Due giorni importantissimi per i pennuti di casa Disney, l’8 e il 9 giugno. A partire da quest’ultimo, in cui ricorre nel 2019 l’ottantacinquesimo compleanno di Paperino. L’8 giugno, invece, si è festeggiato il primo mezzo secolo d’età di Paperinik, alter ego supereroico del pennuto di casa Disney. Impossibile non dedicare al papero più famoso della terra un sentito, e doppio, augurio di felice compleanno, ripercorrendo la sua storia e la sua personalità sfaccettata, spigolosa, eppure universalmente empatica. Lunga vita a Paperino e a Paperinik.
Quack, si gira!
Nel 2019 tutti conosciamo l’iconico papero chiamato Donald Duck, da noi Paolino Paperino, zio di Qui, Quo, Qua e nipote di Zio Paperone, cugino di Gastone, Paperoga e Ciccio, nonché discendente di Cornelius Coot, fondatore di Paperopoli. Ebbene, oggi siamo ad esattamente 85 anni dalla sua primissima apparizione, nel corto La gallinella saggia (in originale, The little wise hen). Fu un episodio tra i più celebri delle Silly Symphonies, brevi cartoni animati realizzati da Walt Disney Studios tra il 1929 e il 1938. Le Sinfonie allegre, questa l’impietosa traduzione italiana, costituivano una serie antologica, dalla struttura non dissimile quindi da un Black Mirror qualsiasi, priva di continuity o personaggi ricorrenti.
Fatta la regola, ecco che si trova l’eccezione: ne La gallinella saggia debutta il “nostro” Paperino. Eppure, difficile a credersi, il pennuto non figura come protagonista, anzi. Insieme a Meo Porcello, maiale finito tristemente nell’oblio dei decenni, era uno degli infidi vicini della Gallinella di cui il titolo fa menzione (ispirandosi, peraltro, a una fiaba di origine russa).
Non è difficile comprendere come, in realtà, questa fosse una possibilità non solo contemplata da Disney, ma piuttosto concreta. La visibilità delle Sinfonie era tale che, per dirne una, i nomi Looney Tunes e Merry Melodies, di Warner Bros, gli si rifanno sfacciatamente. Per Disney, i corti animati altro non sono che, di fatto, degli screening test molto ben sviluppati. Un’altra star che vi ha fatto non la sua prima apparizione, ma il suo esordio senza Topolino è Pluto, in Solo Cani. Ne fa parte anche Tre piccoli porcellini, tra i cartoni più famosi di sempre e Premio Oscar per il miglior cortometraggio d’animazione nel 1934. Disney pubblicava anche strisce periodiche col nome di Silly Simphonies, almeno finché non ci pensò proprio Paperino, visto il bagno di consensi ottenuti, a fagocitarle e trasformarle nella propria pubblicazione dedicata.
A proposito di Premio Oscar, anche Paperino ne vince uno nel 1943, per miglior corto animato, con Der Fuerer’s Face di Jack Kinney, dall’ancor più evocativo titolo provvisorio Donald Duck in Nutzi Land. Trattasi di opera di propaganda, che vede il pennuto ritrovarsi letteralmente e metaforicamente in un incubo a lavorare per una fabbrica nazista.
La reputazione di Paperino, propaganda o meno, cresce vertiginosamente e in pochissimo tempo. Nel 1937 si colloca il primo corto a lui esclusivamente dedicato, Don Donald, in cui fa la corte a una certa Donna (ancora inconsapevole, immaginiamo, dell’esistenza di Paperina) durante un soggiorno in Messico. Da allora il pennuto prende parte a più di 150 opere animate, talvolta in solitaria, altre volte in compagnia di Pippo e Topolino.
Ecco un’altra particolarità: gli abitanti di Topolinia e Paperopoli non sono stati sempre divisi, narrativamente e editorialmente parlando, come oggi. Agli esordi Paperino incontrava i suoi dis-simili regolarmente. Poi, forse per capitalizzare al meglio la sua fama crescente, si è deciso di raccontare paperi e topi separatamente. Da quel momento in poi, ci vorranno occasioni particolarissime, e la saga di Kingdom Hearts, per assistere a crossover, molto più rari che, per esempio, negli universi fumettistici Marvel o DC.
Quacktum of Solace
Gli auguri, quindi, sono dovuti e meritati: 85 anni dall’esordio, sì, ma non dal compleanno. Già, perché il compleanno del pennuto sfortunato non è il 9 giugno, bensì il 13 marzo, come testimoniato da corti e biografie. Non solo: non è nato un 13 marzo qualsiasi, ma di venerdì 13, data comunemente associata negli Stati Uniti alla sfortuna, l’equivalente del nostro venerdì 17. Un destino che qualcuno farebbe dunque risalire alle stelle ma che, pur avviluppato in un involucro di pigrizia e amore per la siesta, Paperino ha saputo scongiurare più e più volte.
Sarebbe facile passare subito a parlare della sua più celebre incarnazione mascherata, da poche ore fa ultracinquantenne, ma Paperinik non è l’unica incarnazione alternativa di Donald Duck. Questi è stato anche l’agente segreto Qu-Qu 7, che sta per “Quasi Qualificato”, insieme a Paperoga e al servizio dell’Agenzia di Intelligence di Paperone. La storia d’esordio, su un Topolino del 1966, era Paperino Missione Bob Fingher, chiaro riferimento parodistico al film del ’64 007: Missione Goldfinger. E il bello è che Qu-Qu 7 non è neanche l’unico alter ego spionistico di Paperino, che ha molto più recentemente vestito i panni di Double Duck, dal 2008.
Rispetto a Qu-Qu 7, Double Duck appartiene a un universo più defilato dai personaggi classici: vi appartengono infatti comprimari e antagonisti creati ad hoc come Kay K, il Grande Capo, l’Agenzia, l’Organizzazione e la Divisione (con otto anni di anticipo su quella di Tom Clancy’s The Division). Praticamente, manca solo il Sindacato di Mission Impossible e poi la lista di nomi da società super-segrete è completa.
Into the Paperverse
Ma veniamo ora all’altro festeggiatissimo di casa Disney: Paperinik. Celebrato sul Topolino di questa settimana da una storia di Marco Gervasio, il papero mascherato. Da un’idea di Elisa Penna, lo script di Guido Martina e la matita di Giovan Battista Carpi, l’8 giugno del 1969 Paperino ritrova nei ruderi di Villa Rosa il diario segreto del ladro gentiluomo Fantomius, il quale gode oggi di una seconda primavera di celebrità grazie alle storie del sopracitato Gervasio. Si trasforma così, elaborandone il costume, in un supereroe completamente nuovo: Paperinik.
Se Fantomius, da una parte, ricorda più un Diabolik paperopolese, Paperinik, con i gadget del fido assistente Archimede e la 313 promossa a veicolo super-tecnologico, ricorda più un Batman con piume e berretto. Tanto più che a incarnare invece l’archetipo di Superman ci penserà il prode Super Pippo (appena più anziano, tra l’altro, del 1965). A proposito di Bruce Wayne, invece, la parodia della parodia, cioè la versione supereroistica di Paperoga, gli si avvicina ancora di più ma soltanto nel nome, battezzandosi Paper Bat.
DC Comics non è l’unica major fumettistica di supereroi con cui Paperino ha avuto a che fare. Ma mentre i rapporti con la Distinta Concorrenza sono stati di natura meramente ispiratrice, con Marvel Disney si spinse, a suo tempo, fino alle vie legali. Il motivo? Howard il Papero, della Casa delle Idee, somigliava eccessivamente a Donald Duck. La questione era serissima, al punto che Marvel, per evitare guai, forni alla sua creatura un paio di pantaloni, caratteristica incontrovertibilmente anti-paperiniana. Non avrebbero potuto sapere, le parti in causa, che molti decenni dopo l’una avrebbe acquistato l’altra, inglobandola sotto le sue gigantesche ali commerciale e creativa.
Il papero che ci meritiamo
E PK? Vale assolutamente la pena spendere qualche parola anche per questa identità di Paperino, tra le più amate dai fan. Nata nel 1996, la serie PKNA, breve per Paperinik New Adventures, prende le mosse dalla scoperta di Paperinik del piano segreto della Ducklair Tower, grattacielo paperopolese ipertecnologico acquistato da Paperone, del quale Paperino diventa custode sottopagato. Vi incontra, però, l’I.A. denominata U.N.O., che lo istruisce nella lotta per la salvaguardia del Pianeta Terra e dell’Universo contro gli Evroniani, paperi alieni viola e decisamente malintenzionati.
La serie, nata e cresciuta in formato americano, ha avuto diverse “stagioni”: dopo PKNA, PK2 e Pikappa, trattandosi addirittura, quest’ultima, di reboot in stile ultimate. In essa, Paperino non è mai diventato Paperinik, ma è stato selezionato direttamente come “Guardiano della Galassia” di stanza sulla Terra. Nonostante il nome ricordi l’ormai celeberrimo franchise Marvel (resuscitato, comunque, anni dopo l’uso pikappico), il concept dei Guardiani in PK era più simile a quello delle Lanterne Verdi di casa DC.
L’esperimento del What If, comunque, viene poi abbandonato in favore di un ritorno alla continuity originale. Oltre alla ristampa periodica delle vecchie storie in formato Giant, delle nuove saghe di PKNA sono edite a puntate su Topolino, ognuna pubblicata poi anche in edizione Deluxe: è così che vedono la luce Potere e Potenza, Gli Argini del Tempo, Il Raggio Nero, Cronaca di un Ritorno (con l’amatissima Xadhoom), Il Marchio di Moldrock e L’Orizzonte degli Eventi. Inoltre, a questa serie di saghe di pregio appartiene anche il crossover multipaperinico tra Double Duck e PK, Timecrime: esperimento coraggioso e quanto mai attuale, sia per la felice doppia ricorrenza di questi giorni che per il focus sui viaggi nel tempo, tornati in voga dopo il kolossal Avengers: Endgame.
Un ultimo, simbolico trionfo del nostro Paperino, in effetti, è proprio il recente sbarco negli Stati Uniti di una testata dedicata a PK, non a caso col titolo di Duck Avenger. Un eroe dai mille volti e dai mille nomi, quindi, ma tutti uniti da un grande, grandissimo cuore immune all’invecchiamento. E chissà che un giorno non lo ritroveremo protagonista di un film supereroistico, a dire un’epica battuta finale, sulla scia di: “Io sono Paperino”, altro che ineluttabile.