Le interfacce utente sono sempre più belle, ma sempre meno intuitive

Nick Hodges di InfoWorld sottolinea che, nel tempo, le interfacce utente hanno smesso di seguire i pilastri del design e sono diventate meno intuitive.

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a cura di Marina Londei

Editor

Al di là delle loro capacità di computazione, dispositivi consumer come smartphone, PC e tablet devono offrire un'interfaccia utente accattivante ma soprattutto intuitiva. 

Nick Hodges di InfoWorld spiega che dai primi PC per uso privato, lo studio dell'interfaccia e dell'esperienza utente ha fatto passi da gigante e ha standardizzato elementi e interazioni che oggi diamo per scontato.

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L'obiettivo è sempre stato quello di garantire che l'utente trovasse tutto ciò di cui aveva bisogno esattamente dove si sarebbe aspettato di trovarlo. Nel tempo sono stati sviluppati design pattern che descrivevano i pilastri di un'interfaccia utente utile ed efficace, ma negli ultimi anni queste nozioni si sono perse in favore di interfacce che fossero più belle esteticamente, ma spesso meno immediate.

Hodges fa l'esempio della scomparsa del pulsante "Ok" nei popup e nelle finestre di dialogo che permettono all'utente di impostare determinate preferenze. L'"Ok" e l'"Annulla" sono stati fin dall'inizio due pilastri del design UI; ora, soprattutto sul web, le pagine relative alle impostazioni non possiedono pulsanti per confermare o annullare le modifiche, e in molti casi l'utente non è sicuro se e quali cambiamenti verranno applicati.

Al momento la regola più diffusa sembra essere quella di applicare le modifiche istantaneamente, ma senza un popup di conferma non è sempre facile essere sicuri dell'effettivo cambiamento. I pulsanti di "Ok" e "Annulla" sono stati sacrificati in favore di un'interfaccia più pulita, con meno elementi, ma questa scelta ha peggiorato l'esperienza utente, rendendola meno intuitiva.

Finestre sempre più essenziali e ridotte

Un'altra tendenza molto marcata è quella di rendere le finestre delle applicazioni sempre più sottili, con bordi e titoli praticamente inesistenti. Il look è indubbiamente migliore di quello più vecchio nel quale i bordi erano molto spessi, ma a livello di usabilità si perde molto: è più difficile trovare il punto giusto per spostarle o ridimensionarle e ciò causa un certo livello di frustrazione negli utenti. 

Ormai tutti lavorano con almeno due schermi e spostare o cambiare la dimensione delle finestre è all'ordine del giorno, ma bisogna essere molto precisi nel farlo o si perde tempo inutilmente. 

L'essenzialità delle finestre rende anche più difficile capire quale applicazione si sta utilizzando. È chiaro che è sempre possibile capirlo, anche semplicemente dalla barra degli strumenti, ma Hodges si riferisce al famoso "colpo d'occhio" che fa la differenza nell'usabilità di un sistema. 

Le applicazioni non hanno più un titolo che indica cosa stiamo usando: se, per esempio, guardiamo la finestra di un browser, sappiamo che si tratta di un browser, ma a primo impatto non sempre è immediato per tutti capire di quale browser si tratti nello specifico, e la stessa cosa vale per altri tipi di applicazioni. 

Addio ai colori

I colori sono sempre stati un elemento centrale dell'interfaccia utente, ma adesso i designer sembrano propendere per uniformare la colorazione a una scala di grigi o a scale di uno stesso colore (come l'azzurro chiaro). 

I colori servono a rendere più chiaro per l'utente qual è la finestra attiva o quella selezionata e distinguerla dalle altre , oppure per segnalare flussi conclusi con successo o in errore. 

La presenza di un solo colore è certamente più elegante e rende l'interfaccia uniforme, ma va a scapito della chiarezza degli elementi e delle informazioni visualizzate. 

In fin dei conti si tratta pur sempre di abitudine, ma alcuni elementi e indicazioni di design sono effettivamente utili e rendono l'esperienza di utilizzo delle applicazioni più intuitiva, quindi non andrebbero eliminati del tutto. 

Un'interfaccia bella e accattivante conta molto per il primo impatto, ma ciò che è davvero importante è l'usabilità quotidiana delle applicazioni e gli utenti sentono ancora il bisogno di affidarsi a certi componenti per vivere un'esperienza ottimale a tutto tondo. 

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