Registrare una telefonata è legale? Ecco tutte le risposte

Registrare una telefonata è legale se si partecipa alla conversazione, ma la diffusione senza consenso può violare la privacy. L’uso in giudizio è ammesso con limiti.

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a cura di Avv. Giuseppe Croari

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Avv. Giuseppe Croari

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La registrazione di conversazioni telefoniche o dal vivo è un tema che si colloca all’intersezione tra il diritto alla privacy, la libertà di espressione e la tutela della propria posizione giuridica. Se da un lato il progresso tecnologico ha reso estremamente semplice la registrazione di una chiamata o di un incontro, dall’altro emergono limiti normativi che ne disciplinano l’uso e la diffusione.

In questo articolo analizzeremo il quadro giuridico di riferimento, evidenziando quando la registrazione è lecita, quali sono i divieti e in che modo una registrazione può essere utilizzata in sede giudiziaria.

È legale registrare una conversazione?

L’ordinamento giuridico italiano distingue nettamente tra intercettazione e registrazione. Mentre la prima è un mezzo di ricerca della prova che può essere disposto esclusivamente dall’Autorità Giudiziaria nei casi previsti dal codice di procedura penale, la seconda riguarda una documentazione spontanea da parte di chi prende parte a una comunicazione.

Registrare una telefonata è legale se si partecipa alla conversazione, ma la diffusione senza consenso può violare la privacy

In base all’orientamento consolidato della Corte di cassazione, registrare una conversazione a cui si partecipa non costituisce un reato, in quanto chi parla accetta implicitamente il rischio che quanto detto venga memorizzato (Cass. Pen., Sez. II, n. 9132/2010).

Tuttavia, esistono limiti di contesto da tenere in considerazione:

  • Luogo privato e tutela della riservatezza: se la registrazione avviene in un domicilio privato o in altri ambienti protetti dalla normativa sulla privacy (art. 614 c.p.), potrebbero configurarsi violazioni del diritto alla riservatezza.
  • Assenza di frode o inganno: la registrazione deve avvenire in modo lecito e senza condotte fraudolente, altrimenti potrebbe rientrare nelle ipotesi di reato previste dall’art. 617-septies c.p.

Diffondere una registrazione è reato?

Se registrare una conversazione a cui si partecipa è generalmente lecito, la sua diffusione senza il consenso dell’interlocutore è una questione ben diversa e può comportare gravi conseguenze legali.

Il Codice della Privacy (D.Lgs. 196/2003, modificato dal D.Lgs. 101/2018 in attuazione del GDPR) considera la voce un dato personale e, in alcuni casi, un dato biometrico. 

Registrare una conversazione a cui si partecipa non costituisce un reato, in quanto chi parla accetta implicitamente il rischio che quanto detto venga memorizzato

La diffusione di una registrazione senza consenso può integrare il reato di trattamento illecito di dati personali (art. 167 Codice Privacy), punibile se avviene con finalità di profitto o per arrecare danno.

Un ulteriore profilo di rischio è rappresentato dall’art. 617-septies c.p., che punisce con la reclusione fino a quattro anni chi diffonde illecitamente registrazioni di conversazioni private, salvo il caso in cui ciò avvenga per l’esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca.

Vi sono, dunque, alcune eccezioni alla punibilità:

  • Diritto di cronaca e diritto di critica: se la diffusione della registrazione avviene per finalità giornalistiche, nel rispetto della verità sostanziale dei fatti e dell’interesse pubblico alla divulgazione.
  • Diritto di difesa: se la registrazione è necessaria per tutelare un proprio diritto in sede giudiziaria o amministrativa.

Registrazioni come prova in giudizio

Uno degli utilizzi più frequenti delle registrazioni è quello probatorio in ambito civile e penale. 

La diffusione di una registrazione senza consenso può integrare il reato di trattamento illecito di dati personali

La Cassazione ha più volte ribadito che le registrazioni effettuate da una delle parti della conversazione costituiscono prova documentale valida, in quanto rappresentano una cristallizzazione fedele dei fatti (Cass. Pen., Sez. III, n. 5241/2017).

Alcuni esempi pratici in cui una registrazione può essere ammessa come prova:

  • Ambito civile:
    • Un creditore registra una chiamata in cui il debitore riconosce l’esistenza del debito.
    • Un coniuge registra una conversazione in cui l’altro ammette un comportamento rilevante ai fini della separazione con addebito.
  • Ambito penale:
    • Una persona registra una telefonata in cui viene minacciata, utilizzandola poi per sporgere querela.
    • Un dipendente registra un superiore che ammette comportamenti discriminatori o vessatori.

Tuttavia, per l’ammissibilità in giudizio occorre rispettare determinati criteri, in particolare la pertinenza rispetto alla controversia e il rispetto del diritto alla riservatezza.

Registrazioni sul luogo di lavoro

Le registrazioni effettuate nell’ambiente lavorativo pongono ulteriori questioni giuridiche. 

L’azienda, in qualità di datore di lavoro, deve garantire il rispetto della privacy dei dipendenti, ma anche questi ultimi possono avere la necessità di tutelarsi in caso di comportamenti scorretti o illeciti.

La Cassazione ha stabilito che:

  • Un lavoratore può registrare una conversazione sul luogo di lavoro se serve per tutelare un proprio diritto e se la registrazione è coerente con la tesi difensiva e proporzionata allo scopo (Cass. Civ., Sez. Lav., n. 12534/2019).
  • La registrazione senza giustificato motivo può costituire un illecito disciplinare e giustificare il licenziamento (Cass. Civ., Sez. Lav., n. 11999/2018).

Pertanto, prima di registrare conversazioni in ambito professionale, è fondamentale valutare se esiste un interesse giuridicamente rilevante e se il mezzo utilizzato sia proporzionato alla finalità perseguita.

È legale registrare una telefonata, ma attenzione all’uso che se ne farà

La registrazione di una telefonata o di una conversazione dal vivo è, nella maggior parte dei casi, lecita se effettuata da uno dei partecipanti, ma la sua diffusione può comportare conseguenze legali significative, salvo eccezioni legate al diritto di cronaca o di difesa.

Un lavoratore può registrare una conversazione sul luogo di lavoro se serve per tutelare un proprio diritto e se la registrazione è coerente con la tesi difensiva e proporzionata allo scopo

L’utilizzo di registrazioni in giudizio è ammesso, purché rispettino i limiti normativi e non violino la riservatezza altrui. In particolare, sul luogo di lavoro è necessario un attento bilanciamento tra il diritto di tutela del lavoratore e la protezione della privacy dei colleghi e superiori.

Per evitare rischi, è sempre consigliabile consultare un avvocato prima di utilizzare registrazioni in contesti delicati, specialmente quando si intende diffonderle o impiegarle come prova in giudizio.

Se hai bisogno di una consulenza per comprendere come registrare una telefonata e utilizzarla come prova digitale, affidati a professionisti qualificati, come il nostro partner Studio Legale FCLEX.

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