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Cloverfield è ambientato a New York e si apre con le vicende di un gruppo di giovani amici alle prese con le normali dinamiche delle loro vite under 30: la scelta di un lavoro dall'altra parte del mondo, amicizie, amori inconfessati, gelosie e pettegolezzi.
Ben presto però questa commedia newyorchese viene brutalmente interrotta e stravolta da un evento devastante: un terribile mostro giunge dal mare e scatena la sua furia sulla città. Entra in campo l'esercito, si scatena una battaglia per le vie di Manhattan e ai civili non resta che scappare e tentare di sopravvivere.
Il film è girato interamente in steadycam e, sullo stile di The Blair Witch project, narra la sua storia sotto forma di video ritrovato tra le macerie di "quel che un tempo si chiamava Central Park", proponendo così una prospettiva soggettiva, frenetica, compulsiva.
Si può dire che Cloverfied sia un film-esperienza. Inutile cercare di capire qualcosa in Cloverfield, non ci sono indizi da mettere insieme, non c'è un mistero da risolvere in maniera razionale, soluzioni per abbattere il mostro o ricacciarlo negli abissi. Cloverfield è una breaking news. È un fatto di cronaca. È una situazione che ti piove addosso, e che irrompe nella normalità mandandola in frantumi.
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DI fatto Cloverfield è un connubio di cose già viste gradevolmente amalgamate, volte a costruire il messaggio: "ciò che finora era un film, stavolta è vero". Lo stile del falso documentario, in altre parole, in questo caso realizzato davvero molto bene.
![matt reeves[1]](http://www.tomshw.it/data/thumbs/3/9/7/7/matt-reeves-1-9acfa4b7c1b3dc16cffeeddbd17ef6041.jpg)
Il collante di Cloverfield è infatti questo ancoraggio tra il mondo narrato e il mondo dello spettatore. La ripresa finto-amatoriale ne è un elemento fondamentale, e la scelta di New York è un altro tassello. In fondo tutti conoscono New York, è forse la città che più di tutte si è vista al cinema. Le sue strade i suoi palazzi sono familiari a tutti gli spettatori: Manhattan, Central Park, Brooklyn, la 5th avenue, il Queens, Little Italy. Tutti luoghi noti anche a chi non ha mai attraversato l'oceano. Se succede a New York succede un po' nella tua città.
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Ma il vero cortocirucito tra realtà e finzione è una risonanza con altre scene già viste su altri schermi, un rimando alle immagini che più di ogni pellicola sono entrate nel subconscio degli spettatori di almeno tre quarti del globo. Immagini di New York, che però non sono tratte da alcun film. Stiamo parlando dell'11 settembre.
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Cloverfield infatti gioca ossessivamente con i continui richiami alla tragedia delle Torri Gemelle, e i rimandi a quella tragedia sono palesi: la stessa dinamica di normalità infranta da un evento terribile ed inaspettato è una chiara metafora di quanto successo nella Grande Mela sette anni prima dell'uscita del film. Sotto questo punto di vista la scelta di Manhattan è un elemento fondamentale.
![cloverfield[1]](http://www.tomshw.it/data/thumbs/3/9/7/7/cloverfield-1-6db1602dc46ade334c514102201afeb7e.jpg)
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Queste immagini sono familiari per tutti noi, e fanno parte di un'esperienza indelebile per chi l'ha vissuta anche solo mediaticamente. Cloverfield fa leva su quell'esperienza traumatizzante che lo spettatore ha vissuto seguendo i servizi del crollo delle Torri Gemelle. Sostituisce gli aerei utilizzati con una creatura sbucata dal nulla, che altro non è se non un'incarnazione del Terrore: spaventosa nella sua distruzione ma sfuggente - non lo vediamo mai nella sua interezza. Tutto il resto è già esistito, è già accaduto. Questa risonanza innesca l'emotività del fruitore e costituisce l'elemento portante della sua sospensione di incredulità.
Non c'è quindi da meravigliarsi se il film è stato anche accusato di speculare su quella tragedia.
![The Art of the Tease[1]](http://www.tomshw.it/data/thumbs/3/9/7/7/the-art-of-the-tease-1-31cd3c2d8c089d8bc941a80e17317556d.jpg)