La serie di Netflix tratta da Resident Evil non sarà ricordata come uno dei prodotti più osannati del servizio streaming di Reed Hastings. Le accuse mosse dai fan più affezionati della celebre saga videoludica vertono attorno alla sin troppo libera interpretazione dei punti salienti della saga in pixel, al punto che non sono mancate severe critiche sulla liceità di questa produzione, nonostante sin dall’inizio fosse stato specificato come la serie di sarebbe distaccata dal corpus narrativo della versione videoludica del franchise. Eppure, non mancano connessioni tra Resident Evil e i videogiochi che hanno creato il mito di questo brand.
ATTENZIONE: quanto segue contiene spoiler su Resident Evil
Necessaria una precisazione. Negli scorsi mesi abbiamo visto come un altro celebre franchise videoludico, Halo, abbia dovuto confrontarsi con gli appassionati delle avventure di Master Chief, giunte alla prova del fuoco del passaggio a un altro medium. Anche in questo caso, si era specificato come non si sarebbe seguito fedelmente quanto raccontato nella ricca lore di Halo, ma ci si sarebbe affidati a una narrazione più libera, che avrebbe comunque utilizzato una solida base narrativa mutata dai punti cardine della dimensione videoludica del titolo. Risultato tutto sommato gradevole, che ha preservato in parte lo spirito della figura di Master Chief, evolvendolo in nuovo medium. Resident Evil sembra avere spinto ulteriormente questa separazione, ma evidentemente quanto fatto per la serie Netflix sembra esser andato troppo oltre, venendo accusato di aver reciso in modo troppo netto l’aderenza al canone originario del franchise. Ma è davvero così?La nuova serie di Netflix tratta da Resident Evil ha connessioni ai videogiochi?
Considerando come il mondo di Pixel di Resident Evil si sia evoluto nel corso degli anni, era complesso scegliere quale dei diversi titoli o archi narrativi andare a convertire in serie live action. La presenza di Albert Wesker, inoltre, rappresentava un ulteriore elemento di rottura, considerata la sua assenza in titoli più recenti, dove invece era ancora presente, seppure in maniera minore, l’ombra della Umbrella. Cerchiamo di scavare in questa serie tanto odiata per comprendere quali siano le connessioni di Resident Evil all’originale in pixel.
Raccoon City
Come sanno i fan della serie, Raccoon City è l’epicentro della prima grande avventura videoludica di Resident Evil. In questa città fittizia, la Umbrella Corporation svolgeva ricerche segrete, che divennero di pubblico dominio dopo che una fuga del Virus T aveva condannato la popolazione locale, dando vita a una pandemia zombie. Raccoon City era stata l’ambientazione dei primi titoli della saga di Resident Evil. Per la sua produzione, Netflix sposta parzialmente lo scenario, passando dall’entroterra americano al Sud Africa. E’ qui che la Umbrella ha infatti costruito l’utopica New Raccoon City, centro urbano da sogno, in cui sono accolti i dipendenti dell’azienda e le loro famiglie. Non è un primo tentativo di creare una città perfetta, come possiamo scoprire da alcuni dialoghi, dove emerge che la compagnia ha già affrontato, con un esito disastroso, un simile esperimento, il cui fallimento è stato coperto con la scusa di una gigantesca fuga di gas e relativa esplosione del centro abitato
Lisa Trevor
Nel primo capitolo di Resident Evil, veniva rivelato che la Umbrella Corporation aveva utilizzato come cavie per alcuni tremendi esperimenti una ragazzina, Lisa Trevor, rapita assieme alla madre. Sottoposte a test sperimentali, Lisa e la madre, che morì durante le sperimentazioni, furono tra le prime cavie della Umbrella, ruolo che fece acquisire a Lisa una forza straordinaria, ma i continui test la privarono del senno, trasformandola in una donna violenta che strappava le facce di chiunque le passasse a tiro, collezionandole o indossandole, come una moderna Ed Gein. Questa figura, comparsa anche in Resident Evil: Welcome to Raccoon City (film disponibile su Amazon Prime Video), ha un suo rapido passaggio anche nella serie di Netflix. Quando le sorelle Wesker si mettono a indagare sui segreti di Umbrella, infatti, trovano una registrazione di una vecchia missione del padre, in cui compare Lisa, in una versione dalla mente già compromessa dalle scriteriate sperimentazioni della Umbrella.
Albert Wesker
Nella serie videoludica, Wesker è uno dei grandi villain, un avversario che più volte ha rappresentato un pericolo per i protagonisti del gioco, sino a uno scontro finale in Resident Evil, dove infine trova la morte nel rovente abbraccio di un vulcano, dove viene gettato al termine di uno scontor con Chris Redfield e Sheva Almoar. Completamente diverso il personaggio omonimo che vediamo nella serie Netflix, padre di due figlie e legato alla Umbrella come scienziato di grande importanza. A metà della prima stagione di Resident Evil si scopre come l’Albert Wesker che abbiamo visto sia solamente un clone del vero Wesker, che aveva creato una piccola squadra di propri cloni come forza lavoro scientifica segreta, ignota anche all’Umbrella stessa. Questo tratto del personaggio è una novità della serie, centrale nello sviluppo della seconda parte della prima stagione
Nomi importanti
La separazione marcata tra la serie Netflix e il Resident Evil videoludico ha consentito di muoversi sin troppo liberamente nello sviluppo della trama, ma non sono mancate menzioni a nomi importanti per la storia della Umbrella Corporation. Seppure in modo minore e spesso a guisa di easter egg, queste connessioni presenti in Resident Evil rappresentano un tentativo di far sentire a casa i fan più appassionati dei videogiochi.
Particolarmente interessante la presenza di Ada Wong, personaggio che nei videogiochi spesso entra in scena per fare da collante a diverse linee narrative, sfruttando il suo ruolo di spia e di persona a conoscenza di segreti che consentono di fare luce sui misteri legati alla Umbrella. Nella serie Netflix viene solamente citata come persona a cui devono rivolgersi le sorelle Wesker, su indicazione del padre, cercandola in Giappone. Questo potrebbe significare che nella potenziale seconda stagione potremmo vedere anche questo personaggio, anche se al momento non si hanno notizie di un suo eventuale casting.
In merito ai disastri della Umbrella, la serie di Netflix cita William Birkin, scienziato responsabile del disastro di Raccoon City raccontato nei videogiochi, e il fondatore della Umbrella, James Marcus, che nella saga videoludica veniva indicato come una delle menti più folli della compagnia, tanto da esser estromesso dall’azienda in seguito a sue pratiche sperimentali considerate troppo estreme.