Quanto consumano gli HDD e quanto sono migliorati nel tempo

Secondo uno studio di Toshiba, l'importante riduzione dei consumi energetici degli HDD ha reso le unità a disco rigido una soluzione sostenibile anche per ambienti cloud.

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a cura di Marina Londei

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Gli obiettivi di sostenibilità stanno diventando sempre più pressanti e le imprese di tutto il mondo stanno vagliando soluzioni e prodotti green per ridurre il loro impatto sull'ambiente. Questa volontà si scontra però con la necessità di archiviare i dati in cloud, conservandoli negli hard disk (HDD) che vengono ancora considerati ad elevato consumo, troppo alto per rientrare in consumi sostenibili.

In termini di efficienza energetica, gli HDD sono meno performanti delle unità SSD. Se si guarda alla velocità di lettura e scrittura dei dati, entrambe sono soluzioni valide per il cloud storage. Oggi ciò che davvero fa la differenza nella scelta tra le due alternative è però il costo: se si guarda al costo in bit, quello degli HDD è pari a un settimo di quello degli SSD.

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Vista la dimensione degli ambienti cloud, il fattore economico è determinante nello scegliere una delle due soluzioni; anche per questo, gli HDD oggi rappresentano comunque la maggioranza dell'archiviazione cloud.

Ma le unità a disco rigido sono davvero la miglior tecnologia di archiviazione per lo storage? Toshiba ha fornito un quadro dell'evoluzione degli HDD evidenziando come queste unità di archiviazione siano migliorate nel tempo e in che modo è possibile utilizzarle per rispettare gli obiettivi ambientali.

L'evoluzione dei consumi degli HDD

Il consumo delle unità di memoria viene calcolato in termini di watt per terabyte (W/TB), un'indicazione della quantità di energia necessaria ad archiviare tutti i dati in cloud. Nel corso degli anni il consumo energetico degli HDD è diminuito notevolmente e queste unità sono diventate molto popolari soprattutto negli ambienti cloud.

Nel tentativo di migliorare l'efficienza energetica degli HDD, grazie all'innovazione continua il consumo si è ridotto di ben cinque volte in un decennio, passando da 2,6 W/TB nel 2011 a 0,5 W/TB nel 2020. Nel caso di Toshiba, nel 2017 la compagnia è riuscita a ridurre il consumo energetico di 2,8W sostituendo l'aria che riempiva le unità con l'elio, più leggero, che ha generato meno attrito sui piatti e ha quindi ridotto i consumi.

Nuove opportunità di risparmio energetico e sostenibilità

Le aziende hanno diverse opportunità per aumentare il risparmio energetico; la prima consiste nel sostituire le vecchie unità con quelle più recenti, mantenendo lo stesso spazio di archiviazione ma a costi ridotti. Per esempio, passando agli HDD con elio, il risparmio energetico può arrivare fino al 30%.

I consumi possono essere ridotti anche grazie all'uso delle recenti modalità "inattiva" e "standby": nel primo caso, la modalità disattiva le parti magnetiche ed elettroniche ma continua a far girare il mandrino così che il tempo di riattivazione sia ridotto; nel secondo caso, i consumi si possono ridurre fino a 0,43W, anche se la rotazione dei piatti viene interrotta.

La modalità standby, anche se consente un risparmio energetico significativo, non è indicata per l'archiviazione online, in quanto possono essere necessari fino a 20 secondi per far ripartire i piatti e riprendere a scrivere e leggere i dati.

Come per molti altri dispositivi, vale sempre il consiglio di massimizzarne l'utilizzo. La percentuale di guasti è diminuita notevolmente, registrando una riduzione dell'Annualized Failure Rate (AFR) del 50% nell'ultimo decennio, dallo 0,73% del 2011 allo 0,35% attuale.

Oggi gli HDD possono essere utilizzati fino a 5 anni o anche di più; ciò consente alle aziende non solo di risparmiare nell'acquisto di nuovi dispositivi, ma anche di perseguire una strada sostenibile e ridurre l'impatto dello smaltimento dell'hardware.

Alla fine del ciclo di vita di un HDD, si può considerare il riutilizzo di materiali come alluminio e rame per favorire un'economia circolare e sostenibile, soprattutto nel momento in cui le risorse per produrre i dischi diventeranno più scarse.

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