Con l’uscita di The Mandalorian, la prima serie live action di Star Wars, i fan della galassia lontana, lontana hanno imparato a conoscere il mito dei Mandaloriani, la letale casta guerriera che nei remoti tempi della Repubblica diede non poco filo da torcere ai Jedi. La figura di Din Djarin, noto oramai a tutti come Mando, è diventata per tutti l’incarnazione dei valori mandaloriani, ma per anni gli appassionati di Star Wars hanno avuto un solo nome in mente quando si parlava ‘del mandaloriano’: Boba Fett.
Su Disney+ potete vedere tutti i primi episodi della prima stagione di The Mandalorian, una serie di documentari sul tema e dal 30 Ottobre guardare la seconda stagione!! Per iscrivervi al servizio di Streaming Disney+ sia con abbonamento mensile sia annuale scontato potete utilizzare questo link
Apparso al cinema in L’Impero colpisce ancora, Fett si è subito imposto come un personaggio carismatico, capace di catalizzare l’attenzione degli spettatori pur avendo ben poco spazio all’interno delle pellicole. La sua figura di cacciatore di taglie e l’essere la nemesi di un eroe amato come Han Solo hanno sicuramente giocato un ruolo fondamentale nella sua fama, ma cosa si nasconde sotto l’elmo di Boba Fett?
Le origini di Boba Fett
L’idea di avere un cacciatore di taglie come parte della storia di Star Wars era presente da sempre nei piani di Lucas. Inizialmente, questo ruolo era stato pensato per Darth Vader, ma quando il ruolo del Signore Oscuro dei Sith iniziò a prendere altre direzioni, questa figura rimase vacante. Lucas immaginava per questo personaggio una personalità simile a quella dell’Uomo senza Nome interpretato da Clint Eastwood in ll Buono, il Brutto e il Cattivo. Per dare vita a questo personaggio, si lavorò velocemente e senza addentrarsi troppo nella caratterizzazione e creazione di un background, in quanto Lucas lo voleva presentare all’interno di uno dei capitoli più bui di Star Wars: lo Star Wars Holiday Special.
Questo spettacolo, nato come speciale natalizio per le festività del 1978, era pensato per presentare diversi personaggi, tra cui alcuni non ancora apparsi al cinema. In uno di questi spezzoni, in versione animata, comparve la prima versione di Boba Fett. Per realizzarne l’aspetto, si era partiti da alcuni dei primi bozzetti dell’armatura di Vader, e Ralph MacQuarrie aveva tracciato alcune idee, recepite e rifinite da Joe Johnston.
Rivista oggi, questa prima versione del cacciatore di taglie mandaloriano assomiglia più alle truppe dei cloni che non alla versione finita del personaggio che comparve in L’impero colpisce ancora. La ragione è semplice: tra Fett e i cloni ci sono dei legami molto stretti.
Ai tempi in cui si stavano avviando i primi lavori per L’iIpero colpisce ancora, Lucas aveva immaginato di introdurre una squadra di supersoldati caratterizzati da armature altamente tecnologiche, capaci di contrastare persino i poteri di un Jedi. Questi letali guerrieri, nativi del pianeta Mandalore, sarebbero stati contraddistinti da una forte etica guerriera e divisi in clan, ognuno caratterizzato da particolarità dell’armatura e simboli tribali specifici.
Venne richiesto a Joe Johnston di realizzare diversi bozzetti per caratterizzare i diversi clan, e infine vennero realizzati anche dei prototipi dei gadget delle diverse armature. Norman Reynolds, responsabile del dipartimento costumi della produzione, fu incaricato di realizzare un prototipo dell’armatura di questi mandaloriani, che ben presto vennero però depennati, scegliendo di ricorrere alla presenza di uno solo dei guerrieri di Mandalore: Boba Fett.
L’armatura realizzata era inizialmente totalmente bianca, ma si decise di spezzare questa monocromia in modo da non legare il personaggio alle fila degli stromtrooper. L’intenzione era di trovare una colorazione che echeggiasse l’aspetto di ambigua moralità di Boba Fett, unendo a questo la sensazione di un’armatura che abbia attraversato diversi scontri e battaglie.
Questo recupero non voleva, almeno nelle intenzioni di Lucas, essere l’origine di un personaggio iconico, come confermò lo stesso regista nei commenti dell’edizione in DVD de L’Impero colpisce ancora:
“Boba Fett doveva esser semplicemente un altro scagnozzo, l’ennesimo cacciatore di taglie e pericoloso avversario. Invece, divenne una delle figure più amate, e per avere una parte così piccola, ha mostrato una grande presenza scenica”
In effetti, tra L’Impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi, Boba Fett ha pochi minuti di presenza e un numero minimo di battute. Nonostante questo, per i fan di Star Wars è divenuto subito uno dei personaggi più amati, al punto che si rese necessario compiere un’opera di caratterizzazione del personaggio che offrisse agli appassionati uno sguardo sul passato del letale bounty hunter e della sua cultura d’origine.
L’idea del codice di condotta mandaloriano, in quel momento, era ancora lungi dall’essere stilato, ma per dare spessore a Boba Fett si erano tracciate alcune linee guida, che vennero poi sintetizzate da Daniel Keys Moran, autore di alcuni romanzi del fu Legends dedicati al personaggio:
“L’aspetto più complicato di Boba Fett era trovare una sua visione del mondo che gli permettesse di avere un codice che fosse compatibile con la connotazione malvagia dell’Impero. Fett doveva quindi esser sostanzialmente cattivo oppure guidato da una morale incredibile malleabile e improntata al ‘bene superiore’. La seconda via fu quella scelta e parve esser bene accolta dai lettori”
Il successo di Fett fu tale che durante lo sviluppo de Il ritorno dello Jedi Lucas pensò addirittura di affidargli il ruolo del villain principale, ma questa opzione venne cassata quando il regista iniziò ad accarezzare l’idea di dare vita a una terza trilogia, consecutiva agli eventi de Il ritorno dello Jedi.
Boba Fett nella trilogia prequel
Quando Lucas tornò a lavorare sulla creatura per realizzare la trilogia prequel, Boba Fett era diventato una presenza fondamentale nel panorama cross-mediale di Star Wars. Romanzi, fumetti e videogiochi avevano ormai ampiamente stabilito che il mandaloriano non era morto tra le fauci del Sarlacc, ma era sopravvissuto.
Questa rivelazione aveva spinto Lucas a meditare di aggiungere una scena in Il ritorno dello Jedi in cui veniva mostrato il bounty hunter sopravvissuto alla famelica morsa del Sarlacc, ma cambiò idea perché non si sarebbe spiegato come mai il personaggio non fosse comparso ulteriormente nella pellicola.
La presenza di Boba Fett, però, venne riconfermata all’interno della trilogia prequel, dove il personaggio aveva in principio un ruolo totalmente diverso da quanto visto nella versione finale. Lucas era intenzionato a creare un legame profondo tra Fett e Anakin, concependoli inizialmente come fratellastri, ma alla fine pensò che questa sua idea fosse un po’ troppo forzata.
Quando in L’attacco dei Cloni si diede vita all’armata della Repubblica, Lucas decise di ricollegarsi alla famosa Guerra dei Cloni citata in Una nuova Speranza, e come base genetica si selezionò un cacciatore di taglie. Nuovamente subentra in Star Wars il concetto di famiglia, considerato che il candidato fu Jango Fett, il quale chiese come ricompensa un clone privo di condizionamento mentale e non soggetto alla crescita accelerata, da crescere come un figlio, che battezzò Boba.
Per Boba Fett era previsto un ruolo centrale nel terzo capitolo della trilogia prequel, La Vendetta dei Sith. Boba avrebbe dovuto esser parte integrante della Grande Purga dei Jedi, dove avrebbe compiuto la sua vendetta uccidendo Mace Windu. Per quanto epica, questa scena venne tagliata in quanto il personaggio sarebbe stato troppo giovane per poter apparire nei film successivi, e la sua importanza nella caduta di Anakin nel Lato Oscuro sarebbe stata poco credibile.
Sino a questo momento, salvo alcune menzioni all’interno del fu universo espanso, non si avevano notizie del passato di Boba Fett o delle sue origini. Con la trilogia prequel scopriamo che è un clone, e che la sua vita è stata caratterizzata da un dolore inferto dai Jedi, ma rimanendo fedeli al Canon non abbiamo notizie certe del suo passato, almeno fino a quando non venne introdotto il personaggio in un’altra produzione Canon: Clone Wars.
Boba Fett in Clone Wars
Interpellato da Henry Gillroy mentre si stavano stendendo le linee guida di Clone Wars, Lucas non si era dimostrato particolarmente contento di vedere Boba Fett nella serie animata, ma cambiò rapidamente idea. La presenza del giovane Boba all’interno della creatura di Filoni venen poi inserita in modo naturale, mutuando alcuni concetti pensati inizialmente per la sua apparizione nella trilogia prequel (come il vendicarsi di Mace Windu), ma soprattutto consentì di mostrare l’evoluzione del personaggio.
Il suo allearsi con personaggi del calibro di Aurra Sing, abile manipolatrice nello sfruttare i suoi sentimenti, lo rendono un ragazzino le cui azioni, per quanto amorali e votate alla vendetta, sono comprensibili e danno ulteriore solidità alla sua versione adulta conosciuta al cinema. Questa concezione del personaggio è stata spiegata in modo preciso da Filoni, creatore di Clone Wars:
“In Episodio II, Boba Fett vede suo padre ucciso da Mace Windu, ma ha ancora parecchia strada da percorrere prima di diventare il navigato cacciatore di taglie che conosciamo. Aurra ha un’influenza su di lui, non come una figura genitoriale ideale, ma anche questo ha una parte nella sua crescita. Sfrutta le sue debolezze, il suo desiderio di una famiglia. E’ una relazione disfunzionale, e questa getta un’interessante luce sia su Aurra che su Boba. Ma in definitiva, Boba è sempre stato un mistero. Per quanto possiamo rivelare, non priveremo i fan di questo mistero, non conoscere tutte le risposte su Boba è parte del suo fascino”
All’interno di Clone Wars, infatti, Boba viene mostrato nella sua prima adolescenza, mentre cerca di ritagliarsi la propria strada nella galassia e nel contempo esigere la sua vendetta. Prima che la serie animata venisse chiusa, era stato concepito anche un arco narrativo di quattro puntate in cui Boba si univa a Cad Bane, con cui partecipava a una missione di salvataggio di un bambino rapito dai predoni Tusken su Tatooine. L’idea era di mostrare una sorta di relazione paterna tra i due, sfruttando un’antica amicizia tra Jango Fett e Bane.
Nelle idee degli sceneggiatori, Boba avrebbe indossato in questa occasione per la prima volta la sua celebre armatura, e dopo aver tentato di guidare un’insurrezione si sarebbe scontrato con Bane, che in un duello avrebbe scalfito l’elmo di Boba, creando il suo iconico segno visto al cinema.
I problemi di Clone Wars, però, non consentirono di realizzare questo capitolo del passato di Boba.
Boba Fett in The Mandalorian
Quando la scena finale del nono episodio di The Mandalorian, Lo Sceriffo, indugia sul volto invecchiato e ferito di Temuera Morrison, tutti i dubbi sono venuti meno: Boba Fett è ancora vivo. Nonostante i dubbi di Lucas che per anni non ha voluto chiarire questo aspetto, alla fine quanto teorizzato nel vecchio Universo Espanso ha nuovamente trovato spazio nel Canon.
Il ritorno in scena di Boba Fett nella serie con protagonista con Din Djarin non poteva avvenire in un momento migliore, ovvero il ritrovamento della sua armatura. L’aspetto interessante sarà ora vedere come Boba si porrà nei confronti di Din e del Bambino, considerata la sua ben nota avversione ai Jedi. Da un lato, potrebbe cercare di seguire la Via e schierarsi con i suoi fratelli mandaloriani, ma considerando le sue azioni passate e i contatti con l’Impero non è da escludere che possa offrire a Moff Gideon i propri servigi.
Tutti i volti di Boba Fett
Per essere apparso così poco in Star Wars, Boba Fett vanta però ben più di un interprete. Ad avere dato vita per primo al Mandaloriano è stato Don Francks, che doppiò il personaggio nella sua apparizione nello Star Wars Holyday Special del ’78.
Toccò a Jeremy Bulloch indossare dal vivo l’armatura di Boba Fett al cinema per primo. Ottenuta la parte grazie al fratellastro, Bulloch vestì l’armatura del mandaloriano perché al casting risultò che gli calzava a pennello. In questa prima apparizione non aveva battute e tutta la sua recitazione si doveva concentrare sulla mimica e la postura.
Fedele al concept iniziale del personaggio, Bulloch si basò sulla figura dei personaggi western di Clint Eastwood. Nacquero così la posa del fucile, apparentemente pronto a sparare, il suo peculiare movimento della testa e la postura rigida. Una recitazione perfettamente riuscita, ma che Bulloch realizzò con un costume, a suo dire, pesante e poco pratico, specialmente per il peso del jetpack posteriore.
Quello che Bullock non fece, per sua stessa ammissione, fu di pensare a una backstory del personaggio, convinto che il carisma di Boba Fett si basasse principalmente sul mistero che lo caratterizzava. Questo non toglie che quando riprese il ruolo per Il ritorno dello Jedi, Bulloch non gradì particolarmente il ruolo contenuto del suo personaggio, anche se apprezzò l’idea di farlo uscire di scena, convinto che una morte così particolare non potesse che rendere ancora più affascinante il suo bounty hunter. A dare sostengo a Bulloch, furono John Morton, che lo sostituì per alcune scene de L'Impero colpisce ancora e Jason Wingreen, che lo doppiò in Il ritorno dello Jedi.
Per la versione adolescente di Boba Fett vista in L’attacco dei Cloni venne scelto il giovane Daniel Logan, che affiancò Temuera Morrison, interprete di Jango Fett. Quando per la seconda stagione di The Mandalorian si iniziò a parlare del ritorno di Boba Fett circolò subito la voce del ritorno di Morrison, in quanto essendo un clone di Jango Fett non c’erano alternative per mostrare Boba: il volto della sua matrice genetica era già noto.
Il fascino di Boba Fett
Come può un personaggio negativo, morto rapidamente e con pochissimo spazio all’interno di una saga ampia come Star Wars avere riscosso un tale successo? Difficile a dirsi, eppure Boba è stato eletto nel 2008 come uno dei 100 personaggi più iconici del cinema, piazzandosi al settantanovesimo posto.
Parte di questo fascino è il modo in cui gli altri personaggi della saga percepiscono Fett. Quando lo conosciamo, è l’unico cacciatore di taglie che viene ammonito da Vader sui modi di cattura del suo obiettivo (‘Niente disintegrazioni’), un modo perfetto per trasmettere la pericolosità del personaggio, che si intuisce esser noto per la sua brutale efficienza. Fett non risponde, rimane impassibile e compassato, in una galassia in cui tutti corrono e si muovono freneticamente lui mantiene la sua compostezza, con movimenti misurati e funzionali anche nelle situazioni più estreme.
La sua rigidità, così come il suo equipaggiamento e la sua astronave, la Slave I, sono divenuti elementi imprescindibili del mito di Star Wars. Poco importa che la sua dipartita in Il ritorno dello Jedi sia avvenuto in modo a dir poco eroico, la sua ricomparsa in The Mandalorian può essere una seconda occasione per Boba Fett di rivelarsi come il più letale bounty hunter della galassia. E magari finalmente potremo decidere chi meriti realmente di essere il Mandaloriano per eccellenza.
Potete rivivere il mito di Boba Fett guardando la saga di Star Wars su Disney+