Le banche nel metaverso: tra sfide e opportunità secondo Minsait

Adriano Gerardelli, responsabile Financial Services di Minsait in Italia spiega il punto di vista dell'azienda

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a cura di Antonino Caffo

Negli ultimi venti anni le banche hanno attraversato una significativa evoluzione, probabilmente la più grande e allo stesso tempo la più rapida della loro storia, guidata soprattutto dalla trasformazione digitale e dalla diffusione mainstream di internet e degli smartphone che hanno rivoluzionato completamente il panorama finanziario globale e contestualmente il rapporto tra i clienti e le istituzioni finanziarie stesse.

Internet banking, app bancarie, nuovi sistemi di pagamento digitali da mobile, servizi di pagamento online disponibili 24/7, sono solo alcune delle principali innovazioni che hanno impattato il settore bancario e il sistema finanziario in generale. In questo contesto in costante evoluzione potranno nascere nuove opportunità all’interno di un nuovo spazio digitale che sta prendendo sempre più forma: il metaverso.

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Secondo i dati condivisi da McKinsey, entro il 2030, l’impatto economico globale del metaverso potrebbe raggiungere i 5 trilioni di dollari interessando numerosi settori: e-commerce, gaming, education, retail e banking, per citarne alcuni.

Basti considerare che, sempre secondo McKinsey, nel 2022 sono già stati investiti 120 miliardi di dollari nel metaverso, più del doppio dei 57 miliardi investiti nel corso dell’intero 2021. Inoltre, secondo le stime di Gartner, entro il 2026 una persona su quattro trascorrerà almeno un’ora al giorno all’interno di esperienze nel metaverso.

Ma cosa intendiamo quando parliamo di metaverso? «Ad oggi questa parola può sembrare vuota ed eccessivamente inflazionata, soprattutto perché non esiste una definizione univoca che possa racchiudere in essa il significato di questo nuovo paradigma» spiega Adriano Gerardelli, responsabile Financial Services di Minsait in Italia.

«Il metaverso sarà il nuovo modo di vivere internet, “il successore del mobile internet” per citare Mark Zuckerberg, un luogo digitale che non “vediamo” solo attraverso uno schermo ma nel quale potremo avere esperienze immersive e interagire in modo più realistico con persone da ogni angolo del mondo».

«In questo spazio virtuale, aperto e collettivo, potenziato virtualmente e nel quale convergono realtà fisica e digitale, le banche italiane possono avviare esperimenti pioneristici attraverso la creazione ed il rafforzamento del rapporto con i propri clienti».

«Il metaverso potrà rappresentare, sempre in misura crescente nei prossimi anni, un potente canale di vendita e di servizio che consentirà di proporre prodotti personalizzati - come prestiti, servizi di pagamento, pacchetti di investimento - a nuovi segmenti di clientela».

«Le banche potranno decidere di creare un proprio metaverso e farne un elemento di differenziazione e innovazione rispetto ai competitor, sia per quanto riguarda i processi di vendita sia per rinnovare l’esperienza dei propri dipendenti e dei clienti».

«Oppure potranno partecipare a metaversi già esistenti come Decentraland o The Sandbox, rafforzando il proprio brand con strategie di marketing e advertising in questi mondi virtuali, puntando a nuovi segmenti di clientela con prodotti ad hoc per i loro interessi».

Oltre a tutte queste opportunità, però, ci sono anche sfide fondamentali che bisognerà affrontare al fine di rendere le esperienze nel metaverso più semplici e interconnesse tra di loro.

«La prima sfida infatti riguarda l’interoperabilità: sarà importante evitare che la frammentazione tra i vari metaversi disincentivi le persone a esplorare questi nuovi spazi. Un’altra riguarda i temi etici come privacy, sicurezza, compliance normativa, salute fisica e mentale degli utenti, sostenibilità ambientale, per citarne alcuni, che andranno a plasmare la forma che assumerà il metaverso nel prossimo decennio».

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