Mettersi la GenAI in casa è un investimento oppure una tassa sull’azienda?

La GenAI rappresenta una sfida economica per le software company, con costi elevati per hardware, cloud, integrazione e manutenzione, bilanciati da miglioramenti nella produttività e innovazione.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

L'adozione dell'intelligenza artificiale generativa (GenAI) sta diventando una sfida economica significativa per le software company, trasformandosi in una sorta di "tassa" sui loro ricavi. Secondo un recente rapporto di Gartner, i costi legati all'implementazione della GenAI stanno infatti crescendo vertiginosamente, contribuendo a un aumento del 24% nei costi dei data center previsto per il 2024. Allo stesso tempo, tuttavia, non è del tutto chiaro se e quanto questi investimenti si ripagheranno. 

I costi si devono a diverse cose e non tutte le società sono ugualmente dallo stesso livello di spese. Per chi esegue e addestra i propri modelli, vanno messi in conto i costi di Hardware e cloud computing. Per operare modelli AI di grandi dimensioni, le aziende necessitano di risorse computazionali significative. Ad esempio, una singola GPU NVIDIA A100 può costare tra i 10.000 e i 20.000 dollari, e un setup multi-GPU può arrivare a costare tra i 30.000 e i 50.000 dollari In alternativa, le aziende possono affittare risorse di cloud computing da fornitori come AWS, Google Cloud o Microsoft Azure, con costi che possono rapidamente diventare molto alti. 

L'uso di hardware proprio implica costi aggiuntivi per l'elettricità e la manutenzione, ed eventualmente sistemi di raffreddamento. Ormai è praticamente impossibile trovare qualche che vuole gestire il proprio data center, e la ragione è proprio che i costi sono altissimi e la struttura diventerà obsoleta molto in fretta, obbligandoci a ulteriori spese per restare aggiornati. Non c’è da sorprendersi se non lo fa più nessuno. 

Se si opta per il cloud computing si riesce a risparmiare qualcosa, ma sviluppare e mantenere la GenAI è comunque molto costoso. Solo alcune, poche, stanno già guadagnando, mentre per molte altre questo investimento sta assumendo le caratteristiche di una tassa. Una spesa cioè, che bisogna affrontare obbligatoriamente ma senza ottenere benefici a breve termine. 

"L'IA generativa si fa sentire in tutti i segmenti e sottosegmenti tecnologici, ma non a vantaggio di tutti", ha dichiarato John-David Lovelock, illustre analista VP di Gartner. "Alcuni aumenti della spesa per il software sono attribuibili a GenAI, ma per un'azienda di software GenAI assomiglia più a una tassa. I guadagni derivanti dalla vendita di add-on o token GenAI tornano al loro partner fornitore di modelli di intelligenza artificiale". 

Naturalmente spendere in GenAI sembra una cosa sensata per via dei molti vantaggi che può portare. In praticamente ogni presentazione, l’AI è raccontata come la soluzione perfetta per ottimizzare risorse e ottenere di più con meno. Sembra essere la soluzione ERP perfetta, quindi spenderci anche molto sembra la scelta più intelligente. 

Ma è davvero così? Davvero spendere tanto in GenAI oggi ci porterà a guadagnare tantissimo domani? Per il momento si tratta più che altro di promesse, ma un imprenditore saggio o prudente potrebbe voler attendere che ci sia qualcosa di più prima di allocare delle risorse. Il dilemma è che, se si aspetta troppo, ci si potrebbe trovare troppo indietro rispetto alla concorrenza.

A raccomandare prudenza ci si mette anche Goldman Sachs, che proprio qualche giorno fa ha definito l’AI “una bolla”. Un’etichetta fin troppo severa, e una previsione che secondo noi si rivelerà errata. 

Chi sta pianificando il proprio business, tuttavia, forse vorrà tenerne conto. Anche perché la spesa, secondo il gruppo ITRex, può andare da qualche centinaio di euro al mese a quasi 200mila. Una forbice impressionante, all’interno della quale possono trovare posto decine, se non centinaia di situazioni diverse. ì

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