Daisy e La Maschera Spezzata segna il ritorno della premiata coppia formata da Lorenza Di Sepio (disegni) e Marco Barretta (testi), autori già dietro il fenomeno web/editoriale Simple & Madama divenuto, oltre che una fortunata serie di libri, anche un magazine. Si tratta del secondo volume, uscito il 6 maggio in libreria e fumetteria per Tunué, di questa saga fantasy/urban fantasy (recuperate i nostri consigli su i migliori fumetti fantasy) che, idealmente, si colloca a metà strada fra l'all-ages e lo young adult.
Saranno riusciti a i due autori a bissare il successo del primo volume che aveva ottenuto un ottimo riscontro di critica e pubblico? Ma soprattutto quale sarà il destino della piccola ma coriacea protagonista Daisy?
Dove eravamo rimasti?
Nel primo volume avevamo fatto la conoscenza di Daisy, una bambina che vive con il padre scrittore. Un giorno, scendendo in cantina, Daisy si era imbattuta in un vecchio manoscritto nascosto sotto una delle assi del pavimento e leggendolo si era ritrovata dapprima al cospetto di un uomo di paglia parlante e poi direttamente catapultata tra le stesse pagine del racconto diventando suo malgrado la nuova protagonista della storia.
Il regno in cui era stata trasportata era sotto il giogo di una Regina Cattiva che durante il primo giorno di primavera faceva rapire dalla città di Redwood una bambina. Daisy si era alleata con il giovane Leaf per creare una resistenza ma le sue buone intenzioni erano state spazzate via dalla potenza della Regina. Dopo aver capito di stare di fatto riscrivendo la storia in cui è piombata, Daisy insieme a Leaf e Paglia (l'uomo di paglia che combatte come un maestro di kung fu) si era avventurata nella Foresta degli Alberi Cantanti per recuperare l'unica arma in grado di sconfiggere la Regina.
Ma il confronto finale con la Regina aveva portato ad una impensabile rivelazione. La storia scritta da suo padre infatti aveva una forte componente "biografia" e la Regina Cattiva in realtà è sua madre. Caparbiamente Daisy aveva quindi deciso di fare affidamento sul suo più grande potere, l'empatia, sacrificandosi e rimanendo nel reame fantastico.
Daisy e La Maschera Spezzata, c'era una volta...
La narrazione di Daisy e La Maschera Spezzata riprende esattamente da dove l'avevamo lasciata. La scelta di Daisy è stata infatti tanto coraggiosa quanto apparentemente inutile perché il regno è ancora attanagliato da una morsa di terrore che anzi forse è persino peggiorata. Questo perché la perfida regina Dahlia è riuscita a trovare un modo per soggiogare la volontà di Daisy, proprio attraverso la maschera spezzata, trasformandola di fatto nel suo agente.
Intanto, nel nostro mondo, Alexander è deciso più che mai a salvare la sua piccola Daisy e sarà Paglia a ricordargli che anche lui possiede un potere, quello delle storie. Scavando a fondo quindi nel suo immaginario, Alexander si arma di tutto punto e decidere di approdare a Redwood. Salvare Daisy tuttavia non sarà facile, il primo passo è quello di spezzare l'incantesimo che la lega alla Regina mentre il secondo sarà quello di spiegare a Daisy che tutte le azioni che ha compiuto contro i suoi amici, compreso Leaf, non sono state compiute coscientemente.
Compresa la gravità della situazione, Daisy deciderà di fare ammenda a modo suo cercando di rinsaldare vecchie amicizie e facendone di nuove per creare così un nuovo "esercito" che possa spodestare la Regina. Ma a proposito della Regina, qual è il suo vero obbiettivo?
Sappiamo infatti di trovarci all'interno di un Regno che per quanto concreto è pur sempre immaginario e Dahlia ha avuto, sin dall'inizio, un ruolo ben preciso così come pensato e scritto da Alexander ma a quanto pare Daisy e la Maschera Spezzata hanno un ruolo e un potere più grande di quello che tutti avevano immaginato. Ancora una volta la connessione fra la realtà e questo reame fantastico si manifesterà con conseguenze estremamente drammatiche ed imprevedibili.
Un volume di passaggio ma con qualche spunto interessante
L'unico vera "pecca" Daisy e La Maschera Spezzata è quella di essere di fatto il secondo capitolo di una evidentissima trilogia. Così come accaduto per il volume precedente, la sceneggiatura di Marco Barretta è asciutta e diretta e tutta votata a sterzare situazioni e personaggi verso l'ottimo cliffhanger che chiude il volume e che conferma come la storia sia tutt'altro che conclusa.
C'è da dire che la "schiettezza" narrativa di Barretta, che costituisce sempre un pregio a fronte di narrazioni contemporanee spesso eccessivamente convulse, mantiene alta l'attenzione pur perdendo quegli spunti che, nel primo volume, erano dati dall'introduzione dei vari personaggi e dal world-building. Qui l'autore invece deve semplicemente "ricollocare" i suddetti personaggi nell'ambito di un plot a più ampio respiro che però non gli impedisce di concedersi qualche gustosa citazione (che riprende la meta-testualità del precedente volume) e soprattutto di mantenere inalterata la freschezza di tematiche come amicizia, sincerità e amore trattate in maniera delicata e facilmente accessibile ad appannaggio forse più del pubblico più grandicello (che spesso fatica a relazionarsi con questi sentimenti) che a quello a cui è effettivamente è indirizzato il volume.
Tornando invece al plot, l'autore riprende soprattutto l'ultima fase dello schema classico "eroe-ricerca-ricompensa" valutando gli esiti della ricerca, come detto tutt'altro che positivi, per poi riprendere nuovamente suddetto schema in maniera sempre efficace e operando di fatto soltanto qualche piccola variazione sul tema.
Lorenza Di Sepio, efficace immediatezza
Lorenza Di Sepio offre un'altra prova maiuscola ai disegni dimostrandosi ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, una delle disegnatrici più efficaci, duttili e puntuali del panorama nostrano.
Il lavoro della disegnatrice è incentrato soprattutto sulla costruzione della tavola e sullo storytelling. La tavola infatti alterna uno schema di stampo classico e derivato dai comics con una progressiva ma evidente apertura verso soluzioni sempre più dirette e aerose. I riquadri si fanno infatti sempre più ampi, diminuendo ovviamente sulla pagina, fino ad arrivare a pagine intere dal forte impatto.
Dal punto di vista del tratto la Di Sepio si muove sicura grazie ad uno stile che mescola in maniera puntuale influenze occidentali con influenze nipponiche, da un lato una certa morbidezza disneyana dall'altro una attenzione tanto nel character design quanto nelle ambientazioni derivate da una certa animazione d'autore che si rifà ad Hayao Miyazaki giusto per citare il nome più conosciuto. C'è da segnalare l'ottimo lavoro ai colori con campiture ampie e omogenee e tonalità pastello che ben si adattano alla storia ma che purtroppo sono penalizzate da una resa non eccellente causa scelta della carta usomano.
Altro aspetto da sottolineare è la capacità della disegnatrice di inglobare la forte espressività dei suoi personaggi, che in altri lidi sfocia nelle istanze comiche per cui è diventata famosa, in una drammatizzazione vibrante ma mai esasperata capace di generare una forte empatia con il lettore.
Il volume
Tunué confeziona un volume brossurato dalle dimensioni che si avvicinano a quelle di un albo francese (16,8x24 cm) molto agile che esalta, proprio per le sue dimensioni, l'ottimo lavoro grafico di Lorenza Di Sepio. Da notare anche come il volume abbia gli angoli smussati quasi a voler ricordare un albo illustrato e avvicinandosi così alle pubblicazioni tipiche del target di pubblico a cui idealmente è rivolto. Dal punto di vista carto-tecnico viene utilizzata una carta usomano bianca e porosa, dalla discreta resa grafica ma che forse smorza un po' troppo i colori.
Dal punto di vista editoriale invece il volume è decisamente spoglio: sarebbe stato d'uopo forse inserire un piccolo riassunto del volume precedente magari sotto forma di scheda riassuntiva dei protagonisti. Come extra invece ci sono solo due pagine di sketch e bozzetti preparatori della disegnatrice.