Avarat, recensione: la nuova versione a colori della parodia di Avatar
Avarat di Leo Ortolani non poteva tornare in un momento migliore, grazie alla nuova edizione a colori di Panini Comics.
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a cura di Rossana Barbagallo
In sintesi
In una nuova veste a colori torna Avarat, fumetto parodia del celebre Avatar, realizzato da Leo Ortolani e pubblicato da Panini Comics.
“Pandora, un pianeta così selvaggio che le farfalle ruttano”: il verbo dissacrante di Leo Ortolani così descrive il pianeta protagonista del film di James Cameron, Avatar, che tredici anni fa immergeva gli spettatori in un nuovo, immaginifico mondo e diventava un vero fenomeno (per chi non lo sapesse, c’è chi ha sofferto della Depressione Post Avatar dopo averlo visto). Il Rat-Man di Ortolani, nel 2010, fletteva i muscoli e saltava nel vuoto per lanciarsi nello stesso, rigoglioso pianeta, con la comicità e la satira dell’autore pisano che per l’occasione aveva creato Avarat, fumetto-parodia della pellicola cameroniana. Non c’è momento migliore di questo per il ritorno in auge di Avarat, che in occasione dell’uscita di Avatar: La Via dell'Acqua al cinema viene riproposto da Panini Comics in una veste totalmente rinnovata. Varrà la pena di recuperare il fumetto di Leo Ortolani in questa nuova edizione?
Avarat a colori
Con la curiosità di chi ha l’occasione di cogliere nuovamente l’attimo per godere di un’opera sotto una prospettiva diversa, mettiamo le mani sulla nuova edizione di Avarat di Leo Ortolani e ci tuffiamo nel mondo a colori creato insieme al fratello Larry (alias Lorenzo Ortolani). Non capita infatti tutti i giorni di poter leggere qualcosa di estremamente divertente in una veste grafica rinnovata e, soprattutto se si è fan di Rat-Man, questa riedizione di Avarat fa sicuramente gola. Specialmente se dalla sua prima versione sono trascorsi ben dodici anni! Oggi come allora, l’uomo con le orecchie da topo e la capacità di dire sempre la cosa sbagliata al momento giusto si trova su Pandora, pianeta in cui sono ambientate le vicende cinematografiche dell’Avatar di James Cameron, ma che qui assume i connotati di un mondo dove anche la solennità del suo popolo e della sua natura incontaminata può essere “vittima” delle stramberie dell’uomo-ratto.
In questa Pandora parodistica vive la strana popolazione dei Nadalè dalla pelle blu. Il nostro Rat-Man (perché anche se non è chiaramente esplicitato il suo nome, si tratta indubbiamente del buffo supereroe con le orecchie da topo) cerca un nuovo legame con la natura in questo luogo selvaggio, carta di credito alla mano. Venuto a contatto con i Nadalè, cerca di far colpo sulla bellissima Sunèi e di farsi accettare da questo orgoglioso popolo costantemente in comunione con la natura, finché non giunge su Pandora un contingente militare umano deciso ad annientare ogni creatura sul pianeta. E ancora oggi, dal lontano 2010, una domanda sorge nuovamente spontanea sfogliando le pagine di Avarat: riuscirà il nostro piccolo protagonista (chiamato Oloturia dai Nadalè) a salvare il meraviglioso mondo di Pandora e i suoi abitanti?
Una cosa è certa: questo Avarat capita al momento giusto. Nella prima edizione della miniserie a fumetti, pubblicata in due albi, ogni tavola era stata realizzata da Leo Ortolani con una particolare tecnica affinché potesse essere letta per mezzo di occhialini 3D, ottenendo quindi l’effetto di immagini tridimensionali che facevano un po’ il verso allo spettacolare film di James Cameron. Oggi la tecnologia del 3D è stata sdoganata e ciò che più stupisce il pubblico è in realtà la vividezza, la profondità, la brillantezza di colori resi grazie a innovazioni visive sempre più avanguardistiche. La riedizione di Avarat a colori è perciò sicuramente la scelta più adatta per riproporre questo fumetto allo spettatore/lettore contemporaneo: un'opera che non è invecchiata ma, anzi, è ancora un'attualissima parodia dell’opera di Cameron.
Il comparto coloristico affidato a Larry aderisce ai disegni di Leo come un abito su misura: i suoi colori sono variegati come possono esserlo solo nel mondo di Pandora, ma non rischiano di diventare un pugno in un occhio a lungo andare poiché sfumati morbidamente nei punti giusti e luminosi senza essere eccessivi. E questo nonostante non debba essere semplice farsi influenzare dal carattere “extra” di Rat-Man e delle sue battute sferzanti. Ricca e lussureggiante, la colorazione di questo Avarat si adatta quindi non solo al volto comico del suo topesco protagonista, ma anche a quello rigoglioso e spettacolare di Pandora, benché esso possa essere talvolta anche quello di uno sbilenco pterodattilo (o pté-rodattilo, che dir si voglia). Eliminato l'effetto 3D (che pure sapeva il fatto suo in una certa misura), a stupirci è perciò adesso la mano del colorista, l'altro Ortolani che dimostra come il talento artistico sia di famiglia. Ci aveva già convinti, comunque, la bellissima copertina sui toni naturalistici del verde e del teal, ma gioca sicuramente un ruolo fondamentale anche il fatto che questo sia un volume unico comprensivo di entrambi gli albi originali, racchiusi in un solo libro cartonato, in formato widescreen e sempre super divertente.
Una parodia sempre giovane
Sì, perché Avarat tutto sommato non è invecchiato, e non solo per ciò che riguarda il suo carattere parodistico nei confronti di Avatar che si adatta bene anche al sequel appena distribuito in sala. I fumetti di Leo Ortolani dedicati a una sorta di critica cinematografica, così come le singole vignette sul web ad esempio, possiedono infatti una duplicità interessante, divertente e malinconica allo stesso tempo. Nel dissacrare le immagini del grande schermo, come avviene in Avarat, in cui si autoinvitano con destrezza persino altre due famosissime pellicole di James Cameron, Leo Ortolani compie una satira sottile e raffinata verso i cliché, le iperboli, le contraddizioni, le ingenuità che compongono il cinema e che talvolta ci fanno un po' fessi in sala.
D'altra parte però l'autore pisano dimostra a noi stessi come tutto sommato il cinema stesso si lascia perdonare, trasportandoci in altri mondi, facendoci vivere per alcune ore con i piedi poggiati al pavimento della sala mentre con l'animo voliamo attraverso storie straordinarie. Avarat, nel "corpus" cinematografico di Ortolani, non fa eccezione. È una parodia, un "fare il verso a", e allo stesso tempo è una lettera d'amore per i film, di ieri e di oggi, e soprattutto per quelli capaci ancora di stupirci nonostante tutto (proprio come Avatar, d'altro canto). E anche per questo Avarat è una parodia ancora giovane, benché dalla sua prima edizione siano trascorsi dodici anni.
Insomma, la risposta è sì: questa è un'occasione ghiotta per recuperare Avarat, se non ne avevate sfogliato le pagine nella sua edizione originale, o se siete fan dell'uomo-ratto e volete gustarne le comiche avventure a colori. Ottima scelta, Panini Comics!
Voto Recensione di Avarat
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- I colori sono curati da Larry magistralmente...
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- ...morbidi e luminosi, ma mai eccessivi, nonostante il carattere comico;
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- Una riedizione che si adatta alla comicità di Ortolani e al mondo di Pandora;
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- Una parodia sempre attuale...
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- ...e una divertente, velata critica al cinema
Contro
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- Nessuna nota da segnalare
Commento
Avarat capita al momento giusto. Nella prima edizione della miniserie a fumetti, pubblicata in due albi, ogni tavola era stata realizzata da Leo Ortolani con una particolare tecnica affinché potesse essere letta per mezzo di occhialini 3D, ottenendo quindi l’effetto di immagini tridimensionali che facevano un po’ il verso allo spettacolare film di James Cameron. Oggi la tecnologia del 3D è stata sdoganata e ciò che più stupisce il pubblico è in realtà la vividezza, la profondità, la brillantezza di colori resi grazie a innovazioni visive sempre più avanguardistiche. La riedizione di Avarat a colori è perciò sicuramente la scelta più adatta per riproporre questo fumetto allo spettatore/lettore contemporaneo: un'opera che non è invecchiata ma, anzi, è ancora un'attualissima parodia dell’opera di Cameron.