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Blue Skin, recensione dell'avventuroso esordio di Gitrop

Pubblicato da Ottocervo, Blue Skin è il graphic novel leggero e delicato fantasia con esordisce il giovane autore catanese Gitrop.

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a cura di Rossana Barbagallo

In sintesi

Blue Skin è il titolo d'esordio di Gitrop, che firma il suo primo graphic novel da autore completo pubblicato da Ottocervo.

Blue Skin è il graphic novel d’esordio di Gitrop, giovane fumettista catanese che debutta con la sua prima opera da autore completo grazie alla giovane casa editrice tarantina Ottocervo. Presentato al pubblico a Lucca Comics and Games 2022, Blue Skin parla letteralmente di un giovane dalla pelle blu, di un mondo fantastico ma insidioso, di un viaggio alla ricerca delle proprie origini. E potrebbe essere uno dei graphic novel rivelazione di quest’anno.

Blue Skin

Salta fuori con leggerezza e delicata fantasia, ma potrebbe non essere uno dei soliti fenomeni passeggeri che popolano il mondo del fumetto con una storia e via. Blue Skin di Gitrop, ha piuttosto tutte le caratteristiche per diventare un graphic novel di successo e, perché no, anche una potenziale serie multimediale con protagonista il misterioso ragazzo dalla pelle blu. Ma procediamo con ordine. Pubblicato dalla giovanissima casa editrice tarantina Ottocervo, il graphic novel di Gitrop (alias Giuseppe Tropea) è un fantasy che si potrebbe definire atipico, poiché capace di muoversi senza timore anche attraverso elementi vagamente sci-fi o di mutuare componenti del fumetto orientale come combattimenti e scene action. Quella che racconta è comunque una storia fantastica, che scorre lungo un mondo in cui convivono magia, creature bizzarre, leggende e luoghi che possono essere tanto incantati, quanto pericolosi.

Si tratta della storia di Ardus, giovane solitario dalla pelle blu che vive tranquillamente nella sua torre (talmente solitario da aver affisso dei cartelli col suo faccione minaccioso, possibile ed efficace citazione a Shrek), con il suo bastone magico Limoi e uno scheletro sconosciuto fuori dalla porta che ha ribattezzato Ossobuco. La routine di Ardus viene spezzata dall'incontro con Marla, piccola fenice rimasta orfana, e Goni, un cucciolo di porso (una sorta di orso polare) che desidera tanto tornare dalla sua mamma al Polo Nord. Ardus, che intende scoprire da sempre le proprie origini, trova quindi nei due non solo dei nuovi amici, ma anche dei compagni di viaggio con cui condividere il cammino e gli obiettivi. Attraverso un mondo di meraviglie e insidie, bichechi sleali, magia, giganti utilizzati come palazzi e verità sconcertanti sul passato, tristi ma necessarie per capire chi si è realmente.

Non una trama eccezionalmente originale sotto certi punti di vista, quella di Blue Skin, tuttavia essa compone una storia in cui non mancano guizzi innovativi, un ottimo ritmo narrativo privo di tempi morti, ma soprattutto vicende avvincenti, spericolate e pregne della giusta spinta a incuriosire il lettore. Ciò che colpisce maggiormente del graphic novel di Gitrop, però, è come tutto ciò si componga con grande naturalezza, dando la sensazione palpabile che questa scrittura sia stata realizzata in maniera spontanea e genuina, benché sempre molto sensibile. Un viaggio avventuroso e brillante, proprio come quelli che potevamo immaginare un tempo con innocenza e la sola voglia di raccontare qualcosa di realmente avvincente, senza troppe infiorettature o scene destabilizzanti. Questo è uno dei talenti dimostrati da Gitrop alla sua prima prova da fumettista: la capacità di raccontare qualcosa di semplice e limpido con delicatezza ma anche con tanta cura per l’incanto e lo stupore, privo di fronzoli ed eccessi.

Pochi personaggi, ma buoni, bastano in Blue Skin a comporre un graphic novel corale e ben articolato in cui ciascuno possiede le proprie peculiarità e fornisce il proprio contributo nella trama. A questo proposito, restano “allacciati” alcuni nodi riguardanti i protagonisti delineati da Gitrop: più che creare dei buchi di trama, tuttavia, sembrano lasciare qualcosa di non detto, sospeso nello spazio tra questo volume e quello che sentiamo potrebbe essere un possibile seguito, se non addirittura un "numero 2" quasi necessario a proseguire le avventure di Ardus, Marla, Goni e di coloro con i quali hanno incrociato il loro cammino. Sì perché Blue Skin possiede un finale emozionante, doveroso pur nel dolore che reca, e la sua è una degna conclusione; ma non possiamo fare a meno che augurarci di leggere ancora nuove vicende ambientate in questo mondo fantastico fatto di meraviglia e avventura.

Sulla tecnica

Un altro aspetto che ci ha lasciati piacevolmente sorpresi nella lettura di Blue Skin è senza dubbio la cura tecnica di Gitrop per le sue tavole. Durante il nostro incontro con l’autore che potete recuperare qui, Gitrop ha menzionato Mathieu Bablet tra gli autori che lo hanno ispirato, ed effettivamente non possiamo fare a meno di trovare in questo graphic novel delle assonanze con il fumettista francese. Gli scenari accuratamente dettagliati, il segno sottile e delicato, la costruzione di un mondo incantato e fuori dal tempo. Quella di Gitrop però non è mera ispirazione e gli faremmo un torto se non dicessimo che possiede sicuramente del talento: le illustrazioni di Blue Skin sono talmente accurate e ricche di uno stile proprio, da sembrare il frutto di un lavoro fumettistico già ampiamente rodato.

Non possiamo mettere in discussione nemmeno l’utilizzo sapiente di luci e ombre, che si apprezzano tanto nelle tavole più statiche in cui vi è semplicemente la luce soffusa del sole a filtrare da una finestra, quanto in quelle più action dove i personaggi sono illuminati ad esempio dai bagliori di eventuali esplosioni. Stupisce, insomma, questo primo approccio di Gitrop, che sembra davvero privo di sbavature e ci lascia con una storia di avventura e ricerca di sé estremamente apprezzabile. Decisamente benvenuta l’impaginazione di Ottocervo, inoltre, che utilizza una copertina flessibile con risguardo anziché una tradizionale sovraccoperta, ormai così abusata in campo editoriale da diventare forse superflua.

L’approccio dell’autore alle sequenze più humor del graphic novel potrebbe essere l’unico neo riscontrabile nella struttura generale. Un approccio timido e poco sfruttato: i protagonisti di Blue Skin nel loro complesso possiedono infatti il potenziale per generare anche delicate, ma efficaci scene ironiche. Se mai Blue Skin dovesse tornare sugli scaffali con un seguito, approveremmo certamente un uso maggiore dell’umorismo in questa avventura così bella, pura e brillante.

Voto Recensione di Blue Skin



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Una delicata, ma spontanea e genuina avventura;

  • - Un fantasy che non ha timore di sperimentare;

  • - Una trama avvincente e scenari fantastici;

  • - Una tecnica che dimostra un grande talento

Contro

  • - L'approccio timido al potenziale umoristico dei personaggi

Commento

Non una trama eccezionalmente originale sotto certi punti di vista, quella di Blue Skin, tuttavia essa compone una storia in cui non mancano guizzi innovativi, un ottimo ritmo narrativo privo di tempi morti, ma soprattutto vicende avvincenti, spericolate e pregne della giusta spinta a incuriosire il lettore. Ciò che colpisce maggiormente del graphic novel di Gitrop, però, è come tutto ciò si componga con grande naturalezza, dando la sensazione palpabile che questa scrittura sia stata realizzata in maniera spontanea e genuina, benché sempre molto sensibile. Un viaggio avventuroso e brillante, proprio come quelli che potevamo immaginare un tempo con innocenza e la sola voglia di raccontare qualcosa di realmente avvincente, senza troppe infiorettature o scene destabilizzanti. Questo è uno dei talenti dimostrati da Gitrop alla sua prima prova da fumettista: la capacità di raccontare qualcosa di semplice e limpido con delicatezza ma anche con tanta cura per l’incanto e lo stupore, privo di fronzoli ed eccessi.

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