La trasformazione digitale accresce la competitività delle imprese italiane

Fabio Pompei, CEO di Deloitte Italia, sottolinea che la trasformazione digitale guidata dall'IA ha il potenziale di favorire la crescita del Paese.

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a cura di Marina Londei

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La digitalizzazione trainata dall'intelligenza artificiale è la chiave per favorire la crescita del Paese e rendere le imprese più competitive: lo ha dichiarato Fabio Pompei, CEO di Deloitte Italia nel suo intervento alla Camera dei Deputati l'11 giugno scorso.

In occasione dell'evento "La transizione digitale fra tecnologia, economia e demografia verso un nuovo ecosistema finanziario", Pompei ha affermato che "Viviamo un contesto che ci pone una serie di sfide di eccezionale complessità: tra le partite più importanti c’è quella della transizione digitale e tecnologica. Il potenziale della trasformazione digitale, trainata dall’intelligenza artificiale e dall’ecosistema delle altre tecnologie, infatti, può accrescere la competitività in tutti i settori, favorendo la crescita dell’Italia e uno sviluppo più inclusivo a livello globale".

Che la digitalizzazione sia un fattore sempre più strategico ed essenziale in ogni settore lo conferma anche il report "B7 Flash" di Deloitte e Confindustria: nel 2022, in Europa il 69% delle imprese manifatturiere ha adottato tecnologie digitali avanzate. Il dato sale al 98% se si considera la media delle quattro principali economie del G7 (Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti).

Nel 2023 le aziende più digitalmente evolute hanno registrato un EBIT (Earnings Before Interest and Taxes, il reddito operativo aziendale) del 6% in più rispetto a quelle meno mature. Il report prevede che gli investimenti globali per la trasformazione digitale raggiungeranno i 3.400 miliardi di dollari nel 2026 e che il mercato dell'IA raggiungerà i 373 miliardi di dollari quest'anno e i 946 miliardi di dollari entro il 2030.

"L’intelligenza artificiale si distingue e si distinguerà sempre più come il principale catalizzatore della trasformazione della nostra era, detenendo un enorme potenziale per incrementare produttività, competitività e crescita. È la tecnologia che, nei prossimi anni, più di tutte consentirà l’efficientamento della produzione, dell’utilizzo di risorse e la riduzione dei costi, grazie all’automazione e al supporto decisionale derivante da analisi accurate e tempestive di grandi quantità di dati. L'intelligenza artificiale generativa, poi, potrà offrire soluzioni per affrontare le sfide poste da una popolazione in calo e in continuo invecchiamento, aspetto particolarmente rilevante nel nostro Paese" ha continuato Pompei.

L'Osservatorio sulle prospettive delle PMI in Italia di Deloitte Private evidenzia che per le aziende del Made in Italy il processo di trasformazione digitale sta assumendo un'importanza crescente: secondo il 71% delle realtà intervistate, la tecnologia può aumentare la competitività e aprire nuove opportunità di business oltre il settore in cui si opera. Più della metà degli intervistati si dice impegnato a ripensare le proprie politiche di innovazione per supportare la transizione digitale nei prossimi 5 anni.

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Trasformazione digitale: bisogna puntare sulle competenze

Pompei sottolinea che, per rimanere al passo con l'evoluzione tecnologica ed essere competitivi è fondamentale investire nello sviluppo di competenze. Il CEO di Deloitte spiega che le competenze STEM stanno diventando sempre più importanti, ma in Italia gli iscritti a corsi di laurea scientifico-tecnologiche non crescono.

A destare preoccupazione è anche il gender gap: secondo l'Osservatorio STEM promosso da Fondazione Deloitte e dal Programma di Politiche Pubbliche di Deloitte le donne sono solo il 10% dell'intera popolazione studentesca.

"In questo quadro, invertire la rotta non solo è doveroso, ma è anche possibile, intervenendo su tre leve di azione: universalizzare le STEM; intervenire sulle barriere socioeconomiche e di genere che ostacolano un equo accesso a queste discipline; investire sulla formazione continua" ha concluso Pompei.

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