Italia e AI: un milione di persone a scuola di futuro, ma servirà davvero?

Un milione di italiani verrà formato sulle competenze AI, con l'obiettivo di migliorare la produttività e colmare il divario digitale. Ma l'impatto sarà concreto?

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Microsoft ha annunciato l’obiettivo di formare un milione di persone in Italia sulle competenze AI, un impegno che rientra nell’ambito dell’AI Skills Initiative. Il programma mira a fornire a studenti, professionisti e imprese le competenze necessarie per affrontare la trasformazione digitale e supportare l’adozione dell’intelligenza artificiale nel tessuto economico nazionale.

L’annuncio è stato fatto durante l’evento AI L.A.B. 2025, un'iniziativa lanciata da Microsoft per promuovere l’uso responsabile dell’AI generativa. Durante l’incontro, ospitato presso la Microsoft House a Milano, sono stati presentati i risultati di un anno di AI L.A.B., che ha coinvolto oltre 400 aziende e attivato più di 600 progetti. L’iniziativa si sviluppa su tre aree: Industries per le grandi imprese, For Italy per supportare le PMI e il Made in Italy, e For Good, dedicata alla formazione e all’inclusione.

Il programma For Italy si concentra sulla digitalizzazione delle PMI e sulla valorizzazione del Made in Italy, con l’obiettivo di rendere più accessibili le tecnologie AI alle aziende di piccole e medie dimensioni, spesso penalizzate da risorse limitate. Grazie alla collaborazione con Confesercenti, Var Group e Lodestar, le PMI possono accedere a strumenti di formazione dedicati, finanziamenti e consulenze per integrare soluzioni di intelligenza artificiale nei loro processi produttivi e commerciali. Un esempio pratico è l’uso dell’AI per l’ottimizzazione della logistica e la personalizzazione dell’offerta ai clienti, aumentando la competitività delle imprese italiane nei mercati globali.

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Inoltre, For Italy supporta i settori chiave del Made in Italy, come la moda, l’agroalimentare e il design, con soluzioni basate su AI per la tracciabilità dei prodotti, il miglioramento della qualità e la protezione dei marchi dalla contraffazione. La collaborazione con enti pubblici e privati consente di sviluppare modelli di innovazione sostenibile, puntando su efficienza energetica e riduzione degli sprechi.

Il programma For Good si concentra sulla formazione inclusiva e sull’accessibilità dell’AI, con iniziative dedicate a studenti, lavoratori in riqualificazione professionale e categorie vulnerabili. L’obiettivo è democratizzare l’accesso alle competenze digitali, garantendo che anche chi proviene da contesti socio-economici svantaggiati possa acquisire conoscenze utili nel mercato del lavoro.

For Good collabora con università, enti di formazione e associazioni no-profit per offrire percorsi di alfabetizzazione digitale gratuiti, corsi su AI ethics e sicurezza informatica. Tra i progetti in evidenza, vi è AI for Schools, un’iniziativa per portare nelle scuole italiane strumenti educativi basati su intelligenza artificiale, aiutando studenti e insegnanti a comprendere il funzionamento di queste tecnologie. Inoltre, vengono sviluppate soluzioni accessibili per persone con disabilità, come interfacce vocali avanzate e strumenti per l’inclusione lavorativa di chi ha difficoltà motorie o cognitive.

I progetti sviluppati dai partner di Microsoft

Oltre alla formazione, l’evento ha messo in evidenza numerosi progetti sviluppati dai partner di Microsoft. Fondazione Cariplo, rappresentata da Carlo Mango, ha sottolineato il ruolo dell’AI nel terzo settore, evidenziando il supporto a iniziative di innovazione sociale. Il Poligrafico e Zecca dello Stato, con l’intervento di Annalisa De Luca, ha presentato l’uso dell’intelligenza artificiale per la lotta alla contraffazione, in particolare attraverso il chatbot MIA, progettato per verificare l’autenticità dei prodotti Made in Italy. Questa tecnologia permette di tracciare la filiera produttiva in modo trasparente, riducendo il rischio di falsificazioni e migliorando la tutela del marchio italiano. L’integrazione dell’AI nei sistemi di sicurezza documentale del Poligrafico sta inoltre accelerando la digitalizzazione di certificati e passaporti, garantendo maggiore affidabilità nella gestione dei dati sensibili.

Nel settore sanitario, Carlo Tacchetti dell’Università Vita-Salute San Raffaele ha parlato dell’integrazione dell’AI nella ricerca clinica, con particolare attenzione ai modelli predittivi per la diagnosi e il trattamento di malattie complesse. Il progetto S-Race, sviluppato con Microsoft, permette di raccogliere e standardizzare grandi quantità di dati clinici, facilitando una diagnosi più precisa e personalizzata. Attualmente, questa piattaforma sta operando in 21 progetti attivi, coprendo ambiti come oncologia, cardiovascolare, neuroscienze e cure intensive. L’uso dell’AI nel settore medico sta inoltre migliorando la gestione dei flussi ospedalieri, ottimizzando le tempistiche delle visite e il monitoraggio remoto dei pazienti cronici, riducendo la pressione sul personale sanitario e migliorando la qualità delle cure.

Microsoft investe in Italia, ma le difficoltà restano

L’iniziativa AI L.A.B. si inserisce nel più ampio investimento da 4,3 miliardi di euro che Microsoft ha stanziato per potenziare l’infrastruttura cloud e AI in Italia, come annunciato nell’ottobre 2024. Questo investimento comprende l’espansione della capacità di calcolo su Azure, con l’obiettivo di rendere l’Italia un hub strategico per l’AI in Europa. La nuova regione data center contribuirà a garantire maggiore sicurezza, scalabilità e conformità alle normative europee sui dati, un aspetto chiave per la crescita del settore AI nel contesto nazionale.

Un elemento cruciale è il contesto economico italiano, che registra una crescita più lenta rispetto ad altri Paesi europei. Secondo i dati ISTAT e OCSE, l’Italia ha registrato un tasso di crescita del PIL inferiore alla media UE negli ultimi anni, con un incremento del 0,7% nel 2023, rispetto all’1,2% della zona euro. Con le previsioni per il 2025 che restano fosche, la formazione è un passo fondamentale, ma da sola non basta. 

Il paese sconta una carenza strutturale di investimenti in ricerca e sviluppo: secondo Eurostat, l’Italia destina solo 1,5% del PIL alla R&S, contro il 2,3% della media UE e il 3% della Germania. Questo limita la capacità di innovazione delle imprese e riduce la competitività del settore tecnologico.

Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalla frammentazione del tessuto industriale, costituito prevalentemente da PMI con risorse limitate per la trasformazione digitale. Secondo un rapporto del Centro Studi Confindustria, il 60% delle PMI italiane non ha ancora avviato un processo di digitalizzazione avanzata, mentre meno del 30% utilizza strumenti di intelligenza artificiale.

Senza un’infrastruttura solida, incentivi concreti per l’adozione dell’AI e una maggiore propensione al rischio da parte delle imprese, il rischio è che l’Italia rimanga indietro nella corsa alla trasformazione digitale. A ciò si aggiunge un problema di accesso ai finanziamenti: il Venture Capital in Italia è nettamente inferiore rispetto a quello di altri Paesi europei, con investimenti che nel 2023 hanno raggiunto solo 2 miliardi di euro, contro i 10 miliardi della Francia e i 14 della Germania.

L’iniziativa di Microsoft rappresenta un’opportunità per stimolare un cambio di paradigma, ma il vero impatto dipenderà dalla capacità del sistema produttivo e delle istituzioni di creare un ecosistema favorevole all’adozione di tecnologie avanzate, migliorando il collegamento tra ricerca, industria e formazione. L’Italia necessita di politiche industriali più incisive, incentivi mirati all’innovazione e una strategia digitale nazionale più ambiziosa per poter competere a livello internazionale.

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