Dopo quattro stagioni di successo su Netflix e un OAV natalizio, anche per Aggretsuko è arrivata l'ultima stagione: ancora una volta, la panda rossa più famosa del mondo degli anime sarà alle prese con le problematiche quotidiane della vita di tutti i giorni. Basterà un'ultima canzone death metal per superare le difficoltà della frenetica vita da impiegata giapponese?
ATTENZIONE: quanto segue contiene spoiler su Aggretsuko
Aggretsuko: la quinta e ultima stagione
Aggretsuko e Haida
Abbiamo ormai conosciuto Aggretsuko, l'adorabile panda rosso dall'aspetto innocente e l'anima "metallara". Nonostante tutti i suoi colori vivaci e le origini che la legano allo stesso brand di Hello Kitty, sappiamo da tempo che la sua serie è tutt'altro per bambini. Anzi, racconta e mostra molte pecche sulla cultura del lavoro in Giappone. Sebbene si concentri prevalentemente su Retsuko come personaggio, nel corso delle stagioni abbiamo incontrato e imparato ad apprezzare anche altri personaggi: la sua collega Fenneko, un fennec astuto e perspicace, che è anche la sua collega più vicina, il Direttore Ton, il capo ufficio dai tratti suini, e Haida, una iena che lavora nello stesso ufficio di Retsuko, da tempo innamorato di lei.
Nel corso della quinta stagione vedremo come l'attenzione si sposterà proprio su Haida: dopo le vicende finanziarie che l'hanno visto coinvolto nel corso della stagione precedente, adesso lui e Retsuko stanno (finalmente) insieme. Peccato che lui abbia perso il lavoro. Ora la giovane panda è infatti alle prese con un fidanzato senza lavoro. Con dieci episodi che durano poco meno di 20 minuti, a eccezione del finale da mezz'ora, motivato dal fatto che è l'ultima volta che vedremo (e sentiremo) Retsuko, gli sceneggiatori sono riusciti a concentrare svariati temi, attuali e drammaticamente realistici: la delusione dei giovani nei confronti di una società indifferente, le aspettative familiari tossiche e persino la difficile carriera politica.
Un finale corale
Anche se è l'ultima stagione, i creatori della serie sono riusciti a introdurre nuovi personaggi avvincenti e interessanti, tra cui Shikabane, una puzzola di ventun anni che si mantiene facendo la freelance, vivendo dentro un internet caffè e passando il tempo giocando online. Sebbene il suo personaggio sia un'aggiunta alla già ricca fauna del mondo di Aggretuko, anche lei risulta portavoce di una figura autentica, vera, dietro quella pelliccia viola, la rappresentazione di più di una persona che potreste incontrare oggi in Giappone. Shikabane è una ragazza imprigionata dagli standard imposti dalla società e sebbene abbia accettato la sua sorte (o meglio, ci abbia rinunciato), soltanto alla fine butterà fuori anche lei la sua rabbia.
La rabbia è sempre stato l'emblema più caratteristico della serie: Aggretsuko, infatti, ha sempre insegnato ai suoi spettatori a dare vita alle proprie passioni, a non zittirle e, anzi, a urlarle finché la gola regge. Ma per quanto la furia di una canzone death metal sia stata il simbolo, il tema ricorrente in Aggretsuko, in questa stagione l'ultima canzone è più corale che mai: la piccola panda non è l'unica a gridare contro il sistema, la sua rabbia diventa la stessa provata dai giovani che vengono trascurati da una vecchia generazione indifferente, ossessionata da standard sociali a volte disumani.
Aggretsuko è sempre stata una critica divertente eppur drammatica del mondo giapponese, capace di farsi capire anche oltre Oceano. In questa ultima stagione, ricca di alti e bassi, soprattutto verso il finale che pare affrettato e scoordinato in un certo senso rispetto al resto della stagione, si trova tuttavia una morale, ancora una volta efficace, potente e tragicomicamente realistico: prima o poi tutti si vergognano di se stessi. È la dimostrazione che si può sempre imparare, si può sempre vivere. L'importante è quello che farai dopo i tuoi errori. Ne sentiremo la mancanza della voce di Aggretsuko dal catalogo Netflix.