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a cura di Tom's Hardware

La Discovery giunge quindi nell'orbita del gigante gassoso dove assiste a un allineamento del pianeta con le sue lune. Bowman scorge un gigantesco monolito nero che fluttua nello spazio e decide di uscire fuori dal veicolo a bordo di una capsula.

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Il misterioso oggetto nero attira inesorabilmente a sé la piccola astronave, e Bowman inizia un viaggio attraverso quella che si scopre essere una porta delle stelle. Questa è decisamente una delle scene più belle del film, che si divide tra il primissimo piano dell'occhio di Bowman e quello che l'occhio vede: un misto di luci di stelle e nebulose che assumono mille forme e colori diversi, accompagnate da una colonna sonora che parte in sordina e cresce fino a trasformarsi in un'assordante cacofonia di mille voci diverse.

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L'astronauta, stremato dal viaggio, si ritrova quindi in un ambiente lussureggiante arredato in stile impero dove ha inizio la fase più misteriosa del film. Bowman invecchia vistosamente nel giro di pochissimo tempo fino a ritrovarsi decrepito sul letto di morte, di fronte al quale ricompare ancora l'imponente monolito, che egli cerca di raggiungere allungando il braccio con le ultime forze, prima di spirare e tornare sotto forma di feto spaziale in orbita intorno alla Terra, mentre risuonano i tamburi di Così parlò Zarathustra.

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