Cyberpunk, il significato e l’origine di un genere
Cyberpunk. Basta una sola parola per richiamare alla nostra mente un flusso incontenibile di immagini, luci e suoni, ed è innegabile che questo termine stia rivivendo ormai da qualche tempo un rinnovato interesse, ma di che si tratta esattamente?Il cyberpunk nasce come corrente letteraria, un sottogenere della fantascienza, e le sue radici affondano sino agli anni ‘60 con scrittori come J. G. Ballard e Philip K. Dick, ma ben presto raggiunge la cultura di massa, tanto da rientrare anche all’interno della Treccani, che lo definisce come un “Genere narrativo in cui temi legati alla realtà delle società postindustriali (cibernetica, robotica, telematica, realtà virtuale, biotecnologie, clonazione) vengono elaborati fantasticamente nel segno di un’ideologia contestataria, di ribellione e critica sociale, analoga a quella del movimento punk o della musica punk rock”.
Già da questa definizione è facilmente intuibile che si tratta di un mix esplosivo pieno di energia, dove la cultura punk incontra la tecnologia in un futuro multietnico distopico, con le lunghe mani delle megacorporazioni che si muovono in un tessuto sociale caratterizzato da un enorme divario tra ricchi e poveri. Si tratta di un mondo che offre innumerevoli spunti, dall’action, all’investigativo, passando per il cospirativo, il mistico e il filosofico, sicuramente l’aspetto più profondo e caratterizzante di questo genere che va a sollevare riflessioni sul rapporto uomo/macchina, sul significato di anima, delle religioni e dell’uomo stesso.
Dalla sua nascita, complice la possibile declinazione trasmediale che abbraccia letteratura, cinema, musica e tutto il mondo dell’entertainment in senso lato, la “voglia” di cyberpunk sta crescendo sempre di più. Solo per fare qualche esempio tra le sue incarnazioni più recenti e conosciute possiamo citare il film Blade Runner 2049 (uscito nelle sale due anni fa, seguito del famoso Blade Runner del 1982), la serie TV Altered Carbon (distribuita a inizio 2018 da Netflix e di cui ora si attende la sua trasposizione in gioco di ruolo) e quello che molti di noi stanno aspettando, ossia il videogame Cyberpunk 2077 sviluppato da CD Project Red (inutile dirlo, gli stessi di The Witcher). Il motivo di tanta attesa è presto detto: si tratta di un adattamento del gioco di ruolo da tavolo Cyberpunk, pubblicato da R. Talsorian Games nel 1988 (conosciuto soprattutto nella sua seconda incarnazione del 1990 intitolata Cyberpunk 2020), che ha da sempre conquistato i giocatori di tutto il mondo. A gettare benzina sul fuoco ci pensano poi i vai rumors che darebbero ormai per molto probabile, per non dire certa, anche una nuova versione del gdr da tavolo.
Quali giochi
A questo punto, se anche voi siete vittime di questa “febbre” da cyberpunk o se sul vostro comodino c’è da sempre una copia di Neuromante di William Gibson, allora siete certamente dei giocatori alla ricerca di trasposizioni ludiche di queste atmosfere colorate dalle luci al neon.Sebbene non sia un genere così esplorato come il fantasy, che siate appassionati di giochi in scatola o giochi di ruolo, sicuramente non avrete troppa difficoltà a trovare un gioco che soddisfi il vostro palato, ma per facilitarvi la ricerca eccovi una breve lista esemplificativa senza pretesa di esaustività:
Giochi in scatola:- Android: Netrunner: gioco di carte asimmetrico di Fantasy Flight Games e distribuito in Italia da Asmodee.- Shadowrun Crossfire: deck-builder di Catalyst Game Labs ambientato nello strano, ma ormai consolidato, mondo di Shadowrun (nato come gioco di ruolo, nel tempo ha visto anche alcune incarnazioni nell’ambito dei videogames).- Human Interface: Nakamura Tower: titolo skirmish della polacca Postindustrial Games ltd, principalmente 1 vs 1, anche se è possibile avere sino a 6 giocatori (nel 2017 si è conclusa positiviamente la campagna di raccolta fondi per il secondo capitolo “Be a Better Human”).
Giochi di ruolo:- Cyberpunk 2020: lo storico, il capostipite, il gioco che ha lanciato il cyberpunk nel mondo ludico. Non credo ci sia da aggiungere altro se non che è ormai fuori produzione da tempo (è stato pubblicato nel 1990 con distribuzione in Italia di Stratelibri), seguito successivamente da una nuova edizione intitolata Cyberpunk V3 (2008) purtroppo bocciata da molti giocatori.- The Sprawl: titolo “moderno” approdato nel mercato italiano in occasione di Lucca Comics & Games 2017, edito da Dreamlord Press, è l’incarnazione cyberpunk del sistema PbtA (Play by the Apocalypse).- Interface Zero 2.0: manuale di ambientazione che si appoggia al sistema generico Savage World, edito da Gunmetal Game e distribuito in italia da GG Studio- Android - Shadow of the Beanstalk: gioco edito da Fantasy Flight Games attualmente in pre-ordine, si tratta di un modulo di ambientazione per il sistema Genesys Roleplaying System ideato sempre dalla stessa FFG e che vi porta nel mondo di Android, il medesimo del gioco in scatola Android: Netrunner.
A tempo di musica
La voglia di cyberpunk c’è, il gioco l’abbiamo scelto, non ci resta che iniziare, del resto non serve altro, o forse no?La musica.Stiamo parlando di un elemento intangibile, per certi versi ingiustamente considerato accessorio, o a volte addirittura superfluo, e che spesso e volentieri alimenta infinite discussioni nei vari forum e nelle varie community alla ricerca di una risposta all’annosa domanda “accompagnamento musicale sì o no?” e soprattutto “qual è la miglior playlist?”.Con questo articolo vogliamo prendere il coraggio a due mani e cercare di trovare una risposta a queste domande, o quanto meno di fornirvi qualche elemento in più per aiutarvi a districarvi nel mondo musicale con particolare attenzione a quello affine all’ambientazione cyberpunk.
La funzione della musica
Prima di tutto dobbiamo comprendere quali sono i vantaggi ottenibili dall’introduzione della musica nelle nostre sessioni di gioco e la prima risposta più ovvia e semplice è quella di creare l’atmosfera giusta.Questo vale in particolar modo per i giochi di ruolo, dove l’immersione nel mondo ricreato a parole dal master e dai giocatori è di fondamentale importanza, perché immedesimarsi in un ruolo significa imparare a percepire le emozioni del personaggio che stiamo interpretando e uno degli strumenti per veicolare le emozioni è proprio la musica. È capitato a tutti di percepire un cambiamento di umore ascoltando semplicemente un brano musicale ed ecco che quindi possiamo già capire che la musica è uno strumento che non solo ci permette di amplificare le emozioni, ma anche di indirizzarle portando quindi i giocatori nella direzione più affine all’ambientazione di gioco, sia esso di ruolo o in scatola.
Come utilizzare la musica
Ora che abbiamo compreso che la musica ci può aiutare a creare l’atmosfera giusta di gioco, a facilitarci nel lavoro di immedesimazione e a “guidare” le emozioni dei partecipanti al gioco, vediamo di capire come utilizzarla al meglio.Per quanto riguarda i giochi in scatola il mio consiglio è di crearsi una playlist, in modo tale che il ritmo di gioco non venga interrotto dalla necessità di cambiare traccia. Cercate brani omogenei tra di loro per mantenere uno stile ben definito che garantirà la percezione della giusta atmosfera, ma non esagerate altrimenti la musica diventerà un tappeto sonoro che andrete lentamente ad ignorare annullandone la sua utilità. Trovate piuttosto variazioni nella velocità e ritmo dei vari brani senza sbalzi eccessivi.Questi consigli vi potranno sembrare un’ovvietà, ma proprio perché lo sono che spesso si rischia di non prenderli in considerazione e di ignorarli.I giochi di ruolo richiedono invece a mio avviso un minimo di progettazione in più, questo perché l’utilizzo di una semplice playlist alla lunga rischia di essere deleterio, occorre quindi imparare a gestirla con un pizzico di attenzione in più. Senza perderci le notti e senza esagerare, basta tenere a mente pochi concetti per ottenere buoni risultati, perché dobbiamo ricordarci che la gestione della musica non deve assolutamente interrompere il flusso narrativo di gioco, altrimenti rischiamo di spezzare quella magia di cui siamo alla ricerca.Prima di tutto prepariamoci una playlist da utilizzare come sottofondo, il consiglio è di orientarsi verso l’ambient, dobbiamo ottenere un tappeto sonoro quasi neutrale, che riempia la narrazione senza infastidirla.Ora la vera accortezza è quella di prepararci dei brani per evidenziare determinate scene, per certi versi dobbiamo pensare come se stessimo realizzando la colonna sonora di un film e la musica deve servire a evidenziare i cambi di ritmo narrativo e creare aspettative verso determinate scene. Avete presente il classico carillon che precede le scene di tensione nei film horror? La musica vi sta già preparando a qualcosa, sta creando tensione, senza che in realtà sullo schermo sia successo nulla.Altro elemento importante: utilizzate un motivo, un tema che caratterizzi le vostre avventure, può essere un brano o una melodia che utilizzerete in vari momenti lungo la stessa avventura o lungo tutta la campagna (questa tecnica rende meglio nel lungo periodo perché permettere ai giocatori di riconoscere il tema melodico). Si tratta di un tema musicale ricorrente che può essere associato a una particolare persona (es. la famosa marcia imperiale di Guerre Stellari vi rimanda subito a Darth Vader), a un luogo o una situazione e serve per attirare l’attenzione su particolari elementi narrativi.Un ultimo consiglio: anche il silenzio può essere utilizzato come elemento musicale.
Quale musica?
Quelli che vi riporto di seguito sono solamente suggerimenti, spunti, che vi possono aiutare per trovare la vostra colonna sonora perfetta.Innanzitutto non possiamo prescindere da musica con forti elementi elettronici, stiamo pur sempre parlando di un genere fantascientifico, dove è continuo il confronto uomo/macchina e questo lo dobbiamo riportare anche all’interno dei brani che andremo a selezionare. Per il resto ricordiamoci che il cyberpunk si presta a moltissime declinazioni narrative, possiamo passare da avventure più prettamente d’azione dove far emergere maggiormente un’incalzante ritmica d’impronta elettronic-music, o sfumature più “sporche” e per l’appunto punk fino a toccare lidi industrial, ma potremmo doverci confrontare anche con atmosfere più investigative, piuttosto che intimiste e che puntano sulla riflessione del ruolo dell’uomo in un futuro distopico dove la tecnologia ha ormai stravolto il concetto di umanità. Insomma, non c’è una ricetta perfetta, starà voi dosare e selezionare nella maniera più opportuna i vari brani e creare quella che sarà la vostra colonna sonora perfetta.
Access to Arasaka – album “Oppidan” (2009): già il nome è una chiara dichiarazione d’intenti, infatti Arasaka Corporation è una delle megacoporazioni del gioco di ruolo da tavolo Cyberpunk. L’album è un esempio di IDM (Intelligent Dance Music) genere caratterizzato da particolari complessità ritmiche perennemente cangianti. Qui troviamo eterei tappeti sonori accompagnati dalla particolare ritmica che sembra quasi richiamare la presa di coscienza della tecnologia stessa, l’incedere ritmico sconnesso sono gli stessi passi degli androidi che si muovono e si confondono tra l’umanità (“ho visto cose che voi umani...”).
Dulsori – album “Binari” (2012): è una proposta abbastanza peculiare perché si tratta di un gruppo di percussionisti koreani e non ha nulla che lo possa ricondurre alla tecnologia o in generale a un mondo fantascientifico, ma nel cyberpunk occidente e oriente si miscelano in modo quasi inaspettato e questo album potrebbe fare al caso vostro.https://open.spotify.com/album/3lg0kJOVGGLz8p6q0PbmhJ?si=SIr7ktHeQFK8jJ3nOmmPHQ
IAMX – album “Unfall” (2017): album strumentale del musicista Chris Corner che si muove su atmosfere sensuali e sospese, perfette per i vicoli umidi delle città del futuro o i malfamati pub che certamente accoglieranno le vostre avventure.
Kenji Kawai – album “Ghost in the Shell / Original Soundtrack” (1995): non credo ci siano bisogno di presentazioni, si tratta della colonna sonora del visionario film d’animazione giapponese di Mamoru Oshii e la colonna sonora è a dir poco evocativa, perfetta per inserire quegli elementi di cultura e misticismo asiatico e nipponico spesso presente nel melting pot cyberpunk.
Punish Yourself – album “Cult Movie” (2007): con l’album di questa band francese viriamo su atmosfere industrial, possibile soluzione per accompagnare le scene più frenetiche.https://open.spotify.com/album/3y0VqXog4FHJdq8pIQ6Z8B?si=LSs9Fcp_Qv-qHZchV9C5Bg
Scorn – album “Refuse; Start Fires” (2010): ritmica sporca, basso onnipresente, distorsioni, se vi serve ricreare un’atmosfera claustrofobica ora sapete cosa ascoltare. Attenzione a chiudete gli occhi, potreste riaprirli nello sprawl.
Stendeck – album “Faces” (2007): musica elettronica che strizza l’occhio all’IDM. Freddo e glaciale.https://open.spotify.com/album/7we5z66uE7FK3cPqPPyy1n?si=lnUCbyK7SLqK6ctEGNsGsA
The Knife – album “Tomorrow in a Year” (2010): quello che vi propongo ora è un duo elettronico che con questo album ha realizzato qualcosa di sperimentale. Potrebbe sembrare azzardato per un’atmosfera cyberpunk, ma ritengo che possa offrire spunti interessanti per situazioni surreali (mi immagino un palazzo corporativo immerso nel lusso e in misteriosi affari che trascendono la vita ordinaria).