Qualche giorno fa, a Milano, il Nutanix AI & Data Summit ha riunito esperti e leader del settore per analizzare il ruolo della Generative AI (GenAI) nel contesto aziendale. Tra i relatori, Benjamin Jolivet, Country Manager di Nutanix Italia, Leonardo Boscaro (SEUR & MEDA Leader Modern Apps & Data Nutanix), Jason Langone (Senior Director, Global AI Business Development), Pierpaolo D’Odorico e Giacomo Ciarlini di Datapizza e molti altri ancora.
Una rivoluzione dentro e fuori dalle aziende
La Generative AI è la tecnologia più frequentemente implementata nelle organizzazioni, secondo Gartner. Pierpaolo D’Odorico ha spiegato che la GenAI, evoluzione del Deep Learning, sfrutta modelli avanzati come i transformer, resi celebri dal paper “Attention Is All You Need”. Questa tecnologia sta crescendo rapidamente: ChatGPT ha raggiunto 100 milioni di utenti in appena due mesi, mostrando un’adozione senza precedenti.
Secondo un recente studio di The European House - Ambrosetti la GenAI potrebbe generare 300 miliardi di euro di PIL aggiuntivo in Italia, con un incremento del 18% della produttività. Entro il 2030, il mercato dell’AI potrebbe moltiplicarsi per 10, trasformando l’intero ecosistema economico.
Tuttavia sono ancora molte, la maggior parte, le aziende che non hanno ancora introdotto l’AI. I potenziali benefici sono molti, ma gli investimenti possono intimorire, soprattutto a fronte di un ritorno tutt’altro che sicuro.
In risposta a questi dubbi, Giacomo Ciarlini ha presentato il “GenAI Adoption Framework”, una guida per valutare l’integrazione dell’AI nelle imprese. Questo framework identifica tre livelli di adozione, tre passaggi che portano da un inizio modesto a una diffusione dell’AI in tutta l’azienda.
- Uso individuale con strumenti plug-and-play.
- Soluzioni intermedie che richiedono integrazione aziendale.
- Implementazioni custom, basate su progetti specifici e API.
L’uso individuale richiede strumenti semplici, ma anche in questo caso è necessario che le persone riescano a capire i vantaggi del sistema, e che imparino a usare l’AI per essere più produttivi.
Un sondaggio condotto su 3.400 dipendenti di 26 aziende, infatti, ha rivelato che strumenti come ChatGPT e Copilot sono i più utilizzati (86%), ma solo il 9,2% li impiega quotidianamente. La maggior parte degli utenti non ha mai utilizzato strumenti AI (32,9%), indicando una forte necessità di formazione mirata. “Le imprese devono puntare su AI champions, formazione strutturata e una creatività guidata dal basso”, ha sottolineato Ciarlini.
Nutanix e l’infrastruttura del futuro
Se l’adozione dell’AI è più o meno un passaggio obbligato per tutte le aziende, all’interno di una più grande azione di trasformazione digitale, è vero anche il fatto che non si può pensare di digitalizzarsi e di usare l’AI senza adeguare l’infrastruttura.
Leonardo Boscaro ha evidenziato come le aziende non possano affrontare la transizione digitale senza una piattaforma flessibile che integri il cloud ibrido. La piattaforma Nutanix Hybrid Cloud, utilizzata da oltre 25.000 clienti nel mondo, supporta sia le applicazioni tradizionali che i carichi di lavoro moderni. “La nostra infrastruttura consente di gestire dati strutturati e non strutturati, integrando Large Language Models (LLM) direttamente nei flussi aziendali”, ha affermato Bosco.
Con il Project Beacon, Nutanix punta a diventare completamente cloud native entro tre anni, fornendo alle aziende soluzioni semplici da implementare, scalabili e sicure.
Jason Langone gli fa eco sottolineando l’importanza di mantenere il controllo sui dati aziendali, soprattutto in un contesto di crescente utilizzo della GenAI. Ha spiegato che la maggior parte delle aziende preferisce ancora il cloud privato per addestrare modelli, proteggendo la proprietà intellettuale e garantendo prestazioni stabili.
Langone ha illustrato casi d’uso concreti, come l’analisi delle frodi, dove la predictive AI identifica comportamenti sospetti, mentre la GenAI interviene per un controllo di secondo livello. Questo approccio ibrido evidenzia l’importanza di una gestione oculata delle risorse computazionali e dei costi.
La formazione come chiave di successo
Un tema ricorrente durante il summit è stato il ruolo cruciale della formazione per un’adozione efficace dell’AI. Si è detto, tra le altre cose, che 90% del successo dipende dalle persone, con solo il 10% legato alla tecnologia. Per colmare il divario, una possibile strategia prevede questi passi:
- Identificare e formare AI champions. Pochi collaboratori più inclini a usare i nuovi strumenti. Faranno da guida ed esempio per i loro colleghi.
- Promuovere l’uso controllato degli strumenti AI.
- Introdurre metodologie per trasformare soluzioni AI in progetti scalabili.
“La vera innovazione parte da chi affronta quotidianamente le stesse sfide e trova nuove soluzioni grazie alla tecnologia AI”, ha detto Marco Del Plato di Nutanix.
Il Nutanix AI & Data Summit 2024 ha evidenziato come la Generative AI rappresenti una rivoluzione non solo tecnologica, ma anche culturale e organizzativa. Le aziende devono investire in formazione, infrastrutture flessibili e strategie di lungo termine per rimanere competitive.