Addio scala fissa, benvenuto encoding dedicato

Netflix ci ha sorpreso da subito con la qualità del suo streaming, ma da qualche giorno le cose sono migliorate ancora, soprattutto per chi ha linee poco veloci.

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a cura di Giancarlo Calzetta

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Un approccio basato su di un sistema di codifica uguale per ogni film ha però dei limiti ben precisi: alcuni film, con scene particolarmente complesse, mostrano artefatti anche con la compressione a 5800 kbps, mentre altri, soprattutto se di animazione, potrebbero ottenere il massimo della qualità già a 1.750 kbps.

Si giunge, quindi, alla conclusione che per quanto abbia funzionato bene finora l'approccio della bitrate ladder, sia arrivato il momento di pensare a una soluzione migliore per gestire gli streaming, guardando più alla qualità che si vuole ottenere che non alla banda disponibile.

Questo cambiamento è possibile solo passando da un approccio "generale" a uno particolare, ovvero saltando dalla codifica uguale per tutti i film a una codifica ottimizzata per ogni titolo, sempre disponibile in più versioni e più risoluzioni, ma calibrata di volta in volta.

Netflix ha quindi deciso di analizzare il proprio parco titoli, verificandone la qualità della codifica in relazione al bitrate. Un risultato parziale, ma significativo dell'intera collezione, lo troviamo nel grafico qui sotto.

QualitatitoliSull'asse verticale viene indicato il valore di PSNR (il picco del rapporto segnale/rumore, ovvero quanto si vedono artefatti e "grana"), mentre sull'asse orizzontale si trova il bitrate usato.

Il PSNR indica la qualità di un titolo da un punto di vista prettamente tecnico e non sempre la qualità percepita rispecchia esattamente il valore indicato. Non è chiaro, per esempio, perché si misuri il picco del rapporto segnale/rumore e non un valore medio (più rappresentativo di tutto il film), ma in generale la corrispondenza è ragionevole.

Tutti i film sono stati codificati a 1080P e, come si nota a colpo d'occhio, quasi tutti hanno una curva della qualità che si alza molto in fretta per poi diventare quasi piatta dopo i 5.000 kbps (il motivo per cui, probabilmente, Netflix aveva fissato a 5800 la qualità massima da inviare in streaming).

Valori di PSNR inferiori a 35 mostrano degli artefatti video fastidiosi, mentre un valore superiore a 45 corrisponde a immagini di livello molto alto.

Dal video si vede chiaramente come alcuni titoli mostrino un valore superiore a 45 già con bitrate attorno ai 2.000 kbps, un valore che secondo la vecchia bitrate ladder avrebbe permesso uno streaming a soli 720x480 o 1.280x720.

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