Boys Run the Riot, recensione: l'inizio della rivoluzione

Boys Run the Riot è un manga potente, che racconta le difficoltà e la lotta di una ragazza che non si sente a suo agio nel suo corpo,

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a cura di Beatrice Villa

Boys Run the Riot è un manga scritto e disegnato da Keito Gaku, un uomo transgender. È stato serializzato per la prima volta sulla rivista di manga seinen di Kodansha Weekly Young Magazine dal 27 gennaio al 31 agosto 2020. È stato poi trasferito sull'app manga Comic Days sempre di Kodansha, dove è stato pubblicato dal 9 settembre al 14 ottobre 2020. In seguito, i suoi 37 capitoli, sono stati raccolti in quattro tankōbon. La storia, pubblicata nel nostro paese da Star Comics nella collana Queer, racconta le difficoltà ma anche la lotta di una ragazza che non si sente a suo agio nel suo corpo, una ragazza che vorrebbe essere nata maschio ma soprattutto, vivere orgoglioso di essere se stesso, urlando al mondo la propria identità. Una storia profonda che parla di libertà, di accettazione e di una vera e propria rivoluzione!

“Odio la divisa. È noiosa e scomoda. D’estate tiene caldo e d’inverno geli anche se la indossi. Ma soprattutto… mi ricorda ogni mattina che sono una donna.”

Boys Run the Riot: con il nostro brand scateneremo una rivoluzione!

Ryo è nata donna, ma da sempre non si sente a suo agio nel suo corpo. Odia indossare abiti femminili, odia la divisa scolastica che pone un netto confine tra maschi e femmine, ostentando al mondo il proprio genere. Odia il fatto che ha un corpo femminile quando nella sua testa lui è un maschio. Nasconde il seno sotto fasce elastiche e cerca per lo più di indossare la tuta a scuola, mentre quando è fuori dai rigidi confini scolastici può essere libero di essere se stesso, scegliendo il proprio stile e comportandosi da maschio. Perché lui è un uomo non una donna, ma si sente incatenato nel suo stesso corpo e per questo si è sempre isolato dai suoi compagni di scuola.

Quando è a scuola si rivolge a lui usando il femminile mentre al di fuori usa il maschile. L’unico modo che ha di esprimere sul suo vero se è quando veste degli abiti maschili. Ma le cose cambiano quando nella sua classe arriva un nuovo alunno che a prima vista è tutto e per tutto un teppista: buchi alle orecchie, occhiali da soli, un abbigliamento non conforme all’ordinamento scolastico e ripetente. Se all’inizio Ryo non vorrà averci a che fare, in fondo sono agli antipodi, completamente diversi, sarà proprio a lui il primo che aprirà il suo cuore, mettendo su un piatto d’argento per la prima volta nella sua vita, ciò che prova, chi è veramente.

Ciò che accomuna i due ragazzi è la lotta costante per la ricerca della libertà e il loro sogno di fare vedere al mondo chi sono e ciò che possono fare. La moda è la loro passione comune e sarà attraverso di essa che poseranno i primi mattoni di una vera e propria rivoluzione. Ryo e Jin decidono di creare insieme un marchio di abbigliamento per aiutare tutti a sentirsi a proprio agio. Non sarà semplice ma aiutati da Itsuka, un loro compagno di classe, timido e sottomesso al suo amico d'infanzia, che riesce ad approcciarsi al mondo solo attraverso la fotografia, il loro brand prende vita.

Boys Run the Riot: non riconoscersi nel proprio corpo

Credo che ancora oggi si parli troppo poco del termine transgender. Che cosa significa? Non è così semplice dare una spiegazione univoca perché all’interno di questo temine sono racchiusi molteplici significati e numerosissime sfaccettature, ma semplificando possiamo dire che indica quelle persone che non si riconoscono nel genere e/o al sesso che è stato determinato loro alla nascita.

Bisogna anche sottolineare che il temine transgender non è collegato all'orientamento sessuale. Perciò le persone transgender possono identificarsi come eterosessuali, omosessuali, bisessuali, asessuali o altro, oppure possono rifiutarsi di etichettare il proprio orientamento sessuale. Nel caso di Ryo si tratta di una persona transgender, che quindi non si indentifica con la propria identità di genere e prova sentimenti verso le ragazze.

“Quando mi trattano da donna mi arrabbio e mi deprimo. Mi fa schifo il mio corpo formoso. Vorrei avere il fisico di un uomo le donne mi fanno battere il cuore. Per quanto mi impeghi e mi vesta da marchio, nessuno mi vede come tale!”

Che cosa si prova a non riconoscersi nel proprio genere? A essere intrappolato in un corpo che non ci appartiene? L’autore porta a galla i sentimenti più profondi di Ryo, la sua lotta interiore, il non sentirsi compreso, le sue urla disperate mentre cerca in tutti i modi di farsi accettare dagli altri in contrapposizione alla sua remissività, perché dentro di lui si è già arresa a continuare a fingere per sempre di fronte agli altri e ad essere se stesso quando è da solo. La paura c’è, è reale e tangibile. Fidarsi degli altri è difficile, soprattutto quando una persona si sente così insicura e incerta con il suo stesso corpo.

La reazione di Jin, quando Ryo gli urla in faccia che non vuole che gli altri lo trattino come una donna, lo disarma più di un attacco fisico. Già, forse doveva semplicemente essere sincero e dirglielo prima. Le parole che ci rivolgono gli altri possono ferire, ma se queste sono dette senza malizia, semplicemente perché non sanno ciò che vogliamo e proviamo, allora le cose possono cambiare. È impossibile per l’altro comprendere in fondo ciò che risiede nel cuore di un'altra persona, per quanto possa provarci da solo. E questo Ryo lo realizza solo quando finalmente rivela a Jin la verità. E quando è pronto a tradirlo, a rimangiarsi la parola data per paura delle conseguenze, ecco che basta una frase detta da Chika, la persona che Ryo ama, a fargli prendere coraggio per seguire i suo sogni, abbandonando completamente tutte le sue paure. Ciò a cui assistiamo in questo manga è la crescita di una persona transgender. La moda gioca un ruolo fondamentale in quanto da sempre è strettamente legata alla propria identità sessuale. Attraverso di essa e anche attraverso i graffiti, Ryo riuscirà a esprimere la propria individualità

Qualche informazione in più sul manga

I disegni sono incredibili, di impatto: da essi traspaiono i sentimenti più profondi dei personaggi e la loro angoscia interiore. Anche la narrazione riesce a togliere il fiato, facendo rimanere i lettore incollato fino all'ultima pagina. Evidente il fatto che l'autore abbia messo molto della sua esperienza personale in questa storia, nella quale anche molti lettori non faranno fatica a immedesimarsi. Un lavoro e una storia eccelsi.

L'edizione presentata da Star Comics è curata nei minimi dettagli, con una splendida sovraccoperta tagliata a metà, nella quale vengono contrapposte le due facce di Ryo, il suo essere donna e il suo sogno di diventare un maschio. Particolare il retro, sul quale sono state inserite alcune vignette tra le più significative in un perfetto gioco di incastro. All'interno troviamo due pagine a colori e un'intervista con l'autore alla fine del manga.

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