Un plugin non vi salverà: l’Accessibility Act costringe le imprese a cambiare mentalità
Avv. Giuseppe Croari – Dott. Francesco Zizzo
Il 28 giugno 2025 entrerà in vigore l’Accessibility Act, cioè la direttiva UE 2019/882, strumento che l’Unione Europea ha utilizzato per armonizzare la legislazione in tema di accessibilità.
La direttiva ha lo scopo di definire lo standard in materia di requisiti di accessibilità per determinati prodotti e servizi, in particolare eliminando e prevenendo gli ostacoli alla libera circolazione all’interno del mercato unico europeo. Non riguarda soltanto i siti web, ma si applica a una vasta gamma di prodotti – come computer, smartphone, terminali di pagamento, smart TV, e-reader – e a numerosi servizi digitali, tra cui l’e-commerce, le piattaforme bancarie online, i sistemi di trasporto, la biglietteria elettronica, i servizi di assistenza remota, i call center e persino il numero di emergenza unico europeo (112).
L’obiettivo è duplice: da un lato promuovere l’inclusione e garantire pari accesso alle tecnologie per tutte le persone, comprese quelle con disabilità; dall’altro, assicurare un quadro normativo armonizzato che consenta la libera circolazione di prodotti e servizi accessibili tra gli Stati membri, riducendo le barriere legislative e tecniche.
Abbiamo già descritto in questo articolo quali sono i principali obblighi previsti dalla direttiva, ma è altrettanto importante comprendere quali siano gli strumenti più efficaci e realistici per adeguarsi. Non si tratta infatti di un semplice aggiornamento tecnico, e nemmeno di una casella da spuntare con un intervento cosmetico: la conformità passa attraverso l’adozione della norma tecnica armonizzata EN 301 549, che definisce in modo dettagliato i requisiti di accessibilità, integrando standard internazionali come le WCAG.
Per questo motivo, le imprese dovranno affrontare il cambiamento con un approccio strutturato e consapevole, che coinvolga progettisti, sviluppatori, team legali e figure di governance. Una transizione ben pianificata, fondata su soluzioni sostenibili e non su scorciatoie, è l’unico modo per evitare rischi legali, rafforzare la propria reputazione e costruire esperienze digitali realmente inclusive.
Accessibilità by design e by default
Un punto di vista “miope” che spesso si ha rispetto al tema dell’accessibilità è considerarla solo un adempimento burocratico.
Ma questo non è necessariamente vero.
L’accessibilità ha prima di tutto una dimensione di marketing, perché consente di raggiungere un bacino di utenza molto più ampio.
Basti pensare che l’OMS ha stimato, solo nel 2023, che almeno il 15% della popolazione mondiale ha una qualche forma di disabilità — un numero in costante crescita.
Sulla falsariga del tema privacy, quando si parla di Privacy by design e privacy by default, bisognerebbe trattare l’accessibilità come un valore che l’azienda persegue costantemente nell’interesse dei consumatori. Fin dall’inizio della progettazione dell’infrastruttura informatica bisognerebbe, by design, pensare il sito o il servizio in modo che sia accessibile, e soprattutto includere tutte le funzionalità successive come accessibili by default, cioè per impostazione predefinita.
Una reale implementazione di questi due principi permetterà all’azienda di essere più competitiva dal punto di vista del marketing, ma soprattutto di evitare future azioni legali nei suoi confronti con il minimo sforzo (abbiamo già parlato delle sanzioni applicabili in questo articolo).
Accessibilità digitale: perché gli accessibility overlay non bastano a garantire la conformità
Nel disperato tentativo di adeguarsi alla normativa nel più breve tempo possibile e spendendo poco, si può incappare negli accessibility overlays.
Un accessibility overlay è uno strumento software pensato per facilitare l’accesso ai contenuti di un sito web, eliminando eventuali barriere.
Si tratta solitamente di plugin JavaScript che operano direttamente nel browser.
Molti di questi strumenti intervengono sull’aspetto visivo del sito o permettono agli utenti di personalizzarlo, offrendo opzioni come l’aumento della dimensione del testo, l’adattamento del contrasto dei colori, la modalità solo testo e altre funzionalità simili. L’uso dell’overlay da solo non è mai sufficiente, dato che lo standard tecnico richiesto in ambito ICT sarà la norma tecnica europea armonizzata EN 301 549.
Si tratta quindi di requisiti piuttosto stringenti, e un approccio automatizzato è sicuramente inadeguato.
La stessa Commissione Europea dedica un avvertimento a questi strumenti nelle policy per l’accessibilità, sottolineando come: «gli accessibility overlay, o qualsiasi altro strumento che non garantisca che il sito web stesso soddisfi i criteri dettagliati dello standard (EN 301 549), non sono una soluzione appropriata».
Accessibilità reale: tra automazione e feedback umano
La valutazione dell’accessibilità web spesso si basa sul rispetto di standard come le WCAG. Anche se seguire queste linee guida è importante, testare il sito con persone reali porta molti vantaggi. Coinvolgere persone con disabilità e utenti anziani permette di scoprire difficoltà d’uso che non emergono solo controllando se il sito rispetta le regole.
La soluzione migliore per il testing è usare sia strumenti automatici che valutazioni reali da parte di tester, in modo da avere un quadro più completo delle difficoltà di accessibilità. Quando si testa l’accessibilità di un sito con una persona disabile, è però importante non concentrarsi troppo solo sulla sua specifica disabilità.
Il rischio è modificare il sito per risolvere solo quel problema, finendo però per crearne altri per utenti con esigenze diverse.
L’obiettivo dovrebbe essere trovare soluzioni il più possibile inclusive e bilanciate: per questo è utile un approccio eterogeneo.
Accessibilità come opportunità
In vista dell’entrata in vigore dell’Accessibility Act il 28 giugno 2025, le aziende sono chiamate non solo a rispettare un nuovo quadro normativo, ma anche a cogliere un’importante opportunità di innovazione, inclusività e competitività.
L’accessibilità non è più un’opzione né un mero adempimento burocratico: è un valore strategico che può rafforzare la reputazione aziendale, ampliare il mercato e ridurre i rischi legali. Investire ora in un approccio strutturato e consapevole — fatto di progettazione by design, testing umano e soluzioni realmente inclusive — significa costruire un futuro digitale migliore, per tutti.
Se sei un’azienda e necessiti di supporto in tema di accessibilità digitale rivolgiti ai nostri partner dello Studio Legale FCLEX, esperti di diritto dell’informatica e delle nuove tecnologie.
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