In Italia l’AI vale zero, bene gli investimenti ma è ancora troppo poco

L'Italia è in ritardo nello sviluppo dell'intelligenza artificiale, e sebbene CDP Venture Capital investirà 1 miliardo di euro, questi fondi potrebbero non essere sufficienti.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

CDP Venture Capital ha annunciato un investimento di 1 miliardo di euro per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale (AI) in Italia nei prossimi anni. L'annuncio è stato fatto da Agostino Scornajenchi (in foto), Amministratore Delegato e Direttore Generale di CDP Venture Capital SGR, durante la presentazione del Quarto Rapporto Ital Communications-IISFA sull'AI in Italia presso il Senato. 

Tuttavia, mentre questo impegno rappresenta un passo importante, il paese parte da una situazione di grave ritardo, con un settore AI che attualmente ha un valore prossimo allo zero.

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Si stima che il mercato nazionale dell'AI in Italia crescerà fino a 3-4 miliardi di euro nei prossimi tre anni, partendo da una situazione attuale praticamente inesistente. 

A maggior ragione l’investimento di CDP Venture Capital risulta di grande impatto. Sarà suddiviso in tre fasi: 120 milioni di euro saranno destinati alla ricerca, 500 milioni a supportare startup esistenti che stanno migrando verso l'AI, e 300 milioni per creare un "campione nazionale".

Scornajenchi ha sottolineato l'importanza di questo piano per lo sviluppo di un ecosistema robusto e competitivo nel settore dell'intelligenza artificiale in Italia, favorendo l'innovazione e creando nuove opportunità di lavoro. Tuttavia, considerando la rapida evoluzione e l'importanza strategica dell'AI a livello globale, questi fondi potrebbero non essere sufficienti per colmare il divario rispetto ad altri paesi più avanzati.

Il rapporto sull'AI in Italia

Il Quarto Rapporto Ital Communications-IISFA sull'Intelligenza Artificiale in Italia, realizzato in collaborazione con l'Istituto Piepoli e Assocomunicatori, offre un'analisi dettagliata delle percezioni degli italiani riguardo l'AI

Il 37% degli intervistati ha un'impressione positiva dell'AI, mentre un altro 37% ha una visione neutrale e il 21% esprime paura e diffidenza. Il 35% degli intervistati associa l'AI all'area tecnologica, il 26% la considera il futuro e il 15% ne riconosce i vantaggi concreti come supporto alle attività umane.

Il Rapporto rivela che il 69% degli italiani utilizza qualche tipo di tecnologia o applicativo basato sull'AI, con una predominanza di assistenti virtuali usati dal 53% degli intervistati. Circa il 30% utilizza app di AI Generativa e il 31% non ha ancora adottato tecnologie basate sull'AI. L'adozione dell'AI è più diffusa tra i giovani (83%) rispetto agli over 54 (57%).

L'Intelligenza Artificiale Generativa divide l'opinione pubblica, con il 51% degli individui che la riconosce e una persona su due che dichiara di averne fiducia. I giovani mostrano maggiore fiducia (69%) rispetto agli adulti (45%). Un tema centrale emerso dal Rapporto è quello delle fake news: l'86% degli intervistati afferma di verificare le notizie prima di crederci e si aspetta supporto da enti preposti e iniziative formative sull'uso dell'AI. 

Quest’ultimo valore lascia almeno un po’ perplessi, perché guardandosi in giro non sembrerebbe davvero di essere in una società dove la maggior parte delle persone, l’86% appunto, fa un minimo di fact checking prima di credere a una notizia. 

Il Quarto Rapporto Ital Communications-IISFA sull'Intelligenza Artificiale in Italia mostra un quadro di cauto ottimismo da parte degli italiani. Mentre emerge una necessità di maggiore formazione e conoscenza, si avverte anche un impegno per ridurre i rischi percepiti, in particolare nel mondo del lavoro e nella lotta alle fake news.

L'investimento annunciato da CDP Venture Capital rappresenta un passo importante per lo sviluppo dell'AI in Italia, ma è evidente che il paese parte da una posizione di ritardo significativo. Affrontare le sfide legate all'AI richiederà ulteriori risorse, strategie ben definite e un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti per garantire che l'Italia possa competere efficacemente su scala globale.

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