Die! Die! Die!: la recensione di un Kirkman sorprendente
Die! Die! Die! è una delle migliori interpretazioni della nuova frontiera dei comics, e non ci stupisce troppo che ci sia il nome di Kirkman sulla copertina del volume con cui saldaPress presenta al pubblico italiano questa storia adrenalinica.
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a cura di Manuel Enrico
Ha rivoluzionato gli zombie con The Walking Dead, ha rinnovato il tema della possessione demoniaca con Outcast e riscritto il mondo dei supereroi con Invincible. Robert Kirkman è uno dei nomi simbolo di una nuova generazione di autori che hanno saputo imporsi come rinnovatori di ambientazioni tipiche del fumetto, riuscendo a prendere elementi imprescindibili del mondo delle nuvole parlanti e portandoli nella contemporaneità, lasciandosi anche ispirare dagli media del mondo dell’entertainment. Die! Die! Die! è una delle migliori interpretazioni di questa nuova frontiera dei comics, e non ci stupisce troppo che ci sia il nome di Kirkman sulla copertina del volume con cui saldaPress presenta al pubblico italiano questa storia adrenalinica.
Die! Die! Die!, una scommessa vinta
Nel periodo in cui Kirkman annunciava di essere pronto a chiudere la serie che lo ha consacrato a grande nome del mondo dei fumetti, The Walking Dead, lo sceneggiatore sorprendeva tutti annunciando una nuova miniserie in otto capitoli. Inevitabile la curiosità, considerato che ad affiancare Kirkman per la storia di Die! Die! Die! c’è Scott M. Gimple, meglio noto come lo showrunner della serie televisiva di The Walking Dead. Gli elementi per un qualcosa di totalmente inattesa erano tutti pronti, e bisogna riconoscere che le premesse sono state abbondantemente rispettate.
Già l’idea di lanciare sul mercato americano a sorpresa il primo numero di Die! Die! Die! era un chiaro esempio di come questo progetto nascondesse una venda di irriverente follia, tipica di Kirkman. Durante il periodo, come confessò dopo l’uscita il disegnatore Chris Burnham, Kirkman aveva imposto un silenzio totale, in modo da colpire i lettori in modo devastante. Missione compiuta, per la cronaca.
Guerra di spie e grandi complotti
Durante il secondo mandato presidenziale di Barack Obama, si svolge una lotta nell’ombra del mondo delle spie. All’insaputa dell’inquilino della Casa Bianca, un’agenzia governativa che conoscono solo pochi eletti cerca di manipolare figure chiave di governi, multinazionali e sfere di potere, utilizzando qualsiasi mezzo, dal ricatto all’omicidio. Nessuno è al riparo da questa cabala, guidata dalla cinica e calcolatrice Connie Lipshitz. Donna forte, capace di tenere testa ai pezzi grossi di Washington, Connie ha passato metà della sua vita all’interno delle stanze dei potenti, sa come controllarli ma soprattutto sa dove colpirli per manovrarli.
Tra i suoi strumenti, c’è il letale assassino Paul. Agente operativo provetto, Paul è stato addestrato nell’arte dell’assassinio dal padre, dopo che assieme ai suoi fratelli gemelli ha scoperto che il padre era uno spietato mercenario. Assieme ai fratelli John e George diventa un letale assassino, scegliendo di operare per conto dell’agenzia guidata da Connie Lipshitz. Durante una missione viene catturato, e la sua liberazione diventa un obbligo per Connie, che invia il coriaceo agente Nate Lipshitz (nessuna parentela nota) e il fratello di Paul, John, ritiratosi nei boschi per scappare dalla sua vita violenta. Ma cosa potrebbe accadere se un altro fratello scegliesse di schierarsi contro i piani di Connie?
L’idea di Die! Die! Die! è di imbastire una storia che affondi le proprie radici all’interno di quella passione per le storie cospiratorie e i grandi misteri di ciò che accade all’ombra dei poteri forti. Prendete un film di Jason Bourne, aggiungete un pizzico di House of Cards e lasciate cadere qualche goccia di Tarantino, ed avete il cocktail esplosivo che gli autori devono essersi bevuti prima di scrivere la trama di Die! Die! Die!.
Complotti, sparatorie e nessun eroe
Le situazioni presentate, il vero punto di forza visivo del fumetto, sono sempre votate alla spettacolarità più estrema, in cui la violenza viene esaltata anche ben oltre il limite dell’incredibile. All’interno del catalogo saldaPress era già presente un prodotto simile, il Jimmy’s Bastards di Warren Ellis, ma Die! Die! Die! si spinge ancora oltre. Se Ellis aveva spalmato su tutto una patina di ironia simile ad un’estremizzazione del fascino irriverente del James Bond di Moore, Kirkman e Gimple preferiscono ricorrere ad un sarcasmo minimale, per quanto bene inserito, ma che lasci emergere anche delle note di cinismo e critica sociale che vanno oltre il voler stuzzicare la passione per il complottismo.
Per farlo, prima di ogni capitolo della storia, vengono presentate le storie di diversi personaggi coinvolti. In questo modo, i due autori mostrano degli spaccati di umanità delusa e incapace di avere una vita nel mondo ‘normale’, anime che cercano solo qualcuno che li faccia sentire parte di un universo in cui potersi sentire a casa. Il modo in cui viene costruita l’amicizia tra Nate e John, o la sorprendete fragilità con cui ci viene presentata Connie nell’intimità sono elementi dissonanti che sembrano contrastare questo tono ipercinetico e sregolato, ma ne diventano anche la base da cui vivere questa avventura.
Kirkman e Gimple dimostrano come la cura nella creazione di un personaggio sia uno strumento fondamentale per un fumetto riuscito. Die! Die! Die! mostra un campionario umano, per quanto deformato dal tono irriverente e paradossale della storia, convincente e sorprendente emozionante, capace di passare dalla spacconeria di un action movie anni ’80 al ritratto emotivo intimo e straziante. Il tutto inserito in un’avventura che non ha tempi morti, capace di mantenere un tasso di adrenalina costantemente alto, anche nei momenti in cui lo scontro fisico lascia spazio al più letale duello politico dei pezzi grossi di Washington.
La duttilità autoriale di Kirkman trova pieno sfogo in Die! Die! Die!, dove riesce a dare risalto sia alla violenza degli operativi sul campo, che alla lotta nelle ombra tra la Lipshitz e il suo rivale Barnaby Smith, giocata splendidamente sul filo del complotto segreto, capace di esplodere in un colpo di stato incredibilmente divertente.
Quando i disegni fanno la differenza
La forza di questa trama viene però esaltata da un disegnatore eccellente come Chris Burnham. Se nel Nameless di Grant Morrison era stato perfetto nel ritrarre le atmosfere deliranti e fantascientifiche della storia di Morrison, con Die! Die! Die! viene messo in campo il suo incredibile talento nell’impostare le scene d’azione, che tendono a guidare l’occhio delle spettatore a vivere l’azione nella sua totalità.
Lo stesso Bunrham, parlando del suo lavoro su Die! Die! Die!, spiegò che
“Le scene action son state pensate tutte per avere un grande impatto, richiedendo un racconto per immagini il più possibile pulito e nitido, consentendo ai lettori di capire istantaneamente cosa sta avvenendo. Se un lettore si deve fermare nella lettura per cogliere l’essenza del momento, si perde completamente la potenza dello scontro”
Il risultato è una serie di scene di combattimento che sembrano fuoriuscire dalle pagine di Die! Die! Die!, per impattare violentemente nella realtà del lettore. Complice la vivida colorazione di Nathan Fairbarn.
Conclusioni
saldaPress raccoglie l’intero arco narrativo di Die! Die! Die! all’interno di un bel volume il cui nome è già una dichiarazione d’intenti: Pezzo da collezione. La scelta della casa editrice di seguire con attenzione e cura il mondo del comics americano meno noto si è rivelata da tempo una felice intuizione, che ha consentito di creare un catalogo di valide alternative ai più noti fumetti, offrendo ai lettori una varietà di titoli ed ambientazioni tra cui variare le proprie esperienze fumettistiche. Die! Die! Die! è solo l’ennesima conferma di una delle più interessanti realtà editoriali italiane.
Voto Recensione di DIE! DIE!DIE!
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Kirkman è sempre una garanzia
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- I disegni di Burnham sono una gioia per gli occhi
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- Azione, violenza e sarcasmo pungente
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- Connie Lipshitz è la presidentessa che tutti vorremmo
Contro
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- Alcune scene sono ridicolmente splatter
Commento
DIE! DIE! DIE! è l'ennesima dimostrazione della verve creativa di Robert Kirkman. Una storia adrenalinica che unisce una folle guerra nelle ombre con violenza inaudita e una sottile critica al potere che diverte, entusiasma e strappa qualche risata per situazione assurde, magnificamente disegnate da Chris Burnham