I turisti in Italia non mancano, e i ristoranti delle nostre città sono spesso pieni - al punto che in certe aree non è nemmeno pensabile presentarsi senza prenotazione. Eppure meno del 10% delle imprese di ristorazione utilizza strumenti digitali, secondo un'analisi della start-up fintech Qromo.
È un problema, o può diventarlo, perché con l’aumentare del pubblico aumenta la pressione sulle strutture e sul personale. Senza strumenti di gestione moderni ed efficienti si rischia di finire nel disservizio. In questo contesto, le tecnologie digitali possono rappresentare uno strumento molto utile per una gestione più efficiente del flusso di clienti e un'ottimizzazione delle risorse, che porta a benefici tangibili come tempi di attesa ridotti e un incremento dei ricavi.
Un grande potenziale per un settore che, quello della ristorazione, ad oggi rappresenta il 5% del PIL italiano, ma con grande potenziale da esprimere considerato il potenziale degli strumenti digitali.
Strumenti come i menu accessibili tramite QR code che, secondo la ricerca di Qromo, aumenta anche gli scontrini medi del 39%, dimostrando l'efficacia delle tecnologie digitali nell'ambito della ristorazione.
Secondo Francesco Basile (Co-founder e CEO di Qromo) “sono ancora pochi gli investimenti in tecnologia in questo settore”. Tra l’altro, insiste Basile, tali investimenti potrebbero almeno alleviare i problemi dovuti alla carenza di personale. “Le soluzioni digitali possono fornire strumenti a favore della gestione dei processi di ordinazione e pagamento riducendo le criticità e rivoluzionando il concetto stesso di cassa”.
Nel momento in cui si vuole offrire un QR Code al cliente, significa una completa digitalizzazione del menu. Dopodiché, è possibile anche digitalizzare l’ordine e creare in automatico lo scontrino, andando così a creare un flusso di azioni più semplice e diretto. Un’innovazione che, in ultima analisi, porta a una spesa media superiore e a un aumento del fatturato.
Allo stesso tempo, tuttavia, Ristorazione Italiana Magazine segnala che qualche investimento c’è stato: nel 2023, circa un imprenditore su due ha investito nel rinnovo del parco attrezzature e nel potenziamento degli strumenti digitali, e per il 2024 le imprese prevedono un piano di investimenti che sfiora i 4 miliardi di euro (FIPE).
Non parliamo ancora di grossi investimenti, ma qualcosa si sta muovendo. Come sempre il tessuto industriale italiano è un fattore determinante, composto da una costellazione di micro e piccole imprese. Realtà che magari faticano a investire, accanto a una presenza crescente delle catene, che rappresentano già l’11% del totale e che hanno sempre un alto livello di digitalizzazione, come riporta Italia a Tavola (anche in questo articolo).
In conclusione, l'integrazione di strumenti digitali nel settore della ristorazione rappresenta non solo un vantaggio competitivo, ma una necessità per gestire l'afflusso turistico crescente e migliorare la qualità del servizio. La digitalizzazione offre una risposta concreta alle sfide del settore, promuovendo un'innovazione che può sostenere la crescita economica e migliorare l'efficienza operativa delle imprese.
Foto di copertina: burdyak