Birds of Shangri-La 1, tra erotismo e sensualità: la recensione

Birds of Shangri-La 1 è il nuovo BL scritto e disegnato dall’ormai conosciuta e apprezzata Ranmaru Zariya, edito dalla casa editrice J-POP

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a cura di Beatrice Villa

Birds of Shangri-La 1, titolo originale Shangri-La no Tori, è il nuovo BL scritto e disegnato dall’ormai conosciuta e apprezzata Ranmaru Zariya, autrice anche di Coyote, pubblicato in Italia da Flashbook Edizioni e Void e Liquor & Cigarettes entrambi editi da J-POP che amplia il suo catalogo regalandoci un altro stupendo e bellissimo lavoro dell’autrice.

“La bocca è abile a diffondere menzogne. Lo diventa a mano a mano che andiamo avanti con gli anni. Anche gli occhi sanno benissimo di essere soggetti di osservazione. Invece, per quanto ne so, inaspettatamente le mani sono pessime bugiarde. Riflettono la personalità e persino il vissuto di una persona. Sono piuttosto chiacchierone.”

Birds of Shangri-La 1: benvenuti in Paradiso

Il primo ad avere utilizzato la parola Shangri-La è stato James Hilton nel suo nel romanzo Orizzonte perduto del 1933. Per lo scrittore era un luogo immaginario racchiuso nell'estremità occidentale dell'Himalaya nel quale si vedono meravigliosi paesaggi, e dove il tempo si è quasi fermato, in un ambiente di pace e tranquillità. Da allora il termine Shangri-La viene usato per indicare un Paradiso in terra ed è esattamente in questo senso che Ranmaru Zariya interpreta il suo Shangri-La.

Lo Shangri-La di questa storia è un immenso giardino circondato dalla natura, dove domina la pace, un mondo completamente diverso da quello al di fuori, rumoroso, fatto di difficoltà, che accoglie uomini che cercano di dimenticare le fatiche della vita quotidiana in una meravigliosa atmosfera da sogno. È un harem fatto di soli uomini che ne intrattengono altri, un luogo chiuso, in cui si respira un’atmosfera quasi magica e dove il tempo sembra cristallizzarsi, ma fatto anche di regole ben precise e che accetta solo persone fidate e dove i prostituiti vengono tutelati, trattati da principi, viziati e coccolati.

Chi lavora all’interno dello Shangri-La sono gli uccellini, bellissimi e sensuali, coloro che servono gli uomini che pagano per i loro servizi e gli stalloni, che invece hanno il compito di preparare gli uccellini prima che incontrino i loro clienti, alleviando lo stress che possono accumulare, gli vezzeggiano e li accudiscono.

È un bordello che diverge molto dall’idea comune. Lì nessuno è costretto a lavorare, sono tutti maggiorenni, non si fanno domande, le ragioni che spingono gli uccellini a rimare sono le più disparate, vengono trattati con tutti i riguardi possibili, possono rifiutare i clienti e prendersi una pausa nel momento del bisogno. C’è molta fiducia e libertà. È veramente un Paradiso sulla Terra, dove però, la sera, ogni aspetto del sesso viene celebrato, non c’è imbarazzo alcuno, semplicemente si gode la vita e si dimentica il bagaglio di richieste che la vita al di fuori pretende.

È qui che Apollo, un uomo etero che sta affrontando un divorzio difficile, inizia a lavorare come stallone. Ma non sarà facile, soprattutto all’inizio e per questo viene affidato esclusivamente alle cure di Phi uno degli uccellini dello Shangri-La. È la prima volta che Apollo accarezza il corpo di uomo e cerca di trattare Phi con ogni riguardo possibile ma sarà il ragazzo a trattarlo con i guanti, rispettando e accettando le difficoltà che Apollo ha a lasciarsi andare, anche se talvolta non può fare a meno di stuzzicarlo.

Apollo viene trattato quasi come un animale raro da tutti gli uccellini che sembrano non avere mai visto un etero prima d’ora e vorrebbero averlo per sé. Ma chi sembra catturare l’attenzione di Apollo è proprio Phi, che non riesce ad abbandonare soprattutto dopo che il ragazzo ha una violenta lite con un cliente. Perché non è solo Apollo a nascondere qualcosa, anche Phil ha alle spalle un passato oscuro, e alcune cicatrici non sono ancora rimarginate.

Birds of Shangri-La 1: una storia profonda e sensuale

Ranmaru Zariya ha la capacità di portare galla e di descrivere i sentimenti dei personaggi in un modo empatico, naturale. Veniamo catapultati letteralmente all’interno del mondo emotivo dei personaggi, talvolta ne siamo quasi travolti. In questo senso ritroviamo quelle stesse sensazioni che abbiamo provato leggendo il suo lavoro precedente Liquor & Cigarettes.

Phil nasconde un passato traumatico che l’ha segnato profondamente, anche se cerca in ogni modo di non lasciarsi sopraffare da esso, ma quando gli si presenta davanti un cliente che fa scattare l’interruttore sbagliato, ecco che i ricordi spiacevoli riaffiorano. Cosa sia esattamente accaduto non lo sappiamo, ma è facilmente intuibile. Phil è cresciuto nelle baraccopoli sulla terra ferma e conduceva una vita sregolata, non aveva una famiglia e ha iniziato a vedere il suo corpo fin da piccolo. Sulla spalla ha un tatuaggio che ha fatto per coprire una ferita abbastanza profonda.

Apollo è etero e sta portando avanti le pratiche del divorzio. Amava molto sua moglie che ha però trovato a letto con un altro. Apollo ha picchiato l’amante della donna talmente forte da farlo finire in ospedale e allora la famiglia di sua moglie gli ha proposto di insabbiare la cosa dando del denaro all’uomo in modo che Apollo non la lasciasse. Perché sarebbe stato troppo vergognoso. Ma i sentimenti dove sono? Dov’è finito l’amore che i due provavano o che almeno Apollo ha provato nei confronti della moglie? Salvare la faccia e le apparenze sono più importati del sanare quella ferita che Apollo ha nel petto? Perché Apollo è un uomo fedele che piuttosto che essere amato preferisce amare. Per lui una volta è per sempre. E per questo è profondamento addolorato dal tradimento della moglie, ma non lascia trapelare alcuna emozione, cerca di svolgere il suo lavoro al meglio, anche se le difficoltà sono evidenti.

Le sue difficoltà nell’avvicinarsi, persino toccare l’altro, vengono a galla quando deve preparare Phi e la sua esitazione non è solo dovuta al fatto che è eterosessuale. Phi se ne accorge ma, anziché esserne infastidito, si ritrova ammagliato e affascinato da Apollo, così diverso da tutti gli uomini con cui ha avuto a che finora. È strano, imperscrutabile, vorrebbe sapere, vorrebbe entrare dentro Apollo ma non può.

Phi e Apollo provengono da due mondi diversi, e hanno alle spalle esperienze diametralmente opposte eppure, in qualche modo, si assomigliano. Entrambi stanno soffrendo e non permettono all’altro di scavare troppo a fondo nel loro animo. Ma se il loro incontro non fosse casuale? Se entrambi fossero per l’altro la medicina che serve per lenire quelle ferite ancora troppo fresche e disperate?

Quelli che ci vengono presentati sono due mondi contrapposti che collimano, quella specie di paradiso e il mondo al di fuori, il mondo reale, con tutto il suo marciume e dove ci si può perdersi se non si è abbastanza forti. Ranmaru Zariya descrive e mette a nudo argomenti profondi e duri con estrema sensibilità. I personaggi sono disegnati con cura e attenzione, il loro corpo è talmente bello da sembrare quasi un dipinto o una scultura, in questo caso Apollo è la perfezione, e i volti dei personaggi sono incredibilmente espressivi, soprattutto gli occhi, dai quali rimaniamo ammaliati talmente sono in grado di palesare qualsiasi tipo d’emozione, come del resto ci ha abituati la Zariya nelle sue opere precedenti. Un'altra caratteristica che ritroviamo ancora una volta è l’ambientazione, più occidentale che giapponese, a partire dai nomi dei personaggi.

Birds of Shangri-La 1 è una storia magnifica, che tutti i fan di Ranmaru Zariya e chi si approccia al suo raffinato ed elegante stile di disegno apprezzerà.
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