La Cybersecurity assorbe più di metà della spesa ICT

Crescita digitale in Italia: le priorità sono Cybersecurity (31%), migrazione e gestione Cloud (25%), e tecnologie di Industria 4.0 (24%).

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

L'88% delle grandi imprese italiane adotta pratiche di Open Innovation, con quasi la metà che collabora con startup da oltre tre anni. Questo emerge dalla ricerca degli Osservatori Startup Thinking e Digital Transformation Academy del Politecnico di Milano, presentata al convegno "Digital & Open Innovation 2025: per imprese e startup è ora di misurare l'impatto!".

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Nonostante l'incertezza economica, le aziende italiane confermano gli investimenti nel digitale, ritenendolo essenziale per mantenere la competitività. Per il 2025 si prevede un aumento dell'1,5% dei budget ICT delle imprese, in linea con il trend degli ultimi nove anni. Le piccole (+3,7%) e medie imprese (+4%) contribuiscono maggiormente a questa crescita, mentre le grandi mostrano una maggiore stabilità.

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Tra le organizzazioni più strutturate, la spesa digitale si concentra principalmente su:

  • CyberSecurity (57%)
  • Business Intelligence e visualizzazione dati
  • Artificial Intelligence, Cognitive Computing e Machine Learning (43% delle aziende)

È notevole l'ascesa delle soluzioni di Generative AI, che si posizionano al quinto posto con il 39% degli investimenti. Per le PMI, invece, le priorità sono Cybersecurity (31%), migrazione e gestione Cloud (25%), e tecnologie di Industria 4.0 (24%).

Il 92% delle grandi imprese include l'innovazione digitale nel Piano Strategico, ma solo nel 5% dei casi ne è la leva principale. Il 56% ha formalizzato una strategia dedicata al digitale, condivisa in modo diffuso nell'38% dei casi. Tuttavia, solo l'8% delle imprese ha definito metriche consolidate per valutare in modo completo l'impatto delle attività di innovazione digitale.

L'88% delle grandi aziende italiane ricorre a pratiche di innovazione aperta. Sebbene i principali stimoli per l'innovazione siano ancora interni (Funzioni aziendali 37%, Top Management 32%), si osserva uno spostamento verso fonti esterne:

  • Università e centri di ricerca (31%)
  • Società di consulenza (31%)
  • Startup (27%)
  • Vendor e sourcer ICT (27%)

Quasi la metà delle grandi aziende italiane ha avviato collaborazioni con startup innovative da più di tre anni.

Le principali sfide per le imprese includono:

  • Integrare lo sviluppo dell'innovazione con i bisogni delle Business Unit (45%)
  • Coordinare con le Funzioni di business per implementare le innovazioni (42%)
  • Ingaggiare efficacemente la popolazione aziendale nelle attività di innovazione (38%)
  • Definire meccanismi efficaci per misurare l'impatto dell'innovazione digitale

Il 39% delle imprese ha una "Direzione Innovazione" interna, ma cresce la tendenza verso modelli diffusi di gestione dell'innovazione. Quasi due aziende su tre hanno definito figure di Innovation Champion (44%), provenienti da linee di business o altre Funzioni, incaricate di coordinare l'innovazione con la Direzione Innovazione.

L'Open Innovation sta diventando sempre più rilevante per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità:

  • Il 56% delle aziende collabora con università e centri di ricerca per promuovere progetti sostenibili
  • Il 46% collabora direttamente con startup per obiettivi di sostenibilità

Questo approccio indica una crescente integrazione tra innovazione e sostenibilità, spingendo le aziende a ricercare soluzioni che abbiano un impatto positivo sia sul mercato sia sulla società.

Alessandra Luksch, Direttore degli Osservatori, afferma: "In un clima caratterizzato da cautela e crescita limitata, le aziende italiane confermano l'intenzione di investire nel digitale, per identificare soluzioni alle sfide in atto e cogliere nuove opportunità di business".

Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell'Osservatorio Digital Transformation Academy, sottolinea l'importanza di ingaggiare la popolazione aziendale attraverso azioni di Corporate Entrepreneurship e formazione pratica.

Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell'Osservatorio Startup Thinking, prevede una crescente attenzione alle fonti esterne di innovazione nei prossimi tre anni, con un ruolo sempre più importante delle startup.

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