Dalle nebbie del passato torna Daryl Zed, personaggio che ha "fatto la differenza" nel modo dell'indagatore dell'incubo. Fin dai suoi esordi Dylan Dog è sempre stato uno dei maggiori protagonisti della scena fumettistica italiana. Un successo che ha comportato, tra le altre cose, una sovraesposizione mediatica senza precedenti, facendolo diventare un vero e proprio fenomeno di costume e che scatenò, alla fine degli anni ‘80, un boom di fumetti a tema horror nelle edicole.
Horror che fornì però ad alcuni detrattori, che vedevano nei mostri e nello splatter che caratterizzavano queste pubblicazioni, delle pericolose ascendenze sui giovani lettori. Per la verità più che su Dylan Dog i problemi di “censura” furono vissuti dalla storica rivista Splatter, che fu oggetto di una vera e propria “crociata” che arrivo a più di una denuncia ed addirittura a un’interrogazione parlamentare. La rivista antologica di fumetti e rubriche, pubblicata in Italia dall’ACME dal 1989 al 1991, fu accusata di essere un “male” da debellare per salvare l’opulenta società dell’epoca dalla violenza e dal crimine.
Tiziano Sclavi non sì lasciò sfuggire la possibilità di dire la sua, scrivendo la storia “Caccia alle streghe”, un albo magistralmente illustrato da Piero Dall’Agnol, una pesantissima critica alla censura che portò alla chiusura di “Splatter” e alla “vittoria” dei benpensanti che s’illusero che “uccidendo” una rivista di “mostri” avrebbero salva la moralità dei giovani lettori.
La trama di quest’avventura era molto semplice, l’Indagatore dell’Incubo era la fonte d’ispirazione di Daryl Zed, un fumetto horror di successo. Il creatore di Daryl Zed è citato in tribunale da un genitore contrario alla lettura di questo fumetto da parte del figlio. Questo scatenerà una guerra tra chi vede nei fumetti horror un semplice intrattenimento e i benpensanti. Una storia con cui Sclavi fotografò un momento nerissimo del fumetto italiano, che nonostante la didascalia “Il finale è aperto all’interpretazione del lettore”, inserita all’inizio dell’albo, ricordò a tutti che il fumetto può perdere una battaglia ma non la guerra contro gli inquisitori.
Nell’agosto 2017, nel secondo Color Fest dedicato ai Remake, quest’avventura fu “riscritta” da Tito Faraci, per i disegni di Nicola Mari e i colori di Luca Saponati. Faraci riadattò questo classico dyaniato ribaltando la prospettiva sclaviana, offrendo ai lettori una storia in cui Daryl Zed, nel suo mondo, legge “Caccia alle streghe”. L’effetto di questo fumetto rovesciato fornì ai lettori uno Zed non solo credibile, ma anche in qualche modo, corrispondente a un certo “lettore tipo” di Dylan Dog di fine anni ’80, inizio ’90, che cercava un po’ di ragazze svestite, tanto splatter e una spruzzatina di giallo e azione.
Visto il grande successo di critica di questa storia, alcuni mesi dopo l’uscita dell’albo, Roberto Recchioni annunciò che Faraci era al lavoro su una miniserie dedicata proprio a Daryl Zed, senza però dare delle tempistiche certe sul progetto. Qualche giorno fa è stato rivelato che in attesa dell’arrivo in fumetteria di questa miniserie, che dovrebbe avvenire nel 2020, Daryl Zed, accompagnato dalla sua speciale pistola, si “presenterà” ai lettori con un albetto a colori di 24 pagine, che sarà distribuito gratuitamente nelle fumetterie aderenti, il prossimo 30 novembre, in occasione del Free Comic Book Day Italia 2019.
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