è ricomparsa Ahsoka Tano, ed ecco che viene annunciata la sua serie in cui Rosario Dawson tornerà a vestire i panni della togruta.  Ma al contempo, sono state presentate altre serie che espanderanno questo complesso e variegato universo narrativo, con alcuni titoli che hanno fatto strabuzzare gli occhi ai fan (in Obi-Wan sarà presente anche Darth Vader, ci rendiamo conto?), e che saranno accompagnati da pellicole che continueranno questa esplorazione. E chi scrive, ha grandissime aspettative per il Rogue Squadron di Patty Jenkins.

Certo farsi forti con un’IP come Star Wars può sembrare facile, ma la debacle degli ultimi film al cinema ha dimostrato come i fan duri e puri della Forza siano pronti a contestare duramente. Quindi, avventurarsi in un’impresa simile è anche un rischio, soprattutto ora che il Canon, l’ordine cronologico ufficiale e intoccabile del mito di Star Wars, è l’assioma da non violare mai. Il successo di The Mandalorian, grazie al duo Favreau-Filoni, ha dato nuova linfa alla saga e fiducia, sia negli spettatori che a Disney, che dopo aver dimostrato che la Forza scorre ancora potente in lei ha tutte le carte in regola per avventurarsi verso nuovi orizzonti della saga.

Un’evoluzione che si dipanerà sia nel comparto seriale che in quello cinematografico. Gli annunci Marvel e Star Wars (i più attesi, ammettiamolo) hanno ribadito come Disney non intenda effettuare una migrazione della propria produzione al direct to stream, ma abbia ancora a cuore le sale cinematografiche.

Il futuro di Disney+ è nella Casa delle Idee

Da dieci anni, Disney ci ha viziato con una lunga saga dedicata ai supereroi di casa Marvel, ribadendo un legame con i personaggi della Casa delle Idee che ha creato un terreno fertile per nuove produzioni che espandano e consolidino questo rapporto.

La vera sfida dell’MCU, che sarà giocata più nel comparto seriale che non in quello, sarà riuscire a intraprendere un’evoluzione narrativa convincente. Una serie, siamo onesti, ha molto più respiro per farlo rispetto a un film, come devono aver pensato in Disney. Se a questo aggiungiamo anche il momento complesso e sottile ridefinizione del concetto di ‘sala’ parlando di cinema, ampliare la propria offerta seriale in ottica MCU ha una valenza ancora più preziosa.

L’MCU è orfano di una figura carismatica come Tony Stark? Nessun problema, Disney+ mette in campo gli eredi di Testa di Latta, , Riri Williams e James Rhodes,  con ben due serie: Ironheart e Armor Wars. Cap ha scelto di godersi il meritato riposo nella vita che ha sempre desiderato? Bravo Rogers, lo scudo passa a Sam Wilson che assieme a Bucky Barnes (aka Winter Soldier) diventa protagonista della futura The Falcon and The Winter Soldier.

E stiamo parlando delle serie più attese in quanto diretta emanazione dell’MCU visto sinora, ma prepariamoci a un’autentica invasione di serie brandizzate Marvel, da WandaVision a Hawkeye, da She Hulk a Moon Knight, passando per Secret Invasion. E ovviamente, Loki.

Disney+: il nuovo re dell’entertainment streaming?

Pur essendo stata una delle prime a sperimentare il passaggio dei propri film sullo streaming, alla comparsa delle problematiche legate alla pandemia, Disney ha precisato che i film previsti in sala arriveranno nei cinema come annunciato. Un segnale importante, che al momento prevede una sola uscita in anticipo su Disney+ (Raya) rispetto alla proiezione in sala. Decisione che potrebbe essere dettata dal fatto che è attualmente difficile programmare un’uscita al cinema a marzo, visto che la pandemia è ancora un elemento da considerare, e che l’esperienza di direct to stream con Mulan, che condivide il target di riferimento con Raya, ha dato ragione all’intuizione di Disney.

Il canale streaming della major era ovviamente il protagonista di questo Investor's Day, considerato che era necessario un segnale forte sul suo futuro. Troppe le accuse di un catalogo ancora al di sotto della concorrenza, che si faceva forte solo del citato The Mandalorian e privo di altri titoli avvincenti.

Con l’introduzione di progetti legati non solo al mondo Marvel e Star Wars, il canale streaming si lancia verso una progressiva diversificazione della propria utenza.  Il rinnovo di It’s always sunny in Philadelphia e I Racconti dell’Ancella o l’annuncio di una serie dedicata ad Alien sono spunti promettenti, che consentono di prospettare un’evoluzione di Disney+ verso un’identità varia, in cui possono sentirsi a casa diverse tipologie di spettatori.

Spettatori che vengono visti anche da un punto vista geografico. L’introduzione di due serie realizzate da autori panafricani è un segnale di apertura importante da parte di Disney, un messaggio di inclusività che, se da un lato rappresenta un riconoscimento internazionale della validità della cultura panafricana, dall’altro si può tradurre, in un’ottica più cinica, nella ricerca di una più ampia platea di sottoscrittori, che sentendosi finalmente rappresentati potrebbero dare fiducia allo streaming Disney.

Questo cambio di paradigma di Disney+ si spinge anche a ribaltare quello che era stato il tratto distintivo del servizio streaming Disney, ossia il suo essere un’offerta sostanzialmente family. Questa evoluzione ha portato alla comparsa di Star, servizio integrato in cui saranno presentati contenuti esclusivi di 20th Century, Disney Television Studios e FX, con una particolare attenzione a produzioni adatti a un pubblico maturo.  Se il core business di  Disney+ è un servizio rivolte alle famiglie, Star sarà orientato ad un target più focalizzato, visto che in esso troveranno spazio contenuti ad oggi non disponibili per la loro connotazione adulta (come Deadpool).

Quello che è emerso dall’Investor's Day, una volta assorbiti lo stupore e l’entusiasmo da appassionati, è che il modello di business Disney, che mira ad attestarsi come il brand di riferimento dell’entertainment, ancora una volta mostra i muscoli e non scende a compromessi. Se Disney ha in mano una proprietà intellettuale forte, la trasforma in una macchina da soldi, ne spreme ogni goccia per realizzare un utile, scelta più che comprensibile in ottica commerciale, ma che in passato ha mostrato anche dei limiti (vedi l’ultima trilogia di Star Wars).

Va però riconosciuto a Disney di avere imparato come trovare un equilibrio tra sfruttamento commerciale e qualità dei contenuti, che trova un tratto fondamentale nel rispetto dell’ambientazione. Quando Chapek parla di strepitosi team creativi non esagera, al momento in Disney oltre alla creatività c’è un controllo dal punto di vista produttivo che contempla anche il rispetto del prodotto trattato, come fatto con la draconiana ma necessaria introduzione del Canon in Star Wars, che si configura come una forma di rispetto del fruitore finale. D’altronde, un cliente soddisfatto sarà restio a non rinnovare l’abbonamento.

Sarà interessante, sulla scia degli annunci dell’Investor's Day, vedere le mosse dei competitor Disney nel mercato streaming. Il 2021 si prospetta come un anno interessante per l’entertainment domestico, con Disney che sembra intenzionata a ribadire il suo ruolo di leader del settore dell’intrattenimento. Per i suoi avversari si prospettano tempi decisamente interessanti.

Potete vivere le avventure di Star Wars, degli eroi Marvel e di altri fantastici personaggi sottoscrivendo un abbonamento a Disney+
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