VEM Live: la visione del digitale plasma una realtà più sostenibile

L'evento annuale di VEM sistemi diventa un "ponte concreto tra spirito visionario e realismo" per guidare l'impatto positivo del digitale sulla società.

Avatar di Marina Londei

a cura di Marina Londei

Editor

VEMlive, l'evento annuale di VEM sistemi, è tornato ad accogliere partner e clienti per condividere i nuovi obiettivi di crescita dell'azienda e promuovere l'adozione di soluzioni efficaci e al contempo sostenibili.

Parola d'ordine della giornata è stata "IMPACT", a sottolineare la volontà di VEM di avere un impatto positivo sul mercato, sulla società e sull'ambiente, condividendo questa visione con tutti gli stakeholder.

La location scelta da VEM, il Grand Hotel di Rimini, è stata tutt'altro che casuale: il tributo a Fellini non si è limitato all'eredità cinematografica, ma è servito per aprire le danze di un evento che ha fatto della visione realistica il suo leitmotiv.

A inaugurare la giornata è stato Stefano Bossi, CEO e General Manager dell'azienda, che ha ribadito l'importanza della collaborazione per supportare l'innovazione e la crescita.

L'obiettivo di VEM, ha spiegato Bossi, è di semplificare le scelte tecnologiche per i clienti permettendogli di focalizzarsi sugli obiettivi aziendali di resilienza, produttività e sostenibilità. 

Per farlo l'azienda ha deciso di operare su tre direttrici fondamentali: l'efficienza, la crescita responsabile e l'evoluzione, cercando di sfruttare l'incertezza economica e sociale per renderla un'opportunità. 

"Vogliamo creare un ponte concreto tra spirito visionario e realismo" ha affermato l'AD, ribadendo l'impegno dell'azienda nell'assistere i processi che migliorano i benefici reali. 

L'acquisizione di Neen

Il cloud ha un ruolo centrale nelle aziende moderne e VEM ha intenzione di aiutare le realtà del paese a integrare le nuove tecnologie, scegliendo la soluzione migliore che permetta alle imprese di concentrarsi sul business. Questa visione si è rafforzata ulteriormente con l'acquisizione di Neen avvenuta lo scorso luglio.

Neen è nata nel 2005 ed è stata una delle prime realtà italiane a lavorare con il cloud in modo intensivo. La società di managed cloud providing si occupa di fornire ai clienti servizi di hosting pensati su misura per loro e in base alle esigenze di progetto.

"Con Neen oggi possiamo dire di avere una copertura totale e complessiva di tutte quelle che sono le aree di lavoro all'interno del paradigma cloud" ha affermato Marco Bubani, direttore innovazione in VEM, spiegando che l'obiettivo dell'acquisizione non è di diventare una cloud company indipendente, ma di fondere le competenze delle due realtà per definire i percorsi verso il cloud in base alle esigenze della singola organizzazione.

Neen va a completare la four pillars strategy di VEM aggiungendo il tassello della cloud integration ai pilastri già esistenti di technology integration, software integration e security integration.

"Con Vem sistemi ci si incontra a metà strada, in quell’ambito che rappresenta la nostra vecchia passione di tecnologia e infrastruttura dove speriamo di fare insieme grandi cose" ha dichiarato Marco Zani, amministratore delegato di Neen.

Il sogno del digitale

Valentina Ciurlante, Evolution Guide & Community Catalyst presso Nativa, ha ricordato la necessità di raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica per garantire il benessere dell'intero pianeta.

Le aziende hanno un ruolo centrale per il successo di questo percorso, soprattutto se si considera che l'opinione pubblica le considera l'attore più affidabile e competente in materia di sostenibilità.

È necessario reinventare il business affinché abbia un impatto positivo sulla società, facendo in modo che produca più valore di quanto ne utilizzi; ciò si traduce nel benefit model, un modello per cui le imprese generano valore per azionisti e stakeholder impegnandosi al contempo a misurare i propri impatti per perseguire il beneficio comune.

Un esempio di chi persegue questo modello è Cisco, leader nel settore del networking e dell'IT. Gianmatteo Manghi, CEO di Cisco Italia, ha sottolineato come il digitale può avere un ruolo positivo per migliorare la società, creando ambienti di lavoro sostenibili.

"La crescita economica migliora l'aspettativa di vita e la qualità della vita, perciò anche remunerando gli azionisti, ma può fare molto di più: può creare un ambiente di lavoro sempre più accogliente, più positivo, può restituire alle comunità quello che le comunità consentono alle imprese di fare e può aiutare la produttività e la qualità della vita delle persone" ha spiegato Manghi.

Cisco ha deciso di investire su cinque aree fondamentali: le applicazioni, il lavoro ibrido, le infrastrutture di rete, la cybersecurity e la sostenibilità. 

Nell'ottica di aiutare le imprese ad avere un impatto positivo sulla collettività, Cisco ha fondato la sua offerta sul concetto di Full Stack Observability, ovvero la visibilità profonda e multidominio su ciò che accade nell'intera infrastruttura. 

Torna, anche se in maniera trasversale, il concetto di sostenibilità e di come il digitale possa migliorare la vita delle persone, ma solo a fronte di una conoscenza approfondita delle tecnologie.

L'obiettivo di Cisco è diventare una compagnia a impatto zero entro il 2040 grazie all'innovazione continua di processi e prodotti e a sistemi  di economia circolare. Lo sforzo guarda al di fuori dell'azienda e mira ad aiutare l'intero Paese a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Un sogno che, grazie al digitale, sta abbandonando la dimensione del mito per diventare realtà.

Il mito degli unicorni e la realtà delle zebre

Ma per inseguire un sogno bisogna avere i piedi ben piantati per terra. Lo ha sottolineato il professor Gianluigi Castelli, direttore Devo Lab, SDA Bocconi, spiegando che le tecnologie sono divise in due domini: mito e realtà.

Le prime sono le più pericolose: nascono da scelte prese per moda, non sono supportate dalle giuste competenze e distruggono il valore potenziale delle imprese. 

"Il dominio della realtà è quello che ci dovrebbe importare di più, perché è quello dove l'investimento che viene fatto è orientato alla creazione di valore" ha spiegato Castelli.

Il rischio è che le visioni irrealistiche possano travolgere e illudere le aziende. Occorre quindi liberarsi del mito e concentrarsi sulle questioni che hanno un impatto più reale sulla collettività, come ridurre la complessità delle tecnologie e sviluppare competenze sempre più raffinate in grado di semplificare la gestione di dati e processi.

Gianluca Dettori, Chairman e Partner di Primo Ventures SGR, ha ripreso questo concetto parlando di unicorni e zebre nel mondo delle startup: ogni giorno nascono nuove realtà, ma sono poche quelle che sopravvivono e soprattutto che portano valore alla società. 

Le realtà unicorno (termine coniato da Aileen Lee nel 2013) sono quelle che promettono una "rottura" di mercato, valutate molto positivamente dagli investitori, ma che non apportano veri benefici alla collettività. Bisognerebbe invece concentrarsi sulle zebre, ovvero le startup che seguono modelli di business capaci di seguire da una parte il profitto e dall'altra anche la mission di sostenibilità.

Le zebre, a differenza degli unicorni, sono reali. Dettori ha chiuso il cerchio della giornata spiegando che oggi la finanza sta valutando i suoi investimenti in queste realtà sulla base dei criteri ESG (Environmental, Social e Governance), i pilastri su cui si fonderà la società del futuro. 

Lo scopo è creare un tessuto industriale formato da zebre grazie alle quali sono i fattori sociali, ambientali e di trasparenza a guidare l'innovazione. "Chi opera sulla base di questi elementi performa meglio e attrae i migliori talenti" ha affermato Dettori.

"L'unico vero realista è il visionario" diceva Fellini. Spenti i riflettori di VEMlive 2023, quel che resta è proprio l'idea che per realizzare il sogno di un futuro sostenibile servono aziende con radici solide nella realtà, in grado di sfruttare la tecnologia per il benessere della collettività.

Leggi altri articoli