La flessibilità è più importante dello stipendio nella scelta del lavoro

Un'indagine di Epicode ha sottolineato l'importanza per i professionisti europei di godere di flessibilità sul lavoro per bilanciare vita privata e professionale.

Avatar di Marina Londei

a cura di Marina Londei

Editor

Al momento di valutare un'opportunità professionale, la flessibilità di luoghi e orari di lavoro pesa di più dello stipendio. A rivelarlo è un sondaggio di Epicode, società edu-tech che ha investigato il futuro del mondo del lavoro per anticipare le evoluzioni dei prossimi anni.

L'indagine, svolta tramite il canale LinkedIn della società, ha coinvolto circa 900 rispondenti da tutta Europa. Stando ai risultati, il 40% del campione si dice pronto a lasciare la posizione lavorativa attuale in cambio di maggiore flessibilità: una gestione agile delle proprie attività supera i benefici dell'aumento di stipendio.

Il 55% dei rispondenti cerca lo smart working tra i benefit aziendali, un risultato che supera i corsi di formazione (32%) e la possibilità di ricevere bonus e premi aziendali (4%). La formazione rimane comunque uno dei benefit più ricercati dai professionisti, soprattutto in seguito alla diffusione delle nuove tecnologie di intelligenza artificiale.

"Il cambio di paradigma che sta sperimentando il mondo del lavoro risulta evidente anche dal sondaggio: nei prossimi anni, anche nel mondo della tecnologia, sarà fondamentale riuscire ad offrire ai professionisti flessibilità e aggiornamento professionale continuo" ha affermato Marco Rosci, CMO di Epicode. "La formazione si conferma, infatti, come uno degli elementi più apprezzati dai professionisti e un'attività fondamentale per riuscire a rimanere appetibili all'interno di un mercato del lavoro che cambierà sempre più velocemente nei prossimi anni".

La tecnologia continuerà a evolvere nei prossimi anni e automatizzare un numero sempre maggiore di attività, ma l'86% dei rispondenti è convinto che la propria professione continuerà a esistere; al contempo, il 53% prevede comunque importanti cambiamenti nel modo di lavorare. Solo il 6% dei partecipanti al sondaggio, invece, è quasi sicuro che il proprio ruolo sparirà nei prossimi anni.

Leggi altri articoli