Detective Conan: The Culprit Hanzawa, uno spin-off che vi conquisterà

Simpatico, divertente, fin troppo breve. Lo spin-off Detective Conan: The Culprit Hanzawa arriva su Netflix e convince dal primo episodio.

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a cura di Livia Soreca

Febbraio inizia con il piede giusto, soprattutto per i fan del Detective Conan. Su Netflix, che sfortunatamente non ha mai acquistato i diritti per la serie madre, arriva lo spin-off Detective Conan: The Culprit Hanzawa dello studio TMS Entertainment. Questa serie anime di 12 episodi non vede più il nostro Shinichi in miniatura risolvere casi e smascherare colpevoli, bensì lui: l'assassino, o meglio quella sagoma nera che nel manga di Gosho Aoyama e nell'adattamento televisivo di successo rappresenta la figura del criminale in incognito. È l'adattamento anime dell'opera di Mayuko Kanba, pubblicata a partire dal 2017. Questo spin-off si presenta sin da subito come una piacevole sorpresa, e con la sua leggerezza arriva proprio nel momento giusto. Ma cos'è che lo rende così piacevole ed efficace?

Perché Detective Conan: The Culprit Hanzawa funziona?

Non bisogna essere in pari

Detective Conan (Meitantei Konan), conosciuto in occidente anche come Case Closed, è una di quelle opere che ha visto molti fan arrendersi troppo presto e che, talvolta, ha scoraggiato i neofiti ad avvicinarsi, dovendo recuperare più di mille capitoli. Nonostante J-Pop abbia dato nuova vita al manga con l'ultima edizione (acquistabile su Amazon a questo link), non è comunque impresa facile restare al passo,  visto che nel 2024 compirà 30 anni. Certo, è pur vero che non si sta parlando di un'opera corposa come One Piece ma di una narrazione ad episodi autoconclusivi in cui la trama principale scorre molto più lenta del previsto; proprio per questo, non bisogna temere il suo nuovo spin-off.

Detective Conan: The Culprit Hansawa, infatti, si lascia guardare tranquillamente senza che lo spettatore debba essere in pari con la storia di Shinichi. Sarà sufficiente richiamare alla memoria ciò che si conosce dai tempi in cui l'anime era trasmesso su Italia 1. Anche chi non è perfettamente aggiornato può godersi questo breve spin-off e seguire le vicende di Hansawa, l'inconfondibile sagoma nera.

È tutto ciò che non vi aspettate

Alla notizia dell'assassino in incognito come protagonista, se non si conosce il manga, ci si aspetterebbe una lunga serie di delitti da lui commessi mentre Conan cerca di risolverli, eppure niente di tutto ciò fa parte dello spin-off di Netflix, e lo si evince sin dal primo episodio. Hanzawa è un giovane assassino che, alla ricerca di un misterioso uomo da uccidere, ha bisogno di una sistemazione permanente.

Più che un criminale alla ricerca di un covo segreto, sembra di guardare un giovane che ha appena deciso di andare a vivere da solo nella grande Tokyo e cominciare una nuova vita. È vero, sembra quasi l'incipit di Nana di Ai Yazawa, ma in effetti è la prima grande sorpresa di questa serie anime. Il protagonista non è esattamente come ce lo immaginiamo, tant'è che ha persino paura di vivere in una casa in cui è stato commesso un omicidio. Questi numerosi contrasti tra la silhouette che crediamo di conoscere e la sua vera natura sono un leitmotiv che accompagnerà lo spettatore dall'inizio alla fine, in una lunga serie di divertenti gag comiche.

Detective Conan: The Culprit Hanzawa è esilarante

Dal primo all'ultimo episodio, il protagonista è dunque invischiato in diverse situazioni di un'ordinaria routine che, però, diventano quasi paradossali; non solo, ad esempio, la paura per gli assassini, ma anche futilità come la voglia di trovare capi d'abbigliamento neri - come se ne avesse bisogno - e il conseguente dramma nello scoprire che non se ne vendono più. Detetive Conan: The Culprit Hanzawa è un anime esilarante, e il suo carattere comico spicca anche nella sigla d'apertura, ricca di immagini buffe che tendono subito a ridicolizzare il protagonista e a spogliarlo di qualsiasi connotazione crudele e maligna.

Lo spin-off di Netflix è ricco di ironia che si riversa sulla stessa serie Detective Conan. Questo "bambino salvatore" qui viene visto come un demone portatore di guai. È solo colpa sua se la vita dei criminali è in pericolo, e per questo è una vera minaccia per la città. Questo divertente capovolgimento non è la sola presa in giro che la serie compie. Sicuramente molti di voi, leggendo un capitolo di Detective Conan, avranno pensato questo almeno una volta:

Incredibile, non c'ho capito niente ma ha già risolto il caso!

Queste sono le parole di Hanzawa, in un contesto preciso, volte indubbiamente a fare ironia sulla narrativa di Aoyama e, più in generale, sui gialli in cui il detective risolve il mistero notando dettagli che sfuggono a tutti, avendo la soluzione in tasca ancor prima che lo spettatore metta insieme i pochi pezzi a disposizione. È una caratteristica molto forte in Case Closed: Conan ha sempre la risposta in pugno, senza mai svelare le sue deduzioni, almeno non prima di fingersi Goro.

Lo spin-off ha una propria identità

Abbiamo visto come la cosiddetta sagoma nera passi dal totale anonimato ad essere il primo protagonista di una serie cucitagli addosso, senza che i personaggi della storyline principale possano interferire. Anche se sporadicamente qualche volto noto si fa riconoscere (Ran, Goro, gli amici di Conan, il professor Agasa), c'è da apprezzare il fatto che del piccolo detective ci siano davvero poche tracce. Non che rivederlo non possa far più che piacere, ma non sentirne la necessità lascia intuire che Detective Conan: The Culprit Hanzawa possa farcela da sola, con pochi richiami all'opera madre, quanto basta per contestualizzare il personaggio. Tant'è che si fa anche conoscenza di nuove personalità, tra cui qualcuna non molto diversa dal curioso Hanzawa.

Così come il manga, anche l'anime di Netflix ha uno stile tutto suo nonostante rispetti le condizioni imprescindibili dell'originale. C'è una coerenza interna tra il lavoro di Kanba e l'adattamento televisivo di TMS Entertainment, addirittura espressamente citata dalla buffa silhouette alla fine di quella che, a quanto pare, è solo la prima stagione.

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