Negli anni ’90 il mondo dei fumetti e quello del cinema trovarono una felice sinergia, che portò alcuni dei più amati protagonisti degli action movie a diventare famosi anche nel mondo delle nuvole parlanti. Una tendenza che portò a creare interi universi narrativi che potessero proseguire le avventure iniziate al cinema, mantenendo vivo il nome di personaggi come Robocop o Terminator. All’interno di questa invasione del cinema nel mondo dei fumetti partecipò anche un essere che aveva terrorizzato gli appassionati di fantascienza: gli xenomorfi. Un ritorno che diede vita all’Aliens Universe, la versione a fumetti che avrebbe continuato a raccontare la guerra tra gli umani e i letali xenomorfi creati da Ridley Scott.
La nascita dell’Aliens Universe
Gi xenomorfi sono uno dei simboli più amati della fantascienza.
La sua prima apparizione in Alien, nel 1979, riscosse subito successo grazie al fortunato equilibrio tra horror e fantascienza, portando alla fama una delle eroine più amate del cinema, Ellen Ripley, interpretata da Sigourney Weaver.
La vera esplosione del mito di Alien arriva però nel 1986, quando James Cameron dirige Aliens: Scontro Finale. Abbandonando le atmosfere claustrofobiche e da film horror, Cameron introduce uno degli elementi più amati della storia degli xenomorfi, i Marines Coloniali, e traghetta l’universo creato da Scott verso una fantascienza più avventurosa e dinamica, con alcune battute e scene entrate di prepotenza all’interno della cultura nerd.
Dopo Aliens: Scontro Finale, arrivarono altri film, come Alien³ e Alien: la clonazione, scontri epocali con l’altro letale alieno del cinema di fantascienza, Predator, ed infine il ritorno di Scott alla direzione della saga, con i due prequel Prometheus e Covenant.
Negli anni che trascorrevano tra un film e l’altro, gli xenomorfi e i marines coloniali non rimasero però in naftalina, ma vissero una seconda, avventurosa esistenza all’interno di una ricca produzione fumettistica che venne canonizzata come Aliens Universe.
Come mai non Alien Universe ma Aliens Universe? Differenza sottile ma che fondamentale, dato che il punto di partenza per la versione fumettistica degli xenomorfi non fu il capostipite della saga cinematografica, ma Aliens: Scontro finale. Scelta comprensibile, considerato come il film di Cameron offrisse decisamente più elementi su cui strutturare una narrazione avvincente e più dettagliata, senza trascurare il buon successo commerciale della pellicola.
A comprendere le potenzialità di Aliens nel mondo dei fumetti fu la Dark Horse Comics. Negli anni ’80-’90, Dark Horse fu una pioniera del concetto di universo espanso, dando vita a diverse linee di pubblicazioni dedicate ad alcuni dei grandi successi cinematografici, da Star Wars a Robocop, da Terminator a Predator. Una casa editrice così aperta a questo genere di pubblicazioni non poteva lasciarsi sfuggire un personaggio carismatico come lo xenomorfo e fu proprio grazie a questa vocazione di Dark Horse che si avviò l’Aliens Universe.
Ad onor del vero, ci sarebbe un primo fumetto ispirato ad Alien, ma si tratta della versione comics della trama della pellicola, sviluppato nel 1979 con il supporto dello stesso Dan O’Bannon, autore della sceneggiatura del film di Scott. Ma si tratta di una versione a fumetti del capostipite della saga cinematografica, prodotto fine a se stesso che non era stato pensato come null’altro che una semplice trasposizione fumettistica.
La decisione di Dark Horse di creare una linea di fumetti a tema xenomorfi prese ufficialmente forma quando la casa editrice acquisì i diritti della serie cinematografica, affidando la sceneggiatura dei fumetti del futuro Aliens Universe a Mark Verheiden, all’epoca giovane promessa, ma che negli anni a venire avrebbe lavorato a cult come Battlester Galactica, Daredevil e Falling Skies. Al giovane sceneggiatore venne offerta l’occasione di portare l’universo di Aliens verso una nuova definizione, come ricorda lo stesso Verheiden nell’introduzione all’edizione del 30° anniversario di quello che divenne Aliens: Book I
“Quando venne il momento di definire la trama, ricordo di avere ricevuto poche direttive. Una era ‘ vogliamo vedere le creature aliene sulla Terra’. Due ‘nel fumetto devono essere presenti i personaggi di Newt e Hicks’. La terza fu l’unica dettata da motivazioni legate all’aspetto commerciale: non potevamo usare il personaggio di Ripley(divieto che fu revocato in occasione della terza serie Aliens: Earth War). Era un peccato, ma a caval donato non si guarda in bocca, no?”
Questo processo creativo prendeva vita a due anni dall’uscita di Aliens: Scontro finale, motivo per cui molte delle idee utilizzate da Verheiden oggi appaiono fuori dal canone della serie cinematografica. L’uscita di Alien³, infatti, scardinò completamente quanto raccontato in Aliens: Book I, riprendendo il corso della storia dal finale dell’Aliens di Cameron, senza considerare quanto ipotizzato da Verheiden.
In Aliens: Book I, Hicks e Newt arrivano sulla Terra, dove sono costretti a convivere con quanto hanno vissuto su LV-426, meglio noto come Adley’s Hope, la colonia infestata dagli xenomorfi vista in Aliens: Scontro Finale. Hicks rimane nei marines, ma viene considerato un pariah dai propri commilitoni, che lo vedono come un pazzo, mentre Newt è internata in un manicomio, dove vive schiava dei propri incubi. Quando viene organizzata una missione per esplorare il mondo natale degli xenomorfi, Hicks e Newt sono chiamati a guidare una squadra, grazie alla loro esperienza con gli alieni.
Verheiden, aiutato dai disegni di Mark Nelson, riuscì a creare un seguito convincente della storia vista in Aliens. Non solo venne proseguita la lotta tra marine coloniali, ma si cominciano dare risposte anche su alcuni aspetti della mitologia di Aliens, come il celebre space jokey apparso nel primo film della saga. Verheiden cerca di creare un contesto narrativo preciso e netto, capace di dare ai fan della saga le risposte a lungo rimaste sospese.
Questa volontà dell’autore trova una forma vincente, dando vita da una storia appassionante, che viene sviluppata ulteriormente in Aliens Book II, noto anche come Aliens: Prigionieri dell’incubo, e Aliens: Guerra Terrestre. In questi due seguenti della prima storia dell’Aliens Universe viene portato a compimento il primo ciclo narrativo della visione fumettistica di Aliens.
Ma all’improvviso compare un altro personaggio al cinema, un essere che avrebbe potuto rivaleggiare con gli xenomorfi: Predator.
L’altro alieno dell’Aliens Universe
Decisamente più dinamico di Alien, Predator nel 1986 divenne un degno concorrente di Alien nell’immaginario collettivo per il ruolo di alieno letale. Contrastato da un giovane Schwarzenegger nella giungla del sud America, il cacciatore alieno fece una brutta fine, ma si ritagliò uno spazio nel cuore degli appassionati di fantascienza.
Ovviamente, nemmeno il tempo di far raffreddare l’entusiasmo per la pellicola, ed ecco che Dark Horse Comics rimette all’opera Verheiden per realizzare un arco narrativo dedicato al predatore alieno. Si cambia l’ambientazione, passando alla giungla urbana della Grande Mela, e con un nuovo protagonista, visto che non si poteva usare il coriaceo militare interpretato da Schwarzy. Verheiden aggira il problema basando la storia sul poliziotto Schaeffer, fratello di quel Dutch Scheffer, il soldato protagonista di Predator.
Verheiden, affiancato da Chris Warner ai disegni, compone un arco narrativo in cui i Predator arrivano a mostrarsi all’umanità, combattendo apertamente a New York, spingendo poi Schaeffer ad approfondire la storia dietro questi alieni e scoprire che ne è stato del fratello.
Apparentemente, xenomorfi e Yautja (nome ufficiale dei Predator) non sono parte di un unico contesto narrativo, ma a risolvere questa situazione arrivò in soccorso il secondo capitolo della saga cinematografica dei cacciatori alieni, Predator II (1990). Curiosamente, la pellicola diretta da Stephen Hopkins ha molto in comune con le idee del fumetto di Verheiden, ma ha principalmente il merito di aver mostrato l’interno di un’astronave dei Predator, nella cui sale dei trofei campeggia nientemeno che il teschio di uno xenomorfo!
Non serviva altro per decidere che i due alieni più letali del cinema fossero parte dello stesso universo narrativo. Dark Horse Comics coglie la palla al balzo e mette subito all’opera Randy Stradley, autore di una storia disegnata da Chris Warner in un cui i due alieni se le suonano di santa ragione. Titolo: Alien vs Predator.
Come prevedibile, un fumetto simile non poteva che essere un successo, grazie in particolare alla netta differenziazione delle due razze.
Gli xenomorfi sono rappresentati come una forza della natura, istintiva e guidati dalla loro spietatezza, mentre i Predator iniziano a presentarsi come una razza più completa, con un codice d’onore e un’etica della caccia che verrà poi integrata in altri media, principalmente quello cinematografico. Nel mezzo i poveri umani, che apparentemente relegati al ruolo di carne da macello in questo scontro galattico, mostrano uno spirito di adattamento e una tenacia capace di rivaleggiare con i due letali alieni.
Alien e Aliens Universe: due universi distinti
Il 1992 è un altro anno fondamentale per l’Aliens Universe. Nel giro di pochi mesi, escono al cinema Alien³ di Fincher e il capitolo finale della saga scritta degli xenomorfi scritta da Verheiden, ma anziché appartenere ad un unico contesto narrativo, i due prodotti prendono due percorsi nettamente diversi.
All’inizio del film di Fincher, la USS Sulaco, nel suo viaggio di ritorno verso la Terra, subisce un malfunzionamento, e il computer di bordo automaticamente espelle le capsule di salvataggio in cui sono in ipersonno Ripley, Newt, Hicks e i resti di Bishop. All’atterraggio sulla colonia penale di Fiorina-161 sopravvive la sola Ripley. E con questo, è evidente che le storie del ciclo di Verheiden sono fuori dalla narrazione della saga cinematografica. Una spaccatura che non lasciò certo indifferente l’autore delle storie seminali dell’Aliens Universe
“Mi hanno chiesto in molti come mi è sembrato Alien³ e, a essere sincero, sono combattuto. Perdere Newt e Hicks nella sequenza di apertura del film è stato uno schiaffo ai fan che si erano affezionati a quei personaggi. Però, d’altra parte, dopo aver lavorato un po’ nel cinema e nella television, mi sento quasi di ammirare l’audacia del film nel provocare ‘l’attesa dell’inatteso’. Ma, in ogni caso, ammetto che mi ha egoisticamente infastidito che, con Alien³, le mie storie non rientrassero più nel canone ufficiale”
Questa spaccatura ha sancito, però, la possibilità di lanciare un universo degli xenomorfi parallelo, che ha trovato nell’Aliens Universe un posto di pregio. Diversi autori si sono cimentati con gli xenomorfi, in storie brevi o in archi narrativi più complessi, mostrando punti di vista differenti dell’universo degli xenomorfi. Mostri sacri come Wrightson, Mignola, Colan e Byrne hanno dato vita a capitoli appassionanti dell’universo degli xenomorfi, mentre artisti alle prime armi e poi affermatisi con onorate carriere hanno creato delle saghe appassionanti, come Dead Orbit di Stokoe.
Ma oltre alle serie con protagonisti gli xenomorfi, l’Aliens Universe si arricchì di una serie di particolari storie in cui gli alieni dal sangue acido si trovavano a fronteggiare dei nemici provenienti da alcune delle grandi case editrici.
Aliens Universe: crossover e scontri epocali
Complice il successo del primo crossover Aliens vs Predator, gli xenomorfi a metà degli anni '90 erano divenuti particolarmente gettonati per dare vita a crossover di richiamo. La loro figura di esseri ferini e apparentemente indistruttibili li rendeva gli antagonisti ideali anche per eroi considerati imbattibili, che avrebbero trovato nei letali alieni degli avversari degni.
A fare da apripista fu la DC Comics, che nella seconda metà degli anni ’90 decise di mettere di fronte alla minaccia aliena due dei suoi personaggi di punta: Superman e Batman. Non mancarono altri celebri crossover con personaggi cinematografici, come con Terminator o Buffy, o l’arrivo di personaggi d’oltreoceano, come il granitico Giudice Dredd.
Per darvi un’idea, ecco un elenco di questi incredibili fumetti di Aliens:
- Superman vs. Aliens (1995)
- Batman/Aliens (1997)
- A.T.s/Aliens (1998)
- Overkill: Witchblade/Aliens/Darkness/Predator (1999)
- Aliens versus Predator versus The Terminator (2000)
- Lanterna Verde Vs. Aliens (2000)
- Witchblade/Aliens/Darkness/Predator: Mindhunter (2001)
- Batman/Aliens II (dicembre 2002-febbraio 2003)
- Superman vs. Aliens II: God War (maggio-dicembre 2002)
- Judge Dredd versus Aliens: Incubus (marzo-giugno 2003)
- Superman and Batman vs. Aliens and Predator (gennaio-febbraio 2007)
- Buffy the Vampire Slayer: In Space No One Can Hear You Slay! (maggio 2012)
- Predator vs. Judge Dredd vs. Aliens: Incubus and Other Stories (ottobre 2014)
L’Aliens Universe continua la sua espansione in modo tranquillo sino ad un annuncio clamoroso: Ridley Scott decide di tornare a gestire le sorti del suo xenomorfo.
L’Aliens Universe nel nuovo corso di Scott
Con Prometheus e Covenant, Scott sceglie di fare un passo indietro e tornare ad un periodo precedente al primo Alien, raccontando eventi che portano a cambiare radicalmente la percezione degli spettatori dell’universo degli xenomorfi
In questi due film viene segnato un ulteriore distacco dal canone dell’Aliens Universe, visto che Scott decide di dare una propria visione del celebre space jokey, dando vita alla figura degli Ingegneri, e chiudendo definitivamente all’ipotesi di un contatto tra i film e i fumetti dell’Aliens Universe.
Ma l’uscita dei nuovi film, nonostante Scott non abbia mai nascosto di non condividere la visione di Cameron, diventa l’occasione per dare vita a nuovi fumetti dell’Aliens Universe che facciano da raccordo tra i diversi film. Un incarico affidato a due cicli narrativi: Fire and Stone e Life and Death. All’interno di questi archi narrativi, si è cercato di portare ordine tra Prometheus, Alien e Aliens, riportando i lettori all’interno di un’ulteriore versione dell’Aliens Universe, idealmente più fedele all’impostazione originale di Scott, ma in un cui trovassero posto anche altre presenze familiari, come i Predator.
Ovviamente, Fire and Stone e Life and Death al momento sono ancorate alla speranza che eventuali nuovi capitoli cinematografici di Alien non sconvolgano quanto ipotizzato dagli autori.
Il ritorno di Scott dietro la macchina da presa per Alien ha portato al riaccendersi di un interesse per il mondo degli xenomorfi che è andato oltre ai due cicli citati.
Nel tentativo di colmare un vuoto narrativo lasciato tra Alien e Aliens: Scontro finale si è dato vita a Aliens: Defiance, miniserie in cui viene raccontata l’impresa della marine Zula Hendricks, che dopo aver scoperto la verità sulla presenza dei letali alieni e le poco lungimiranti della Weyland-Yutani, decide di intraprendere una crociata personale per salvare l’umanità. Miniserie ben scritta che si appresta anche ad ampliare l’universo narrativo dell’Aliens Universe, visto che offre un aggancio anche al videogioco Alien: Isolation, che vedeva come protagonista la figlia di Ellen Ripley.
L’Aliens Universe in Italia
Per godersi al meglio l’Aliens Universe di Dark Horse Comics nel nostro paese dobbiamo rivolgerci al catalogo di saldaPress. La casa editrice ha, da tre anni, avviato la pubblicazione dell’Aliens Universe, inaugurando questa collana con la riedizione in volumi da collezione dei primi cicli narrativi a fumetti di Aliens, con Alien: 30° Anniversario e proseguendo con tutta la produzione Dark Horse Comics, portando in fumetteria anche i fumetti di Predator.
A questa pubblicazione in volumi si accompagna una serie di spillati mensili, dedicati ad Alien e Predator, che offrono letture di classici dei due personaggi e nuove storie. Letture che rendono giustizia alla fama degli xenomorfi, ricondandoci che là fuori nessuno ci sentirà gridare!
Se volete iniziare la collezione di fumetti dell'Aliens Universe, il consiglio è di cominciare con il volume Aliens: 30° Anniversario