Devil's Reign, la vera dimensione urbana del Marvel Universe

Devil's Reign è il maxi evento di Daredevil che mostra la forza della dimensione urbana del Marvel Universe

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a cura di Manuel Enrico

La Marvel e New York hanno un rapporto simbiotico, da sempre. Vuoi perché la sede della Casa delle Idee è nel centro della Grande Mela, vuoi perché gran parte dei suoi primi personaggi hanno mosso i primi passi nelle strade della metropoli più conosciuta del mondo. Le motivazioni possono essere svariate, ma è innegabile che le strade newyorkesi sono state il teatro delle avventure più amate, delle grandi tragedie degli eroi marveliani, specialmente quando andiamo a toccare il contesto degli urban heroes, quei supereroi fortemente legati alla propria territorialità. Personaggi che spesso rimangono nell’ombra, mentre i lettori si perdono nelle grandi saghe galattiche come Secret Wars o in eventi epocali come Secret Empire o Civil War, ma che recentemente sono stati gli assoluti protagonisti di Devil’s Reign, maxievento che proprio nella dimensione newyorkese ha la sua essenza.

Se si parla di urban heroes, a guidare questi eroi è il Cornetto, il caro, vecchio Daredevil. Sin dalla sua nascita, Matt Murdock è stato radicato alla sua Hell’s Kitchen, che nel suo cuore rimane tale anche ora che la riqualificazione urbana ha ribattezzato quel quadrilatero di Manhattan Clinton, sperando di cancellarne il passato da bassofondo. Non stupisce, quindi, che Devil’s Regin sia sviluppato proprio sulla figura di Daredevil e, ovviamente, della sua storica nemesi. Comprendere quanto questo senso di appartenenza sia fondamentale per il Diavolo Custode e quanto lo sia per il Kingpin, seppure in modo differente, è essenziale per comprendere al meglio l’essenza di Devil’s Reign. Entrambi figli dei quartieri popolari e proletari, i due hanno sempre visto la protezione del proprio quartiere come un compito prossimo alla crociata, contro il crimine per il Cornetto, contro i rivali criminali per Wilson Fisk, arrivando alla conquista della vetta ad ogni costo. Mentre uno lotta nei vicoli, l’altro si fa strada nella mala, con violenza o corruzione, sino alla mossa finale: diventare sindaco. Sembra impossibile? No, anzi la costruzione di questo evento è stata studiata non solo appoggiandosi alla storia recente di Daredevil e del Marvel Universe, ma anche al complesso rapporto che da sempre i newyorkesi hanno con il proprio sindaco.

Devil's Reign è il maxi evento di Daredevil che mostra la forza della dimensione urbana del Marvel Universe

Urban Heroes e New York, un rapporto simbiotico

Ne fa un preciso sunto Carlo del Grande nella sua introduzione al volume Devil’s Reign: il Pugno di Fisk, dove spiega con particolare accuratezza questo rapporto di dipendenza tra newyorkesi e sindaco, ricordando figure come La Guardia o Giuliani, due simboli di rivalsa in periodo difficili. E chi meglio di un simbolo di speranza, di forza nei tempi cupi può divenire il nome forte da portare alla guida della città? Interrogativo che diviene la forza con cui Wilson Fisk, dopo gli eventi di Secret Empire, in cui ha guidato a suo modo la cittadinanza attraverso un momento oscuro (letteralmente!), utilizzando la presenza del falso Cap come riprova che i supereroi, i suoi eterni rivali, siano in realtà un pericolo. Arrivato alla vittoria divenendo sindaco, non ha perso tempo a trasformare i super in criminali, con una serie di leggi che ne minano l’operatività, con un bersaglio in particolare: Daredevil.

Si potrebbe opinare che il primo urban hero sia Spider-Man, almeno anagraficamente, ma è innegabile che per quanto il Tessiragnatele abbia volteggiato per le strade della Grande Mela, le sue avventure tradizionali si sono sempre concentrate su sfide eroiche che hanno mancato di cogliere quello spirito da storia della strada che è invece proprio di Daredevil. Vuoi perché in origine Matt Murdock arriva da uno dei quartieri più malfamati di Manhattan, Hell’s Kitchen, vuoi perché i grandi cicli del personaggio si sono spesso concentrati sulla valorizzazione dei mali della quotidiana newyorkese, lontani dagli sfavillanti grattacieli come il Baxter Building, per volgere lo sguardo ai vicoli malfamati e alle vicende di umana disperazione. Sulla sua scia sono poi arrivati altri eroi urbani, come Luke Cage, che hanno fatto della loro origine street level la propria anima. Creando un vero distacco tra gli eroi più noti della Casa delle Idee, impegnati in grandi saghe anche tra le stelle, mentre a questi eroi rimaneva il compito di tenere pulite le strade di New York.

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A questo, si aggiunge il ruolo di uomo di legge di Daredevil, che nella sua identità quotidiana di Matt Murdock è un avvocato. Connubio intrigante, aggravato dalla sua morale fortemente influenzata dalla rigorosa educazione cattolica che lo ha spinto a sviluppare un particolare rapporto tra colpa e punizione, tra necessità di intervenire e senso di responsabilità. Tutti elementi utilizzati al meglio da Zdarsky nel tirare le fila degli ultimi anni della vita editoriale di Daredevil per dare vita al suo Devil’s Reign.

Road to Devil’s Reign

Durante la sua permanenza a San Francisco, durante la run Samnee, dopo che per diverso tempo tutti hanno saputo che Daredevil e Matt Murdock erano la stessa persona, Matt comprende come la sua doppia identità così pubblica sia un pericolo per le persone a lui vicine, accettando quindi un’offerta fattagli dai Bambini Porpora: far dimenticare a tutti che Daredevil sia Matt Murdock. La fine di un ciclo, che potete leggere nel volume Un diavolo a San Francisco, che ci riporta a uno status quo ante, dove il buon Matt torna nella sua New York, avviando una carriera da procuratore distrettuale, guidato dalla penna prima di Charles Soule (che ha un vero passato da uomo di legge!) e poi da Chip Zdarsky. Periodo duro, in cui Matt deve confrontarsi con l’ascesa di Kingpin a sindaco di New York, grazie alla citata figura di guida della città esercitata durante Secre Empire, muovendosi in un delicato equilibrio tra rispetto delle leggi e voglia di aggirarle per potere utilizzare quanto scoperto grazie al suo ruolo di vigilante, come la presenza di brogli elettorali. Gli ultimi due anni della vita di Matt, comunque, sono stati caratterizzati da momenti di grande emotività, come la costruzione di una nuova criminalità formatasi dall’assenza di Fisk come Kingpin, e alcuni passaggi poco convincenti, come l’apparizione del finto fratello Mike Murdoch, eredità di una vecchia era del Cornetto riportata in auge con un discutibile deus ex machina. Il tutto, mentre Fisk avviava una sua crociata contro i supereroi newyorkesi.

Le memorie di Civil War ci ricordano come non è la prima volta che essere un metaumano diventi complesso per i supereroi. Contrariamente alla vicenda dell’Atto di Registrazione, qui la dimensione urbana coinvolge solo gli urban heroes, che si ritrovano a dover affrontare una minaccia non meno letale, considerato che Kingpin non esita a coinvolgere una propria squadra di agenti autorizzati, i famigerati Thunderbolts, incaricati di catturare i recalcitranti eroi. Ma come si pone la cittadinanza? Qui Fisk compie apparentemente un miracolo, arrivando a convincere come i supereroi siano in realtà una minaccia, perché da sempre irresponsabili delle proprie azioni, una voce insistente che, complici eventi passati, trova terreno fertile, specie se si usa un piccolo incentivo, come l’Uomo Porpora.

Eppure, gli eroi decidono di non arrendersi. Nonostante le sue recenti traversie personali, Daredevil non intende arrendersi, aiutato dai suoi amici che tentano un piano insperato: candidare Cage a sindaco, contro Fisk. Una lotta su due fronti, politico ed eroico, geniale trovata di Zdarsky che riesce a trovare un giusto compromesso per realizzare una chiusura di un ciclo per Daredevil e imprimere al contesto urban marveliano una freschezza avvincente.

Devil’s Regin non è solo Daredevil

Non è semplice introdurre in un contesto supereroico un taglio contemporaneo di realismo, appellandosi a quelle che sono tematiche attuali e solitamente non associate alla narrazione a fumetti. Grazie alla buona costruzione dell’elemento legale e giurisprudenziale dei precedenti autori, Soules in primis, il mondo di Daredevil è divenuto terreno fertile per questo House of Cards marveliano, in cui il terreno di scontro è sia muscolare, come da tradizione della narrativa supereroica, che prossimo al legal drama. La predisposizione di Matt Murdock, reduce da un periodo che lo ha spinto ad affrontare le proprie convinzioni spingendolo anche ad accettare il carcere come riabilitazione del proprio nome (ereditato da Elektra per non lasciare NYC priva del suo Diavolo Custode), a figura di rottura del rapporto tra cittadini ed eroi, è stato propedeutico a questa trama esplosiva e dinamica. Come da tradizione nella narrativa del Cornetto, la città e i suoi meccanismi, specie i meno leciti e nobili, sono tornate a essere protagonisti autentici, strumenti nella mani di un potere illecito che aggira la legge usando la legge stessa, tema molto caro ai narratori critici contemporanei di vari media.

Pur non potendo negare la preminenza della figura del Cornetto negli eventi di Devil’s Reign, l’evento orchestrato da Zdarsky è una storia corale in cui la vicenda personale del Diavolo Custode è un elemento cardine per dare risalto a una più complessa dinamica. Lo testimoniano la presenza di due pubblicazioni parallele, come La Donna Senza Paura (mini in tre parti dedicate a Elektra nei panni di una Daredevil sui generis) e di Devil’s Reign – Il Pugno di Fisk (in cui alcune short stories aiutano a comprendere meglio questo complesso evento). L’importanza del ciclo di Zdarsky risiede nell’avere realizzato il primo maxievento urban, in cui un lato spesso ignorato dei comics marveliani, ossia la forza radice cittadina legata a New York, trova finalmente piena vitalità. Sfruttando abilmente quanto raccontato in precedenza da Soules, la costruzione di una dimensione che fosse maggiormente legata alla natura giuridica e sociale tipica di Daredevil, si è deciso di concretizzare queste diverse linee narrative abbozzate in precedenza, conducendole a una conclusione che fosse sia fine di un ciclo, che un potenziale starting point non solo per Daredevil, ma per tutti gli urban heroes.

Che nonostante la sconfitta di Fisk non hanno realmente vinto, considerato che pur essendo divenuto sindaco della Grande Mela, Luke Cage deve comunque convivere con un ordinamento legale che sul suolo cittadino limita enormemente i supereroi. L’eredità di Devil’s Reign non è solamente un nuovo futuro per Daredevil, che intraprende una crociata contro la Mano assieme all’amata Elektra, ma anche un nuovo ordine cittadino che rappresenta un’interessante visione di come potrebbe cambiare la vita degli eroi marveliani newyorkesi.

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