Sony, Microsoft, Nintendo, Hyundai, HTC e ASUS, negli Stati Uniti, sono accusate violare i diritti dei consumatori, in relazione al divieto imposto ai consumatori di rivolgersi a riparatori terzi durante il periodo di garanzia.
La rimozione degli adesivi che sono presenti sugli chassis di molti prodotti elettronici non può essere considerata una violazione dei termini di garanzia: è un abuso, secondo la Federal Trade Commission.
Ecco spiegato il motivo per cui ad aprile questi sei marchi hanno ricevuto una notifica ufficiale da parte della FTC e avranno 30 giorni a disposizione per correggere le rispettive policy. A prescindere da ogni adeguamento rischieranno comunque una sanzione per quanto avvenuto in passato ed eventualmente in futuro se non recepiranno l'indicazione.
Lo scenario è piuttosto controverso poiché la legge di riferimento - Magnuson-Moss Warranty Act - risale al 1975, ma solo l'anno scorso la Federal Trade Commission ne ha deciso una interpretazione più stringente. Formalmente la legge prevede che nessun produttore possa imporre restrizioni sui dispositivi in garanzia. Ad esempio Microsoft nella sua policy contrattuale esplicita che le riparazioni possono essere effettuate solo da Microsoft stessa, in chiara violazione della norma. Lo stesso vale per gli altri marchi con qualche differenza: Sony, HTC e Asus fanno riferimento agli "adesivi".
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Come ha fatto ben notare la testata Motherboard - che è riuscita per prima a scoprire i nomi delle aziende coinvolte grazie al Freedom of Information Act - stranamente nell'elenco non compare Apple. Ma non è escluso che in futuro l'indagine venga estesa ad altri.
In Europa abbiamo lo stesso problema. Molti marchi prevedono che ogni intervento debba essere effettuato da loro centri certificati per non invalidare la garanzia. Da una parte può essere considerata come una salvaguardia per il consumatore, dall'altra però concorre alla creazione di un monopolio sul mercato delle riparazioni con conseguenze dirette sulle tariffe. Una rottura incidentale ad esempio è normalmente fuori garanzia, ma non per questo motivo i produttori dovrebbero approfittarne lucrandoci pesantemente.
Il buon senso direbbe che il diritto del consumatore dovrebbe venire prima di ogni cosa, ma al solito si tratta pur sempre di interpretazioni di indirizzo politico. E quindi non è un caso che proprio in California, recentemente, si stia lavorando per una legge che obblighi i produttori di apparecchi elettronici a una progettazione che semplifichi la riparazione (anche da parte del cliente) e a distribuire parti di ricambio e istruzioni per ogni intervento.