Linkedin sotto accusa, messaggi privati ceduti a terzi per addestrare le AI

Un gruppo di utenti di LinkedIn ha intentato una causa contro la piattaforma negli Stati Uniti, accusandola di aver condiviso i loro messaggi privati.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Un gruppo di utenti Premium di LinkedIn ha intentato una causa contro la piattaforma negli Stati Uniti, accusandola di aver condiviso i loro messaggi privati con altre aziende per addestrare modelli di intelligenza artificiale (IA). La denuncia, presentata presso un tribunale federale in California, sostiene che LinkedIn abbia violato la privacy degli utenti e chiede un risarcimento di $1.000 per utente.

Secondo la causa, nell'agosto 2022 LinkedIn avrebbe silenziosamente introdotto un'impostazione sulla privacy che iscriveva automaticamente gli utenti a un programma che consentiva a terze parti di utilizzare i loro dati personali per l'addestramento dell'IA. Un mese dopo, l'azienda avrebbe modificato la sua politica sulla privacy per includere la possibilità di divulgare le informazioni degli utenti per scopi di addestramento dell'IA.

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La denuncia afferma inoltre che LinkedIn ha modificato la sezione delle domande frequenti, specificando che gli utenti potevano scegliere di non condividere i dati per scopi di IA, ma che ciò non avrebbe influito sull'addestramento già avvenuto. Questo comportamento, secondo i querelanti, suggerisce che LinkedIn fosse consapevole di aver violato le promesse contrattuali e gli standard di privacy.

Un portavoce di LinkedIn ha dichiarato alla BBC che "queste sono affermazioni false". L'azienda, di proprietà di Microsoft, conta oltre un miliardo di utenti in tutto il mondo, di cui quasi un quarto negli Stati Uniti. Nel 2023, LinkedIn ha generato 1,7 miliardi di dollari di entrate dalle sottoscrizioni premium.

È importante notare che, secondo un'email inviata agli utenti lo scorso anno, LinkedIn non ha abilitato la condivisione dei dati degli utenti per scopi di IA nel Regno Unito, nello Spazio Economico Europeo e in Svizzera. La causa solleva importanti questioni sulla protezione dei dati personali e sul consenso informato degli utenti nell'era dell'intelligenza artificiale.

Ovviamente tutto questo non riguarda solo LinkedIn, ma anche tutti social media. I nostri messaggi privati potrebbero essere letti in qualunque situazione, per questo motivo la "protezione dei dati personali" diventa sempre più importante anno dopo anno.

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