ComicsFest 2019 ed Oliver Onions: la nostra intervista ed il concerto

Gli Oliver Onions aprono il ComicsFest di Verona con uno speciale concerto in anteprima in cui hanno suonato tutti i loro maggiori successi.

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a cura di Davide Vincenzi

Lo scorso fine settima si è tenuta a Villafranca di Verona, presso il Castello Scaligero, la settima edizione del ComicsFest, il festival del fumetto e dell’entertainment di Verona organizzato da ThinkComics, conosciuto fino a ieri come Sagra del Fumetto, e che con questa edizione ha assunto un nome più “istituzionale”

ed ha proposto come evento di apertura il concerto degli Oliver Onions.

Il ComicsFest vero e proprio si è tenuto nelle giornate di sabato 8 e domenica 9 giugno, ma in realtà il festival ha avuto una apertura speciale la sera di venerdì 7 con il concerto "... continuiamo a chiamarli Oliver Onions" degli Oliver Onions, storica band degli anni Settanta e Ottanta che ha composto innumerevoli colonne sonore e sigle dei cartoni animati di quel periodo storico. Per chi non li conoscesse, Oliver Onions è uno dei nomi (forse il più celebre) utilizzato dai fratelli Guido e Maurizio De Angelis per firmare le loro famosissime opere musicali che hanno fatto da accompagnamento a film, sceneggiati e cartoni animati diventati ormai cult.

Ad aprire la serata del ComicsFest, prima del concerto degli Oliver Onions, il pubblico ha potuto assistere a un’esibizione dei Sonohra, duo veronese che ha vinto la sezione giovani del Festival di Sanremo del 2008. I Sonohra hanno eseguito alcuni interessanti brani, tra cui anche una pregevole cover di Sultans of Swing dei Dire Straits.

Ma il punto forte della serata è stato appunto il concerto degli Oliver Onions. I due fratelli De Angelis sono arrivati fin sotto il palco a bordo di una dune buggy come quella del film “… altrimenti ci arrabbiamo!”, con Bud Spencer e Terence Hill, di cui proprio gli Oliver Onions hanno firmato la colonna sonora.

Il concerto del ComicsFest, durato più di due ore, tra canzoni e aneddoti presentanti dal bravo Omar Fantini, ha visto un’incredibile partecipazione del pubblico, che non si è risparmiato nel cantare a squarciagola i brani eseguiti dalla band. Gli Oliver Onions, dal canto loro, sono stati molto bravi nel coinvolgere i presenti, soprattutto nell’esecuzione del famoso pezzo del Coro dei Pompieri tratto appunto da “… altrimenti ci arrabbiamo!”.

Questa la scaletta della serata, che al ComicsFest  ha proposto alcuni dei brani più famosi con un inedito nuovo arrangiamento in versione acustica decisamente degno di nota:

  • Bulldozer
  • Trinity stand tall
  • Flying through the air
  • medley sigle dei cartoni animati: Rocky Joe, Marco Polo, Doraemon, Willy Fog, Galaxy Express 999/Fantasy
  • medley poliziotteschi: Gangster Story, Nun ce vojo sta’, Goodbye my friend
  • Sheriff
  • Banana Joe
  • Sweet Lady Blue
  • medley duetti donne: Stay, Quoi, Stand by me
  • medley sigle serie tv: Incantesimo, Spazio 1999, Furia
  • Orzowei
  • Sandokan
  • “Il coro dei pompieri”
  • Dune Buggy
  • Manana
  • Bulldozer

Al termine del concerto abbiamo potuto accedere all’after show party organizzato dal ComicsFest, dove abbiamo potuto incontrare i fratelli De Angelis di persona e scambiare con loro qualche parola e una piccola intervista.

Gli Oliver Onions hanno rappresentato la colonna sonora della vita di bambino e adolescente di milioni di persone, noi compresi e la reazione del pubblico del ComicsFest di stasera ne è la conferma.  Cosa rappresenta questo per voi? È una piacevole eredità o una sorta di pesante fardello?

Non è assolutamente un fardello, anzi è una sensazione bellissima. Ed è stata per noi una sorpresa vedere tra il nostro pubblico anche ragazzi piuttosto giovani e non solo chi era bambino allora. Ma è anche una responsabilità; ti racconto un episodio: alla fine di un concerto eravamo a firmare autografi e copie dei dischi quando si avvicina un ragazzo di una ventina d’anni per salutarci e ringraziarci, visibilmente commosso. Ci dice che è da quando era piccolissimo che insieme a suo papà collezionava tutti i nostri dischi, in ogni edizione immaginabile, che li ascoltavano insieme e sempre insieme avevano visto tutti i film di cui avevamo scritto le colonne sonore centinaia di volte. E poi ci dice: “Ora mio papà non c’è più, se n’è andato l’anno scorso. Non abbandonatemi perché mi rimanete solo voi. Vedete, ora io andrò a casa, metterò su un vostro disco e mi siederò in poltrona. La poltrona accanto, dove si sedeva mio papà, sarà vuota, ma quando io chiuderò gli occhi, ascoltando la vostra musica, lui sarà lì con me”. Vedi, ci ha preso un groppo in gola che non ti dico.

Dopo un lungo periodo di assenza dalle scene avete deciso di tornare a deliziarci con la vostra musica, cosa vi ha spinto a voler tornare a calcare nuovamente la scena musicale?

Siamo stati contattati da un produttore ungherese poco dopo la scomparsa di Bud Spencer: voleva organizzare un concerto a Budapest per ricordarlo. Sapevamo di essere molto popolari in Germania e nell’est Europa (al concerto era presente anche un fan club arrivato direttamente dalla Germania NdA), ma l’affetto dimostratoci dalla gente ci ha davvero stupiti. Affetto che ci avete dimostrato anche questa sera, cantando con noi. Inoltre, sono anche per i momenti come quello che ti abbiamo raccontato prima che abbiamo deciso di continuare a voler fare concerti, per stare vicino al nostro pubblico che per noi sono parte della nostra famiglia.

Gli Oliver Onions negli anni ’70 e ’80 hanno riscosso un grandissimo successo. La vostra produzione è stata decisamente poliedrica, abbracciando molti diversi generi musicali, dal pop al rock, passando per il country. Se foste oggi agli inizi della carriera sareste in grado di ottenere lo stesso successo di allora, con i giovani di oggi?

Probabilmente no. Le nostre composizioni si basano soprattutto sulla melodia. Le parole potrebbero benissimo non esserci ed essere solo dei “la la la” e funzionerebbero allo stesso modo, poiché hanno un impianto melodico importante che le fa accettare anche da chi non ne conosce o capisce il testo, proprio come capita con alcune bellissime canzoni straniere: non conosciamo il testo ma le canticchiamo. Le canzoni che vanno per la maggiore oggi, invece, non hanno alcuna melodia. Hanno un forte impianto ritmico, hanno una preponderante componente rap. A noi non piacciono, non sono nelle nostre corde e, per quella che è la nostra vena artistica, non saremmo in grado di fare canzoni di quel tipo. Probabilmente non esisterebbero gli Oliver Onions

Le canzoni degli Oliver Onions, e stasera al ComicsFest ne è stato un esempio lampante, sono entrate nel cuore della gente e vengono continuamente ricordate e cantate; quale pensate sia il segreto del vostro successo?

I film e gli sceneggiati di cui componevamo le colonne sonore erano espressione di genuinità e sincerità e per l’epoca erano originali. Prendi ad esempio gli spaghetti western, hanno a tutti gli effetti inventato un genere. E sono stati la nostra fortuna: serviva una sottolineatura ironica in musica. Eravamo in un periodo di colonne sonore classicheggianti, noi mettevamo una vena country. E quando ormai il film era noto e visto e rivisto, se non addirittura diventato di culto, e le nostre canzoni avevano ampiamente assolto il compito di sottolineare alcuni momenti della pellicola, esse hanno cominciato a vivere di vita propria, andando oltre al film stesso che le aveva generate.

Com’è iniziata la vostra carriera?

Grazie a uno sciopero. Davvero, non scherziamo, negli anni Sessanta bazzicavamo gli ambienti della RCA cercando in tutti i modi di far ascoltare i nostri brani e avere l’opportunità di farli produrre. Un giorno ci fu una controversia sindacale e praticamente tutte le orchestre della RCA entrarono in uno sciopero che si protrasse per parecchio tempo. Poiché la casa discografica non poteva permettersi di non produrre, si rivolsero a tutta una serie di musicisti provenienti un po’ da tutta Italia che non fossero legati ai sindacati e che lavorassero da liberi professionisti. Noi eravamo tra quelli. Alla fine dello sciopero le compagini di musicisti, vecchie nuove, si fusero tra loro e nessuno fu rispedito al mittente.

Nella vostra lunga carriera avete avuto molto successo anche all’estero, ci raccontate qualche aneddoto?

Senti questa: nel 1974 ci chiamano in Germania poiché eravamo in vetta alle classifiche con la musica di “Più forte ragazzi” e dovevamo andare a ritirare un disco d’oro. Atterriamo ad Amburgo e ai piedi dell’aereo c’era una piccola folla di fotografi: abbiamo pensato che a bordo ci fosse un vip. Invece erano lì per noi, scendiamo la scaletta e spuntano due ragazze nude e completamente tinte d’oro con un disco d’oro come premio.

Un’altra volta, invece, eravamo negli Stati Uniti e stavamo visitando gli studi della Columbia quando il direttore delle compagnia, che ci stava facendo da guida, ci fa irrompere nella sala di registrazione in cui John Williams stava registrando il tema principale di “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. Noi eravamo lì a bocca aperta, insomma, eravamo al cospetto di John Williams! E lui lì che ci guardava male…

Infine, questa è più recente, di qualche anno fa. Maurizio va al festival di Venezia e gli presentano Quentin Tarantino. Questi lo guarda e gli fa: “De Angelis… De Angelis… C’erano due fratelli che facevano musiche da film, bellissime, le ho rubate tutte e mese nei miei film!”. Quando ha saputo che aveva di fronte uno di noi ha fatto una faccia incredibile! Forse ha temuto che gli chiedessimo di pagarci i diritti!

C’è un brano che avete composto che maggiormente vi sta a cuore?

Sicuramente “L’ultimo Valzer” dal film “Uno sceriffo extraterrestre poco extra e molto terrestre” con Bud Spencer. Quel brano e la scena stessa del film in cui Bud spiega al bambino cos’è la musica ci sono nel cuore, anche adesso, ogni volta che la vediamo, ci commuove.

Toglietemi una curiosità: sia la sigla del cartone animato Galaxy Express 999 che la canzone Fantasy del film Bomber con Bud Spencer sono del 1982: quale delle due è l’originale, quella venuta per prima?

La sigla del cartone animato. Piacque così tanto al produttore del film che ci chiese di riproporla, cambiandone il testo. Le sigle non sono simili.. sono esattamente identiche senza alcuna variazione. Cambiano solo le parole del cantato.

Non possiamo che ringraziare ComicsFest  per aver organizzato il concerto e Maurizio e Guido De Angelis, gli Oliver Onions, per l’enorme disponibilità e la gentilezza che ci hanno dimostrato e per l’affetto che hanno rivolto al loro pubblico.

I CD degli Oliver Onions? Sono disponibili a portata di un click così come la possibilità di avere un "super cofanetto" con 20 DVD con i migliori film di Bud Spencer & Terence Hill per il quali gli Oliver Onions hanno composto le migliori musiche e canzoni
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