Bunny Girl Senpai e Petite Devil Kohai Collection Box, recensione: i problemi dell'adolescenza

In Bunny Girl Senpai e Petite Devil Kohai seguiremo le vicende di Sakuta e la sua battaglia contro sindrome della pubertà.

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a cura di Angelo Clementi

J-Pop
porta in Italia Bunny Girl Senpai e Petite Devil Kohai in una Collection Box da collezione. I due manga, tratti dalle omonime light novel
firmate da Hajime Kamoshida e Keji Mizoguchi, sono raccolte in un cofanetto che contiene entrambe le mini serie.

La serie slice of life che vede protagonista il liceale Sakuta Azusagawa ha riscosso un discreto successo in patria e tra gli appassionati e ha fatto parlare molto di sé anche grazie all'adattamento anime che ha ricevuto. Il manga è stato realizzato da Tsugumi Nanamiya che rielaborando i character design di Keji Mizoguchi e la storia originale di Hajime Kamoshida riesce a sintetizzare le prime due light novel che compongono la serie di Seishun Buta Yaro.

Bunny Girl Senpai e Petite Devil Kohai: i problemi dell'adolescenza

Il protagonista Sakuta Asuzakagawa che frequenta il secondo anno delle superiori è un emarginato che vive lontano dai compagni a causa delle brutte voci che girano sul suo passato. I suoi unici amici sono Rio Futaba e Yuma Kunimi che riescono ad apprezzare la personalità di Sakuta al di là delle dicerie che girano su di lui. La vita del ragazzo prosegue nella monotonia fino a quando un giorno, in biblioteca, nota Mai Sakurajima un ex attrice ormai fuori dalle scene vestita da coniglietta che gira per l'edificio senza essere notata.

Sakuta sembra essere l'unica persona in grado di vederla e incuriosito dall'assurdità della scena e affascinato dalla bellezza della senpai decide di avvicinarla per capire cosa stia accedendo. Da quel momento tra i due inizierà a crearsi un legame profondo con Sakuta che proverà a risolvere il disagio che la sindrome della pubertà sta creando in Mai.

La senpai coniglietta non sarà l'unica ragazza che Sakuta aiuterà durante il corso delle sue paradossali avventure. La sindrome della pubertà sta colpendo molti altri ragazzi del liceo di Sakuta e proprio lui grazie all'aiuto di Rio Futaba, appassionato di fisica, proverà a dare una risposta "scientifica" a questi eventi.

La Sindrome della Pubertà

Hajime Kamoshida riesce sapientemente a mescolare slice of life e soprannaturale, strizzando di tanto in tanto l'occhio verso scene ecchi con una forte componente romance. Sicuramente una mescolanza di generi difficilmente replicati nel corso del tempo che riescono a far appassionare i più diversi tipi di lettore all'opera. Senza dubbio è molto divertente vedere come Sakuta tenterà di dare una spiegazione para-scientifica alla sindrome della pubertà che sta affliggendo la sua scuola, ma a volte gli "spiegoni" sono fin troppo tirati per le lunghe e l'effetto gag dura ben poco.

La storia di Bunny Girl Senpai seppur non brilli certo per intreccio e sviluppo riesce a riservare delle sorprese che riusciranno almeno a stuzzicare i lettori più navigati. Un plauso va assolutamente fatto alla capacità di Kamoshida di mettere in scena situazioni critiche e problemi adolescenziali reali, in cui tutti gli adolescenti si trovano almeno una volta, e analizzarli con un occhio molto bonario ma allo stesso tempo con molto tatto.

I temi toccati, come il cyberbullismo o l'insicurezza, sono estremamente delicati e a volte anche molto pesanti, tuttavia vengono sapientemente messi in scena con un tatto e un'attenzione davvero uniche. Si intravede tra le pagine l'intento pedagogico dell'opera che tramite una veste accattivante per i ragazzi prova a educarli su tematiche a loro molto vicine e molto sentite durante l'adolescenza.

La narrazione del manga, tuttavia, non brilla per originalità, spesso le situazioni presentate sono fin troppo cariche ed appesantite dai cliché del genere. Nel complesso assistiamo ad una sceneggiatura fin troppo surreale che, una volta superata la curiosità iniziale, tende verso l'appiattimento. I personaggi allo stesso modo non brillano per una caratterizzazione eccelsa, a partire dal protagonista sono tutti molto stereotipati: privi di una reale sfaccettatura caratteriale o di una profondità narrativa. Ins0mma si avrà la spiacevole sensazione di essere davanti al solito protagonista del manga per ragazzi accompagnato dal solito harem di belle ragazze, nulla di più nulla di meno. Il charater design soffre allo stesso modo di un tragico appiattimento. Tutti i personaggi si somigliano tra loro e spesso si avrà anche difficoltà a distinguere gli uni dagli altri. Un vero peccato visto che in origine le illustrazioni realizzate da Keji Mizoguchi per le light novel avevano dato un forte carattere all'opera, purtroppo andato parzialmente perso nell'adattamento manga.

I disegni di Tsugumi Nanamiya non si discostano molto dallo standard delle sue altre opere. I contorni dei personaggi sono molto spessi e c'è un elevato utilizzo dei retini. Lo stile di Nanamiya è molto cartoonesco ricalcando in pieno gli stilemi del manga per ragazzi. Gli sfondi sono spesso totalmente e fanno capolino di tanto in tanto, soprattutto all'inizio dei capitoli, per presentarci di sfuggita il luogo dove sta avvenendo la scena. Seppur il layout delle pagine sia abbastanza classico nell'impostazione ogni tanto assistiamo a delle scelte registiche interessanti, con prospettive particolari o zoom su dettagli importanti. Tutto sommato, questo tipo di impostazione delle tavole, ben si presta al genere della storia e svolge la sua funzione senza infamia e senza lode.

I Volumi

J-Pop ha pubblicato Bunny Girl Senpai e Petite Devil Kohai in un formato tankobon 13x18cm con sovraccoperta con alette. Il cofanetto si presenta bene con un aspetto compatto e un look minimal. La copertina dei volumi presenta i protagonisti mentre la sovraccoperta mostra il piano americano delle protagoniste delle due storie a colori. Il prezzo di copertina è di € 6,50 a volume per un totale di € 26,00 per tutto il box. Il prezzo ben rispecchia le caratteristiche del prodotto attestandosi nella media della sua tipologia.

La carta utilizzata è la usomano scura con una elevata grammatura, non siamo difronte ad una carta pregevolissima ma sicuramente adatta al suo scopo e permette un’agevole lettura. Dal punto di vista editoriale il volume non presenta alcun contenuto redazionale che anzi si mostra piuttosto scarno e minimal. Non sono presenti pagine a colori mentre sono molto scorrevoli sia la traduzione che l’adattamento.

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