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a cura di Tom's Hardware

poison icy batman e robin 2

Il vento in poppa diventa bonaccia. La Bat-quadrilogia ripete lo "schema Christopher Reeve" del decennio precedente per Superman: al capolavoro iniziale seguono un secondo film riuscito, un terzo mediocre e un quarto così orrendo da diventare l'ultimo.

Il 12 giugno '97 Schumacher completa la doppietta sul Cavaliere Oscuro trasformandolo nel Cavaliere Fosforescente. Tra luci stroboscopiche e coriandoli, cambia il protagonista. Kilmer è occupato altrove, tocca a George Clooney (Ocean's Eleven, Good Night and Good Luck, L'uomo che fissa le capre) superstar in fieri. Ha 36 anni, la sfolgorante carriera è all'inizio. Abbondano inesperte faccette e smorfie da principiante, inadatte per il Crociato Mascherato. Il Topo-uccello burtoniano è un ricordo lontanissimo.

Il fastidioso Robin di O'Donnell non può nulla. Addirittura Arnold Schwarzenegger, nel casco criogenico del massiccio Mister Freeze, è spompato e sottotono. La Batgirl di Alicia Silverstone, senza capezzoli sul costume, è inaccettabile. Il Floronic Man di John Glover e il Bane del lottatore Robert Swenson sono da dimenticare. Si salva Poison Ivy, incarnata da una Uma Thurman più sexy e ironica che mai.

La sceneggiatura è un pasticcio noioso. Torna Goldenthal a creare la musica, accompagnato stavolta dal rock alternativo degli Smashing Pumpkins con The End Is the Beginning Is the End; poi il rock dei R.E.M., l'R&B di R. Kelly e gli hip hop Bone Thugs-n-Harmony. Il budget di 125 milioni produce l'incasso appena sufficiente di 238 milioni e il massacro di critica e fandom. Sparata da un Freeze in lacrime gelate, finisce nel congelatore la serie anni '90 di Batman che fallisce nel riproporre un franchise di tipo bondiano, con episodi autonomi seppur sequenziali, contraddistinti da elementi ricorrenti come le canzoni nelle colonne sonore.

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