Le piccole imprese del settore tecnologico in Europa stanno ridefinendo i modelli di spesa aziendale, mostrando una netta preferenza per i pagamenti digitali rispetto ai loro omologhi in altri settori. Un'analisi approfondita condotta da Qonto su diecimila aziende clienti in Italia, Francia, Germania e Spagna rivela che le PMI del settore ICT spendono mediamente 8.600 euro mensili attraverso carte di pagamento, superando di oltre il 50% la media di 5.600 euro registrata dalle imprese di altri comparti. Questo divario significativo si manifesta non solo negli importi ma anche nella frequenza delle transazioni, con le aziende tech che effettuano in media 45 operazioni mensili contro le 35 delle altre imprese.
Ciò che distingue nettamente le piccole imprese tecnologiche è la loro marcata propensione verso le transazioni online. L'86% della loro spesa complessiva avviene infatti in ambiente digitale, tramite computer, tablet o smartphone, mentre le aziende di altri settori limitano i pagamenti online a solo il 29% del totale. Questo dato riflette non solo una maggiore dimestichezza con gli strumenti digitali, ma anche un diverso modello operativo, più orientato all'acquisto di servizi e risorse disponibili principalmente online.
Un curioso dettaglio emerso dallo studio è l'interesse delle aziende tech per il mercato dell'usato, con una spesa media mensile di circa 20 euro dedicata agli acquisti da rivenditori di seconda mano. Questo aspetto, seppur marginale in termini economici, suggerisce un'attenzione alla sostenibilità e all'ottimizzazione delle risorse che caratterizza molte realtà innovative.
Ampliando la prospettiva a tutte le piccole imprese analizzate, emerge che nella maggior parte dei casi (71%) i pagamenti vengono effettuati tramite carte fisiche. La digitalizzazione dei portafogli sta comunque guadagnando terreno rapidamente, con la metà delle imprese che utilizza già sistemi come Apple Pay o Google Pay per i propri pagamenti virtuali.
L'analisi delle categorie di spesa rivela che i servizi online costituiscono la voce più consistente nel bilancio delle piccole imprese, con una media di 1.359 euro mensili. Questa categoria comprende abbonamenti a piattaforme digitali, strumenti di intelligenza artificiale e servizi di hosting per siti web, essenziali per la competitività nel mercato attuale.
Il settore dei viaggi rappresenta la seconda voce di spesa per importanza economica, ma la prima per frequenza di transazioni. Un terzo di tutte le operazioni con carta riguarda infatti spostamenti e trasporti, per un totale medio di 1.072 euro mensili distribuiti su circa 10 transazioni. La mobilità su strada assorbe la maggior parte di questi fondi (357 euro), seguita dal trasporto aereo (247 euro) e ferroviario (138 euro).
Nonostante la crescente digitalizzazione, il contante mantiene un ruolo significativo nelle operazioni quotidiane. Le piccole imprese prelevano mediamente 1.022 euro al mese dagli sportelli ATM, con una frequenza media di 1,4 prelievi mensili, configurandosi come la terza voce di spesa per rilevanza economica.
Il marketing si posiziona al quarto posto tra le principali categorie di spesa, con un investimento medio di 787 euro mensili. Questa voce abbraccia un ampio spettro di attività promozionali, dalle campagne pubblicitarie sui social media come TikTok fino ai più tradizionali spazi pubblicitari, evidenziando come la comunicazione rimanga un aspetto cruciale anche per le piccole realtà imprenditoriali.
Ma non si sa mai chi è sta gente... potrebbe essere pure mia madre!
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