Le major svergognate sui danni della pirateria

Uno studio commissionato dal Governo degli Stati Uniti, che doveva aiutare a dimostrare i danni causati dalla pirateria, dimostra che le ricerche effettuate fino ad oggi valgono quanto le promesse di un marinaio.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

È impossibile stabilire il danno economico generato dalla pirateria online. Lo afferma il governo degli Stati Uniti, con uno studio commissionato ad hoc (pdf), che sbugiarda anni di statistiche e dichiarazioni, basate tutte sul concetto di "una canzone scaricata = una vendita in meno".

Pirati, farebbero di tutto per non pagare qualcosa.

Lo studio si deve al GAO (Government Accountability Office), una sorta di Corte dei Conti degli Stati Uniti, e mette in dubbio le affermazioni dei produttori sugli effetti della pirateria: il danno, se c'è, "è difficile se non impossibile da misurare".

Questa realtà, tuttavia, non è solo difficilmente misurabile, ma la metodologia di ricerca è discutibile, a quanto pare. Non si può dire con certezza quanto costa la pirateria, né quanti posti di lavoro mette a rischio.

Gli esperti consultati ritengono infatti che siano stati trascurati elementi importanti, come il fatto che l'utente che scarica ha più disponibilità economica, e quindi spenderà in altri settori. L'effetto generale sull'economia, quindi, è più che altro quello di una ridistribuzione.

Il GAO, in ogni caso, conferma l'esistenza di un "problema pirateria", e ammette una sua "misurabilità". Gli studi fatti fino ad ora, tuttavia, lasciano il tempo che trovano, e c'è bisogno di dati più concreti.

Questo studio, quindi, mette in discussione tutte le misure e le campagne create dalle major negli ultimi anni. Paradossalmente, lo studio fa parte di un'operazione il cui scopo era esattamente il contrario.

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