Batman Il Figlio dei Sogni di Kia Asamiya, recensione: infinite dreams

Panini DC Italia ripropone, in versione wideban, Batman Il Figlio dei Sogni di Kia Asamiya, uno dei manga più celebri dedicati a Batman.

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a cura di Domenico Bottalico

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In concomitanza con l'uscita nelle sale di The Batman, Panini DC Italia ha riproposto ai lettori del Cavaliere Oscuro anche una serie di pubblicazioni "esotiche" ovvero una selezione di manga fra cui anche questo Batman Il Figlio dei Sogni di Kia Asamiya, forse il manga moderno con protagonista Batman più famoso in assoluto. Si tratta di una storia pubblicata in due parti a cavallo fra il 2000 e il 2001 sulla rivista Magazine Z di Kodansha. All'epoca il sensei godeva di una certa fama grazie ad opere come Silent Möbius, Dark Angel e Mobile Battleship Nadesico e, dopo aver saputo della sua fortissima passione per Batman, DC colse la palla al balzo sondando la sua disponibilità e poi commissionandoli questa storia che ben si cala nello sperimentalismo di quegli anni che trovava nella seconda ondata di storie dell'antologia Batman Black and White la sua espressione più forte e dove altri autori giapponesi, ma anche europei, si erano cimentati con un discreto riscontro.

Batman Il Figlio dei Sogni di Kia Asamiya: da Tokyo a Gotham e ritorno

La giovane reporter Yuko Tagi arriva a Gotham City con la sua troupe televisiva per produrre un documentario su Batman. Yuko e i suoi sembrano davvero fortunati perché riescono subito a filmare il salvataggio da parte di Batman di un gruppo di ostaggi da Due Facce. Consegnato alla polizia però il villain letteralmente si avvizzisce: si tratta di un impostore ovvero qualcuno che ha preso il posto e le sembianze di Harvey Dent. Yuko e i suoi seguono Batman in una indagine che lo porta a confrontarsi con "copie" prima del Pinguino e poi dell'Enigmista.

Ben presto il Cavaliere Oscuro e il Commissario Gordon rintracciano un tenue collegamento fra la scia di crimini di queste copie e una misteriosa droga che ha invaso le strade della città chiamata Fanatic. Questa sostanza, oltre a creare una fortissima dipendenza, ha l'effetto di mutare la percezione di chi la assume non solo da un punto di vista mentale ma anche a livello psicologico: chi la assume credo di trasformarsi in chi sogna di essere.

Quando Joker rapisce Yuko, Batman si ritrova al cospetto di un'altra copia e comprende che il Fanatic era solo un primo indizio. C'è un'altra sostanza che viene spacciata in città, simile ma molto più potente, e che punta direttamente in Giappone. La riprova è un attacco spregiudicato nei suoi confronti da parte di una sua copia che si rivela essere proprio uno degli uomini della troupe di Yuko.

Intenzionato a concludere la sua indagine, Batman, nei panni di Bruce Wayne, si reca a Tokyo per incontrare lo zio di Yuko, Kenji Tomioka presidente dell'omonima azienda farmaceutica. Pur in una città radicalmente diversa da Gotham, il Cavaliere Oscuro inizia a stringere la rete intorno alla sostanza e alla Tomioka Pharmaceuticals. Ben presto vengono alla luce i veri esperimenti condotti da Kenji e dalla sua azienda: il Fake Fur è una sostanza in grado di alterare i geni umani tanto da trasformare, e in alcuni casi migliorare, la copia rispetto all'originale. Dopo aver salvato nuovamente Yuko, per Batman giunge l'ora di affrontare un'altra sua copia molto più agguerrita e spregiudicata della precedente.

Batman Il Figlio dei Sogni di Kia Asamiya, infinite dreams

Rileggere dopo oltre due decenni Batman Il Figlio dei Sogni evidenzia ancora di più l'amore e il rispetto di Kia Asamiya per il personaggio ma anche l'enorme influenza che la visione del personaggio così come perpetrata sul grande schermo da Tim Burton abbia notevolmente influenzato un'intera generazione di artisti in ogni angolo del globo. Il plot gioca quindi con il classico topos della maschera qui però rimaneggiato in maniera prima spiccatamente onirica e poi decisamente più fantascientifica. È indubbio infatti come l'autore voglia narrare una storia che penetri il classico dualismo fra Batman e Bruce Wayne e, di sponda, anche sui villain qui sfruttati in maniera molti simile ad alcune storie degli anni '70.

Il vero punto focale della narrazione è però la contrapposizione fra Yuko ed il vero antagonista ovvero Kenji Tomioka. Si tratta di due punti di vista diametralmente opposti attraverso cui viene esaminata la figura di Batman. La prima infatti ricorda molto la Vicky Vale di Batman (1989), entrambe infatti offrono un punto di vista "meravigliato" sul Cavaliere Oscuro e sulla sua missione oltre ad essere attratte dall'aura di mistero che circonda Bruce Wayne. Il secondo invece distorce la missione di Batman, come nella miglior tradizione dei villain copycat, presentando tuttavia un piano sicuramente più astuto e ben congeniato di altri "colleghi" apparsi a Gotham e desiderosi di sostituirsi al Cavaliere Oscuro come Il Mietitore o Azrael giusto per citare i più celebri.

In definitiva Batman Il Figlio dei Sogni rimane una storia estremamente godibile, anche a distanza di 20 anni dalla sua pubblicazione originale, consigliata soprattutto a chi ha ricerca le atmosfere delle pellicole burtoniane nei fumetti o a chi ricerca una interpretazione, graficamente parlando, più esotica e che esalti il bianco e nero non solo come gioco chiaroscurale.

A tal proposito è evidente come parte del fascino della storia risieda nello stile grafico di Kia Asamiya. Non si tratta di una radicale reinterpretazione estetico-formale di Batman anzi, al contrario, il sensei è estremamente rispettoso di certi canoni "occidentali" ispirandosi, ancora una volta, all'estetica burtoniana. Il gioco gotico di ombre e chiaroscuri viene quindi filtrato attraverso un sapiente uso delle mezzetinte e dei retini. Anatomie e scelte stilistiche di Batman stesso, ma anche dei villain al netto di qualche libertà sul design, sono a tutti gli effetti "occidentali" mentre i canoni del manga riemergono nei personaggi "originali" come Yuko appunto, caratterizzata per esempio dai grandi occhioni tipici del fumetto giapponese.

Quello che sorprende del lavoro di Asamiya è la capacità di implementare il dinamismo tipico del manga grazie a scene d'azione in cui predomina il tratteggio e una particolare attenzione per anatomie scultore. Il tutto viene esaltato da una costruzione della tavola che, pur frazionata in molti riquadri come da prassi nipponica, trova nella spinta verticale la sua coordinata di lettura oltre ad un utilizzo accorto ma efficacissimo di splash, anche doppie, e riquadri ampi anche a mezza pagina.

Il volume

Panini DC Italia propone Batman Il Figlio dei Sogni in un volume wideban cartonato formato 18x26 cm che permette di ammirare le tavole raffinatissime di Kia Asamiya. La carta scelta è usomano bianca dalla eccellente grammatura per una resa eccellente così come l'ottima rilegatura e rifilatura delle pagine permette una lettura sempre agevole anche a fronte della foliazione importante, circa 350 pagine. Ottimi sia la traduzione che l'adattamento italiano. Dal punto di vista degli extra il volume è corredato da una piccola galleria di illustrazioni e soprattutto da una intervista allo stesso sensei sulla realizzazione del volume e sulla sua passione per Batman. Da segnalare infine anche una breve ma puntuale introduzione al volume firmata dall'editor italiano.

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