Ci sono due cose che vengono richieste a un buon provider di contenuti video su Internet: un catalogo ampio e una buona qualità delle immagini.
Sul primo punto Netflix ha ancora molto lavoro da fare in Italia, dove per il momento vanta un ottimo catalogo solo sulla parte serie TV, mentre per quello che riguarda lo streaming abbiamo subito apprezzato tutti la sua supremazia sulla concorrenza.
Nonostante questa leadership, però, il reparto di ricerca e sviluppo del servizio di video in abbonamento non dorme sugli allori e continua a spingere per ottenere una sempre miglior qualità con un consumo di banda sempre minore.
Proprio settimana scorsa hanno rilasciato una evoluzione del sistema di encoding che permette di godere di immagini meglio definite anche su connessioni "discutibili".
Tutto questo non è, però, frutto di una semplice ottimizzazione degli algoritmi di codifica, ma di una rivisitazione completa del sistema di trasmissione ed encoding dei video.
Fino a pochi giorni fa, infatti, Netflix usava un sistema di streaming basato su quella che loro chiamavano "bitrate ladder", cioè una tabella che definiva a che risoluzione bisognasse inviare il video. Vediamo qui di seguito com'era strutturata:
Bitrate (kbps) | Risoluzione |
235 | 320x240 |
375 | 384x288 |
560 | 512x384 |
750 | 512x384 |
1050 | 640x480 |
1750 | 720x480 |
2350 | 1280x720 |
3000 | 1280x720 |
4300 | 1920x1080 |
5800 | 1920x1080 |
Questo approccio presuppone un gran lavoro di gestione del buffering, per avere altre risoluzioni sempre pronte in caso di decadimento della banda, ma per il resto è piuttosto lineare: a seconda della qualità della tua connessione, ottieni il video con la miglior definizione possibile.
I risultati sono buoni sulla maggior parte del catalogo, ma ci sono delle eccezioni, neanche così poche alla fine, per cui in Netflix hanno deciso di puntare su di un approccio diverso.