Un team di ricercatori italiani, coordinato da Enrico Prati dell'Università Statale di Milano, ha dimostrato che, usando l'intelligenza artificiale, un supercomputer quantistico è in grado di rilevare gli attacchi informatici più velocemente di un computer tradizionale.
I ricercatori hanno programmato il supercomputer canadese D-Wave Advantage da 5.000 qubit, addestrandolo su un database composto da 3 milioni di pacchetti di traffico internet.
Si tratta di un risultato molto importante perché, spiega il team di Prati, finora il vantaggio degli algoritmi sui computer quantistici era stato provato solo in maniera teorica; i supercomputer sono ancora in una fase iniziale di sviluppo e sono limitati dall'hardware. Quello dei ricercatori è il primo vantaggio quantistico osservato su dati reali.
Il team ha addestrato la rete neurale quantistica sul database del traffico internet per eseguire un'analisi di anomaly detection, volta a individuare i pacchetti anomali, indicatori di un potenziale attacco, tra milioni di pacchetti.
I ricercatori hanno comparato le performance del chip quantistico con quelle di una CPU single-core e un processore a 128 core; il supercomputer si è rivelato 64 volte più veloce del single-core e 41 volte più veloce della CPU con 128 core nell'individuazione di tutti i pacchetti anomali.
Lo studio dei ricercatori ha dimostrato come l'intelligenza artificiale possa velocizzare l'adozione dei computer quantistici, non solo in ambito di cybersecurity ma anche in ambiti come la sanità, l'industria, la finanza e la chimica.
"I computer quantistici stanno iniziando a esprimere le prime evidenze dei loro vantaggi" ha affermato Prati, "Uno sviluppo che richiede ancora qualche anno ma, una volta giunti a maturità, non saranno più superabili nemmeno dai supercomputer. Per questo enti governativi e industrie stanno investendo esponenzialmente nel settore".