Il Personal Branding resta importante ma attenzione a usare bene l'AI

Deepfake e AI: come proteggere il tuo brand personale. Strategie per CEO per sfruttare l'intelligenza artificiale mantenendo autenticità e leadership di pensiero.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

La scorsa settimana, un imprenditore ha lanciato un allarme sui social media: è stato vittima di una truffa "deepfake". I truffatori hanno utilizzato l'intelligenza artificiale (IA) per impersonarlo, arrivando persino a interagire con i suoi contatti tramite videochiamate Zoom nel tentativo di ottenere informazioni riservate. Questo episodio, seppur scioccante, sottolinea un aspetto cruciale per i leader aziendali di oggi: l'importanza di un solido personal branding.

L'imprenditore in questione, grazie alla sua attiva presenza online e a un network vasto e coinvolto, è stato in grado di diffondere rapidamente l'avviso, limitando potenzialmente i danni. Questo dimostra come una visibilità ben costruita possa fungere da scudo protettivo per i CEO, soprattutto in un'epoca in cui la disinformazione, la cultura della cancellazione e le crisi sono all'ordine del giorno. A questo si aggiunge la crescente minaccia delle truffe deepfake, rendendo ancora più cruciale la capacità di raggiungere tempestivamente il proprio network.

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La chiave per proteggere il proprio brand, come dimostrato dall'esperienza dell'imprenditore, risiede nella creazione di una piattaforma di comunicazione diretta con i propri stakeholder: clienti, dipendenti, membri del consiglio di amministrazione. Questa piattaforma deve essere attiva e costantemente alimentata. Non è necessario trasformarsi in influencer, ma un post settimanale può essere sufficiente per rimanere presenti nella mente del proprio network.

È fondamentale sottolineare che l'IA non è il "cattivo" della situazione. Come ogni tecnologia, può essere utilizzata per scopi dannosi, ma i suoi benefici in termini di aumento della produttività sono innegabili. Alcuni esperti sostengono che le aziende che non integreranno l'IA entro cinque anni saranno destinate al fallimento. Questa affermazione, per quanto audace, trova riscontro nella crescente adozione dell'IA in tutti i settori operativi.

Il principale errore che molti imprenditori commettono è utilizzare l'IA per generare il prodotto finale, anziché considerarla un potente assistente. L'IA dovrebbe essere uno strumento per stimolare la creatività, non per sostituirla. Questo vale anche per la creazione di contenuti di thought leadership. Utilizzare un chatbot per generare risposte e spacciarle per proprie riflessioni non solo è una forma di plagio, ma mina anche la credibilità del leader.

Per essere un vero thought leader, è necessario essere l'autore dei propri pensieri. L'IA può essere utilizzata per:

  1. Brainstorming: Porre domande a un chatbot per stimolare la riflessione e chiarire le proprie idee.
  2. Creazione di Outline: Utilizzare l'IA per strutturare i propri pensieri e creare scalette per post sui social media o articoli.

Un altro errore comune è l'utilizzo di immagini generate dall'IA per il personal branding. Lo scopo delle immagini nel branding è creare associazioni nella mente delle persone. Utilizzare immagini generate da strumenti come Midjourney, spesso caotiche e poco riconoscibili, vanifica questo obiettivo.

È preferibile utilizzare foto proprie, autentiche, e al limite sfruttare l'IA per creare grafiche personalizzate con queste immagini. La propria identità visiva è fondamentale, sia per l'azienda che per il personal branding. Ogni foto condivisa dovrebbe raccontare una storia o contribuire a costruire associazioni positive nella mente degli stakeholder.

Il futuro del personal branding risiede nella capacità di trovare il giusto equilibrio tra l'utilizzo delle potenzialità dell'IA e il mantenimento di una voce autentica. Il valore di un CEO deriva dalla sua leadership di pensiero genuina, dalle connessioni reali e da una presenza visiva autentica. L'IA dovrebbe essere utilizzata come assistente, non come sostituto, per costruire un personal brand potente, scalabile e autentico nel mondo digitale di oggi.

Le aziende italiane, soprattutto quelle guidate da figure di spicco, devono prendere atto di questa nuova realtà e agire di conseguenza. Investire nel personal branding dei propri CEO non è più un'opzione, ma una necessità. Un leader con una forte presenza online e un network solido è meno vulnerabile agli attacchi deepfake, perché ha la possibilità di comunicare direttamente con i propri stakeholder e smentire eventuali falsità.

Inoltre, in un contesto economico sempre più competitivo e globalizzato, il personal branding del CEO può rappresentare un vantaggio strategico per l'azienda. Un leader riconosciuto come esperto e affidabile può attrarre talenti, investitori e clienti, contribuendo al successo dell'impresa.

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