Il comparto delle auto connesse e della smart mobility continua a cresce: nel 2023 il mercato italiano ha raggiunto un valore di 2.9 miliardi di euro, un aumento del 17% rispetto al 2022.
Oggi le soluzioni per le auto connesse valgono 1,56 miliardi di euro (+11% in un anno), i sistemi di Advanced Driver Assistance Systems integrati nei nuovi modelli hanno raggiunto i 950 milioni di euro (+28%) e le soluzioni Smart Mobility nelle città sono a quota i 400 milioni di euro, +18%. A fine 2023 in Italia il numero di auto connesse è arrivato a 16.9 milioni, circa 1 ogni 4 abitanti.
A dirlo è l'ultima ricerca dell'Osservatorio Connected Car & Mobility della School of Management del Politecnico di Milano, la quale ha anche evidenziato una sostanziosa crescita anche dei progetti e delle iniziative di smart road (19 negli ultimi tre anni).
Il report ha evidenziato che nel 2023 le immatricolazioni di auto connesse hanno superato gli 1.5 milioni di unità, arrivando a un totale di 16.9 milioni; di queste, solo il 4,2% è elettrico, mentre le ibride plug-in si attestano al 4,4%.
Delle auto connesse, 5.1 milioni sono nativamente connesse tramite SIM in ambito consumer, 1.5 milioni sono auto aziendali per il fleet management e 10.3 milioni sono box GPS/GPRS per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative.
Le iniziative di Smart Mobility
Il tema Smart Mobility è considerato fondamentale o molto rilevante da più di 4 comuni italiani su 5 (83%) con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Il numero di iniziative è in aumento: nel 2023 il 53% dei comuni ha avviato progetti, mentre nel 2022 erano il 50%.
Il 77% dei comuni ha almeno un progetto nel triennio 2021-2023, in particolare relativi a mobilità elettrica (88%) e sharing mobility (72%). Le amministrazioni guardano con interesse anche a nuove iniziative in ambito guida autonoma (31%) e Air Mobility e Mobility as a Service (MaaS, 16%).
L'attenzione dei comuni è rivolta all’attivazione di diverse sperimentazioni in quest'ultimo ambito anche grazie ad ulteriori stanziamenti del PNRR dedicati al progetto “MaaS4Italy” nel 2023: 16 milioni di euro destinati a progetti pilota che mirino ad espandere l'utilizzo della mobilità integrata. Tra i servizi MaaS di maggiore interesse per i cittadini ci sono il trasporto pubblico urbano (30%), le soluzioni per il parcheggio (24%) e il car sharing (18%).
La gestione delle iniziative presenta alcune carenze, in particolare nella gestione dati: il 29% dei comuni non utilizza i dati generati dai progetti, anche se il 16% dichiara di volerli utilizzare in futuro, riconoscendone l’importanza strategica. Rispetto al 2022 sono aumentati i progetti che sfruttano i dati per offrire servizi ai cittadini o condividerli con altre società (+9%); ancora, però, l'utilizzo è prevalentemente di tipo informativo o diagnostico, e non adattivo.
Cosa ne pensano i consumatori?
Secondo il report, gli italiani sono interessati a questo mercato, con sette su dieci che si dicono propensi a usare nuovi servizi di smart mobility, in particolare per il trasporto pubblico locale (23%) e per la gestione dei parcheggi (20%).
Gli utenti sarebbero disposti a rinunciare alla propria auto in favore di soluzioni più sostenibili, a patto però di poter contare su mezzi pubblici più frequenti (45%), parcheggi gratuiti nei punti di snodo (30%) e mezzi pubblici e veicoli in sharing accessibili in modalità gratuita (29%).
Le fasce di popolazione senior (55-74 anni) sono quelle meno disposte a privarsi della propria auto e, per essere sostenibili, preferiscono minimizzare gli spostamenti (45%) o monitorare le proprie abitudini di guida per essere più sostenibili (385%).
Oggi il 40% dei cittadini sta già riducendo l'uso dell'auto scegliendo soluzioni come il car sharing o la micromobilità, mentre solo il 15% userebbe un'auto a guida autonoma nei prossimi anni. Il 19% è del tutto contrario a un possibile uso di questi mezzi, e il 66% dei consumatori esprime ancora forti dubbi in tal senso. Chi è contrario è frenato soprattutto dalla sensazione di non avere il controllo della vettura (36%), dal piacere di guidare (32%) e dalla sensazione di insicurezza (31%).
I principali motivi tra chi è favorevole sono invece la comodità di "poter fare altre attività durante il tragitto" (43%), la maggiore sicurezza (34%) e la possibilità di trovare parcheggio autonomamente (29%).
L'impatto su dealer e autoriparatori
La trasformazione del settore automotive ha implicazioni anche sul business dei dealer e degli autoriparatori. La maggior parte degli utenti si dice soddisfatta dell'esperienza di acquisto in concessionaria (89%) e il 40% mostra un'elevata fiducia nei confronti dei rivenditori auto, preferendo l'acquisto in loco rispetto a quello online, mentre il 39% vorrebbe ricevere in futuro servizi dedicati ai veicoli connessi.
Dal punto di vista dei concessionari, il 70% considera il noleggio tra le tendenze più rilevanti nel settore, il 37% punta su ADAS e guida autonoma e il 30% su servizi di ricarica per veicoli elettrici o ibridi.
I rivenditori concordano però che la diffusa incertezza riguardante la futura fonte di alimentazione (86%) e l'aumento dei prezzi (81%) siano tra i principali fattori che rallentano l'acquisto di veicoli in concessionaria. Infine, il 79% degli autoriparatori ha già sentito parlare di veicoli connessi, ma solo il 48% ha effettuato riparazioni o calibrazioni di sistemi ADAS.
Tra coloro già informati sul tema connettività, solo il 29% ha avuto modo di lavorarci e 2 autoriparatori su 3 (65%) hanno iniziato a sfruttare i dati raccolti all’interno dell’officina. Il 36% degli autoriparatori intervistati vede la manutenzione predittiva come un’opportunità di business su cui investire, ma evidenzia comunque alcune difficoltà come lo scarso interesse da parte del consumatore (38%) e la mancanza di competenze degli addetti (27%).
"Il settore Automotive sta attraversando una fase di profonda trasformazione, alimentata dalle pressioni legate alla necessità di ridurre le emissioni inquinanti, dai cambiamenti nelle aspettative dei consumatori e dalle innovazioni tecnologiche" ha affermato Giovanni Miragliotta, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Connected Car & Mobility. "Tra queste spicca l'Intelligenza Artificiale. L’AI Generativa è in grado di produrre dati sintetici e sviluppare ambienti di test virtuali, accelerando così lo sviluppo di algoritmi per la guida autonoma in modo più sicuro ed efficiente. In sostanza, l'AI potrà generare scenari simulati per testare le proprie capacità, e i dati ricavati potranno essere successivamente utilizzati per ottimizzare continuamente questi ambienti di prova, in un processo ciclico che contribuirà a migliorare sicurezza e diffusione dei veicoli a guida autonoma”.