5 luoghi comuni sul cosplay

In questo articolo parleremo dei principali luoghi comuni sul cosplay e li sfateremo per voi.

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a cura di Valentina Savalli

In uno dei nostri scorsi articoli abbiamo trattato la tematica pesante e delicata del body shaming legata al mondo del cosplay (potete recuperare l’articolo qui) e discutendone durante una live del nostro format Cosplay Life ci siamo resi conto dai commenti in chat di quanta cattiveria gratuita sia indirizzata verso i cosplayers.

Questo avviene perché, come abbiamo più volte specificato, il cosplay è un hobby che tende a metterci in mostra, a esporsi verso un pubblico misto, composto da svariate tipologie di persone. E le persone, si sa, vivono di pregiudizi, chi più chi meno.

Perciò stavolta abbiamo deciso di alleggerire un po’ i toni e di illustrarvi 5 luoghi comuni sul cosplay, non in ordine d’importanza, che in tutti questi anni ci siamo sentiti ripetere all'infinito ma che ancora oggi risultano sconosciuti perlopiù a chi il cosplay lo vede dall’esterno, senza mai essersi addentrato in questo colorato tunnel. Ovviamente ce ne sono molti altri, ma questi sono quelli che nel tempo hanno acceso discussioni e dibattiti, social e non.

I cosplayers sono eterni bambini

“I cosplayers sono eterni bambini” è il primo di questi 5 luoghi comuni sul cosplay ed è una frase fatta ovviamente, ma spesso possiamo trovarla sotto forma di insulto gratuito o come pregiudizio espresso da parte di quei visitatori saltuari di eventi a tema cosplay oppure anche online, dove spesso si può incappare in frasi come “queste persone non vogliono crescere”, oppure vari appellativi poco simpatici come “idioti vestiti da cartone animato”.

Ecco, se pensate che il cosplay sia solo vestirsi da cartone animato non potete essere più in errore di così. Il cosplay è anche vestirsi come i personaggi di videogiochi, anime, serie tv e film e interpretarne i panni, ma è soprattutto un modo per dare libero sfogo alla propria creatività o alle doti interpretative.

E sì, il cosplay è anche sentirsi degli eterni bambini, perché in effetti la sensazione che si prova quando si partecipa a qualche evento, magari circondandosi dei propri amici, è molto similare a quella che si prova da bambini, quando si va in un posto tanto sperato, come ad esempio un parco di divertimenti o in qualsiasi altro posto che provochi le cosiddette “farfalle nello stomaco”, lasciandosi andare in una giornata o più di leggerezza e spensieratezza. Quindi sì, il cosplay è essere degli eterni bambini, ma ciò non significa che debba essere visto in modo dispregiativo.

Un hobby per chi ha nulla da fare

Questo è un altro dei 5 luoghi comuni sul cosplay da sfatare. Innanzitutto, partiamo dal presupposto che si tratta di un hobby, un passatempo, che per quanto dispendioso e impegnativo sia, tale rimane, per cui è assolutamente vero che il cosplay può essere un hobby “per chi non ha nulla da fare”, non si tratterebbe di hobby altrimenti, ma di lavoro.

E, in realtà, può portare a molti più risultati di quelli che si possano pensare, basti pensare che grazie al cosplay si acquisiscono diverse tecniche nel tempo, come ad esempio la lavorazione di alcuni materiali come worbla, pvc, forex e foam (materiale molto versatile che potete trovare su Amazon a questo link), conoscenze su stoffe e accessori e si possono acquisire così tante competenze che possono portare a sfociare verso il mondo dell’artigianato.

Tuttavia, i pregiudizi verso il cosplay arrivano spesso e volentieri da tipologie di persone che hanno un comun denominatore: una mente chiusa e troppo legata a determinati valori quasi paleolitici, quelli che nel gergo odierno vediamo definire “boomer”, coloro che rimangono fissi su concetti del passato ormai antichi e che non si scrolleranno mai di dosso.

I cosplayers sono nerd psicopatici con problemi sociali

Altro punto critico di questi 5 luoghi comuni sul cosplay sono i pregiudizi legati agli ipotetici problemi sociali e comportamentali che un cosplayer dovrebbe avere, secondo la mente comune di persone non appassionate e non frequentanti l’ambiente. Sebbene ormai il cosplay, e tutto ciò che ne consegue, sia entrato a far parte arrogantemente dell’attuale cultura pop, la mentalità antica e gli stereotipi a volte prendono ancora il sopravvento.

Capita tuttora di veder etichettati i cosplayers come persone psicopatiche e con gravi problemi sociali, come se indossare una parrucca o un paio di lenti a contatto colorate possano incidere sul modello comportamentale di una persona. Niente di più sbagliato.

Ma d’altronde, è successa la stessa cosa per quanto riguarda il termine “nerd”, che in passato veniva utilizzato per lo più come attacco, come disprezzo, ma che pian piano grazie all’evoluzione del tempo e della società ha assunto tutt’altro significato. Dite che forse il tempo potrà fare la stessa magia con il concetto del cosplay?

Mettersi in mostra non è sbagliato

Come spiegato poco sopra (e ne abbiamo parlato anche in diversi articoli e live), il cosplay, purtroppo o per fortuna, è mettersi in mostra. Può anche essere fatto in maniera umile o completamente narcisista e arrogante, ma comunque si tratta sempre dello stesso concetto, quello di esporsi al pubblico.

Quando un cosplayer decide di costruire, commissionare o acquistare un nuovo cosplay, ha un obiettivo ben preciso: che sia partecipare ai contest, posare per un bel set fotografico o passare una giornata di divertimento in fiera, il cosplayer sa che verrà messo alla mercé di tutti gli occhi presenti nel luogo in cui sfoggerà il suo tanto amato personaggio. Ed è qui che salta fuori un altro dei 5 luoghi comuni sul cosplay che più viene odiato dalla community.

Purtroppo, ancora oggi, il cosplay viene percepito dall’esterno con il significato più arrogante del termine, mettersi in mostra diventa un voler prevalere sugli altri e sfoggiare caratteristiche come per dimostrare quel qualcosa in più. La realtà, invece, come sempre sta nel mezzo e infatti se è vero che un cosplayer voglia mettersi in mostra, di certo non lo fa per auto commemorazione ma solo per mostrare a tutti il nuovo costume, come se volesse gridare al mondo “ce l’ho fatta! Finalmente sto indossando i panni di questo personaggio”. Tuttavia viviamo in un mondo nel quale prevale la cattiveria gratuita e quindi spesso vincono le malelingue.

Il cosplay non è un lavoro

Per terminare di sfatare questi 5 luoghi comuni sul cosplay, non potevamo di certo non menzionare il classico dei classici dei luoghi comuni sul cosplay, una frase fatta che spesso è utile solo a smorzare gli animi di chi ci crede con tutto il cuore e ci mette tutta la passione che ha in corpo: non si può guadagnare con il cosplay.

Ne abbiamo parlato più e più volte, abbiamo affrontato l’argomento anche in un interessante articolo che vi invitiamo a leggere, ma resta comunque una tematica davvero importante da affrontare. Il cosplay può essere fonte di guadagno e a volte anche cospicuo. Come in tutte le arti, bisogna fare parecchia gavetta, sia che si tratti di lavoro attraverso l’immagine, sia che si tratti di sfruttare le proprie competenze: la gavetta è necessaria ma può portare lavoro in moltissimi campi.

In questi casi, i cosplayers che tentano di sbarcare il lunario attraverso il lavoro con il cosplay sono “vittime” di pregiudizi retrogradi perché, purtroppo, alcune categorie di lavori non vengono ancora considerate tali, come chi lavora su piattaforme online o chi gestisce addirittura negozi online. Tutti usufruiscono di questi servizi ma nessuno, o quasi, pensa al fatto che dietro questi servizi c’è un lavoro duro e costante. La stessa cosa succede a chi lavora e guadagna con il cosplay, tutti vedono costumi ben realizzati, parrucche a dir poco perfette, ma non si pensa mai al lavoro maniacale che si cela dietro la perfezione di un costume.

Conclusioni

Ovviamente di questo argomento se ne potrebbe parlare per ore e vi invitiamo a seguirci in live per approfondire, ma il discorso rimane sempre uno: i luoghi comuni sul cosplay, i pregiudizi e gli stereotipi non fanno altro che alimentare negatività e generare disagio in una community che, come abbiamo visto in altri articoli, presenta già i suoi amari retroscena. Abbandonando i luoghi comuni sul cosplay e su tutti gli altri parametri della vita potrebbe forse portare più serenità di quanto si pensi sotto tutti i punti di vista.

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