Nel mondo dell’innovazione italiana, Italian Tech Alliance si configura come un punto di riferimento per imprenditori, investitori e professionisti del settore tecnologico. Abbiamo intervistato Francesco Cerruti, direttore generale dell’associazione, per esplorare il ruolo di questa realtà e le sue iniziative per sostenere l’ecosistema tecnologico italiano.
Francesco Cerruti descrive Italian Tech Alliance come una rete di operatori del settore tecnologico in Italia, comprendente venture capital, startup, scale-up e altre figure chiave come studi legali e società di consulenza. La missione principale dell’associazione è “portare avanti tutta una serie di proposte di modifica alle norme, di fare attrazione di investitori, quindi di investimenti”.
Cerruti chiarisce che l’associazione si occupa di formazione, documentazione e supporto per il mercato italiano dell’innovazione. Tra i suoi obiettivi, spiega: “facciamo un enorme lavoro di internazionalizzazione per rendere sempre meno periferico l’ecosistema dell’innovazione italiano rispetto all’Europa e al mondo”.
L’Europa e le sue regole, luci e ombre di un sistema perfettibile
Un tema centrale dell’intervista è stata la regolamentazione dell’intelligenza artificiale (AI), con un focus sull’AI Act introdotto dall’Unione Europea. Francesco Cerruti sostiene che una regolamentazione adeguata può salvaguardare i cittadini europei e, allo stesso tempo, promuovere uno standard globale. Sottolinea: “l’Europa sta scegliendo di normare, e credo che l’artificial intelligence act sia un passo importante in una determinata direzione”. Questo approccio è in contrasto con altre aree, come gli Stati Uniti, dove “la linea statunitense si caratterizza per un enorme liberismo” e paesi come la Cina, che adottano un controllo più severo.
Cerruti esprime fiducia nella “terza via europea”, un equilibrio tra libertà di sperimentazione e protezione dei cittadini. Tuttavia, osserva che l’eccessiva frammentazione normativa tra i paesi UE può diventare un ostacolo. “Il proliferare di normative nazionali ha solo il risultato di creare una eccessiva frammentazione regolamentare” afferma, proponendo una maggiore uniformità.
Opportunità di investimento nel settore tech italiano
Durante l’intervista, Cerruti ha illustrato le opportunità di investimento nel settore tecnologico italiano, paragonando il mercato a un moderno Klondike, l’area canadese della famosa corsa all’oro alla fine dell’Ottocento. Con questo confronto, Cerruti sottolinea come il mercato italiano, sebbene meno sviluppato rispetto a quelli di altri paesi europei, offra notevoli possibilità di crescita. “Il torrente Italia è pieno di pepite,” afferma Cerruti, alludendo al fatto che il settore tecnologico italiano ha grandi potenzialità ancora poco esplorate e che, come nel Klondike, chi arriva per primo ha ottime probabilità di trovare risorse preziose.
Proprio per questo motivo, l’Italia rappresenta una meta interessante per gli investitori lungimiranti che cercano opportunità non sfruttate. Il recente aumento di investimenti internazionali nel paese è una prova concreta di questo interesse emergente, con un numero crescente di capitali indirizzati verso startup e aziende innovative italiane. Secondo Cerruti, questo divario di investimenti rispetto a paesi come Francia e Spagna si sta progressivamente riducendo, un segnale che conferma l’attrattività crescente dell’Italia: “Stanno iniziando ad arrivare importanti investimenti e il divario… è in netta diminuzione,” conferma Cerruti.
Serve un nuovo Startup Act
Un altro argomento discusso è la modernizzazione del quadro normativo per le startup italiane, che Italian Tech Alliance sta cercando di promuovere con il progetto Startup Act 2.0. Cerruti spiega che l’attuale legislazione, introdotta nel 2012, necessita di aggiornamenti per rispondere alle esigenze odierne. “Nel nostro Startup Act 2.0 trovano cittadinanza proposte per la modulazione degli incentivi fiscali e la razionalizzazione dei regimi normativi,” afferma.
Tra i punti chiave della proposta vi è un trattamento normativo speciale per le startup, incluse disposizioni che permettono una maggiore flessibilità nella gestione delle crisi aziendali e agevolazioni per l’accesso a investimenti esteri. Un altro aspetto rilevante è la riforma del credito di imposta per la ricerca e sviluppo, che rappresenterebbe un grande incentivo per le giovani imprese innovative.
Italian Tech Alliance è impegnata in un tavolo di lavoro con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per facilitare l’approvazione di questo aggiornamento normativo. L’obiettivo, secondo Cerruti, è “dare un segnale concreto agli investitori, dimostrando che l’innovazione è centrale per la strategia di sviluppo economico del Paese.”
Francesco Cerruti conclude l’intervista con una riflessione sull’importanza di investire localmente per creare ricchezza e posti di lavoro in Italia. “Se si investe in un paese poi si crea la ricchezza in quel paese,” sottolinea, evidenziando la necessità di far crescere il sistema imprenditoriale italiano affinché i giovani talenti possano trovare opportunità senza dover cercare lavoro all’estero.
Italian Tech Alliance si impegna a migliorare le condizioni normative e di mercato per le startup italiane, mirando a trasformare l’Italia in un polo d’innovazione competitivo a livello globale. Cerruti è ottimista riguardo alle possibilità di attirare investitori internazionali, specie grazie a riforme come il futuro Startup Act 2.0. Per chiunque operi nel settore tecnologico, l’ecosistema italiano offre potenzialità significative che, con il giusto supporto, possono trasformarsi in vantaggi duraturi.