5 buoni mortivi per guardare Only Murders in the Building 2

Si è appena conclusa la seconda stagione della serie crime più amata su Disney Plus: perché guardare Only Murders in the Building 2?

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a cura di Livia Soreca

Only Murders in the Building 2 arriva su Disney Plus a partire dal 28 giugno. Prodotta da 20th Television e originariamente distribuita da Hulu, è disponibile in streaming con doppiaggio in italiano. Steve Martin (creatore insieme a John Hoffman), Selena Gomez e Martin Short sono i protagonisti di questo bizzarro giallo all'insegna del mistero e del crimine. Con appuntamenti settimanali, il pubblico ha potuto guardare Only Murders in the Building 2 un passo alla volta, lasciandosi pian piano trasportare dall'investigazione dei tre protagonisti: Charles-Haden SavageMabel Mora e Oliver Putnam.

La recensione di Only Murders in the Building 2, basata sulla visione dei primi 6 episodi, ha già fatto trapelare l'altissima qualità di questa seconda stagione, che non tradisce affatto lo spirito dei primi episodi ma che, anzi, si arricchisce di nuovi incredibili snodi, inquietanti segreti e colpi di scena inattesi. Ora che si è giunti alla fine, possono essere effettivamente delineati i veri motivi per cui guardare Only Murders in the Building 2? La risposta ovviamente è sì, ce ne sono almeno cinque.

5 buoni mortivi per guardare Only Murders in the Building 2

La storia si fa più avvincente

La prima stagione vede i tre protagonisti, inquilini dell'Arconia nell'Upper West Side, indagare sul misterioso omicidio di Tim Kono, uno dei vicini, in quanto appassionati di podcast sul crimine. Decidono, infatti, di inaugurarne uno tutto loro, chiamato appunto "Only Murders in the Building". Quando il caso è finalmente risolto, un altro omicidio colpisce il grande condominio e sembra proprio che qualcuno voglia incastrarli. È da qui che prende vita la seconda stagione, così come una nuova edizione dell'ormai famoso podcast. Questo caso, tuttavia, sembra molto più complicato e pericoloso del precedente.

A rendere fresco il prodotto Martin-Hoffman è innanzitutto l’armonia che c’è tra il carattere comico e quello misterioso. Leggero ma mai superficiale, divertente ma mai ridicolo. La narrazione è quella tipica dei gialli e dei polizieschi; essa riesce a svelare o a nascondere dettagli importanti nel momento giusto, senza alcun “deux ex machina” all’interno della messa in scena.

La nuova stagione non perde il proprio colore, anzi gli episodi si arricchiscono ancor più, senza mai esagerare. Gli intrecci si fanno sempre più interessanti ed è più evidente la vera particolarità di questo intricato racconto: la facoltà di dubitare degli stessi protagonisti. Se l'opera spesso tende a scardinare alcuni dogmi del giallo, presentandosi come un prodotto freschissimo, essa riesce comunque a mantenerne una struttura credibile. Poi, all'improvviso, qualcosa di assurdo emerge, in modo che la situazione non si appiattisca mai. Only Murders in the Building 2 sa essere bizzarra e verosimile allo stesso tempo, rispettosa del proprio genere ma anche fuori dal comune quando è necessario.

Una finestra più ampia sui personaggi

I nuovi episodi scavano a fondo nel background dei personaggi, cercando di portarlo in superficie, creando quindi nuove storie che, seppur scritte dopo, riescono ad incastrarsi perfettamente col presente, senza alcuna forzatura. Anzi, numerosi sono i colpi di scena, spesso davvero imprevedibili. e presente tramite colpi di scena continui e spesso imprevedibili. Nuovi personaggi creano nuovi intrecci e legami: è l'esempio di Alice (Cara Delevigne), giovane artista con un interesse particolare per Mabel.

Questo consente ai creatori della serie di offrire al pubblico un grande specchio dei rapporti umani: genitori e figli, relazioni amorose all'avvicinarsi della terza età, o quelle tra persone omosessuali, complicati rapporti di lavoro, e tanto altro. Da questo punto di vista, nel guardare Only Murders in the Building 2 si cede talvolta alle emozioni, pur senza drammaticità e sempre con quel velo di leggerezza che contraddistingue l'opera.

Il fascino della storia nella storia

Un incredibile pregio di questa particolare serie crime è il continuo riferimento alla messa in scena. I protagonisti sono legati al teatro, al cinema e all'arte. Putnam è un regista squattrinato, Savage un attore di vecchia data che aspetta una nuova occasione. Entrambi sono estremamente teatrali nell'approcciarsi ai crimi dell'Arconia: trovare l'assassino è un po' come partecipare ad un inquietante gioco di ruolo, in cui ognuno interpreta la propria parte. Questa scena nella scena indica la presenza di un forte aspetto meta-teatrale, di cui i protagonisti sono pienamente coscienti. La brillante sceneggiatura gioca spesso sulla rottura dell'illusione scenica (si accenna spesso ad una seconda stagione, o lo stesso podcast è una chiara allusione alla serie), supportata dalla regia e dalla fotografia che prevedono frequenti sguardi in macchina da presa per creare un legame con il pubblico.

Una comicità intelligente

Sempre a proposito del teatro, Only Murders in the Building 2 prende un grande spunto da esso per costruire la propria comicità. Spesso i dialoghi tra i personaggi sono quasi sconnessi dalla situazione che essi vivono, e suscitano il riso grazie ad un pizzico di assurdità. Il prodotto Martin-Hoffman si rifà proprio al Teatro dell'Assurdo del secondo Novecento, un sapiente riferimento che non può negare un'approfondita conoscenza dell'arte e della cultura da parte dei suoi creatori. A dispetto di quello che si potrebbe credere, si è dunque di fronte ad una comicità ricercata e raffinata, ben pensata, mai lasciata al caso o costruita su un senso dell'umorismo scontato e banale.

Only Murders in the Building 2 ha una regia efficace

Guardare Only Murders in the Building 2 significa assistere ad un dinamico rapporto tra regia, fotografia e montaggio, ancor più che nella prima stagione. La frequente posizione centrale dei personaggi in primo piano, ad esempio, favoriscono piccoli giochi di sovrapposizioni visive per mostrare delle coincidenze narrative, quasi sempre tra presente e passato. Il cambio di inquadratura è quasi impercettibile, se non grazie ad un cambio di luci e di costumi. Dai colori accesi e vivaci, che sottolineano la natura leggera della serie, si passa a tinte cupe per indicare un'atmosfera ansiosa o pericolosa.

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